L’addetto navale giapponese a Roma descrive la situazione (impietosa) italiana 1940-1944

Lettura e commento di un documento diplomatico reperito presso l’archivio del Corpo Volontari della Libertà e pubblicato sul numero 44-45 (settembre-novembre 1956 fasc. 5-6) de Il movimento di liberazione in Italia – Rassegna bimestrale di studi e documenti curato dall’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia
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30 Comments

  1. Buongiorno professore, che ne dice di un video sul processo ai criminali di guerra giapponesi, non se ne parla, non c'è quasi nulla sul web, a differenza di Norimberga su cui sappiamo tutto e se ne parla forse troppo, grazie mille, chiedere non e peccato 😊

  2. Ciao questa lettura di come ci vedeva l'addetto giapponese nel febbraio '44 e' storicamente interessante; vista col senno del poi pero' dopo le atrocita' commesse in cina ed in asia e dopo essere stati distrutti dalle bombe atomiche giudizi sul carattere del popolo italiano e lezioni di fedelta' e d'intelligenze delle scelte italiane, dai giapponesi anche no grazie…ma tant'e la pensava cosi'.ciao👋

  3. Alcune cose di questo addetto militare sono francamente risibili, mi riferisco a corruzione diffusa ed altre banalità simili.
    Forse si riferiva al periodo post 8 settembre..del "tutti a casa"
    Ma dure che in italia era dominata da corruzione ed interesse privato(che comunque ci fu, purtroppo) mi pare francamente fuori da qualunque realtà. 🖐

  4. La mentalità giapponese della battaglia decisiva è evidente in queste note. In realtà neanche i giapponesi risolsero il conflitto con una battaglia decisiva e fu la guerra al traffico a dare la vittoria alla USN

  5. Indro Montanelli sarebbe stato d'accordo con la severa diagnosi del capitano nipponico. I disastri bellici italiani sono totalmente imputabili al nostro carattere nazionale. Inutile pigliarsela col Duce o col Re: come diceva Churchill, "ogni popolo ha i governanti che si merita"

  6. I giapponesi erano tutt'altra che tatticamente fessi; tant'è che nel pacifico, fecero vedere i "sorci verdi" agli americani.
    Combattenti irriducibili, si dovettero arrendere di conseguenza, solo alle prime ed ultime bombe atomiche offensive della storia.

  7. Buongiorno, ci fossero stati i giapponesi o ci fosse stata una mentalita giapponese da parte dell italia ,l italia avrebbe conquistato il nord africa gibilterra, malta gia nel 40 con vantaggi incredibili nel mediooriente in vista dell invasione tedesca della russia

  8. Il duce tanto bravo a capire la mentalita italiana che non è tanto cambiiata visto quello che vediamo oggi, tanto ingenuo con volponi churcill e lupi come hitler e stalin che se lo sono messo nel sacco

  9. Nelle mie frequentazioni delle associazioni di ricercatori della Linea Gotica avevo appreso di un imboscata partigiana nella zona dell' Abetone ai danni di un auto con ufficiali giapponesi. Constando che il documento è contenuto in una rivista del C.V.L. ho verificato che evidentemente provvienr dalla cartella trovata nell' auto fermata nella citata imboscata. Per approfondire l' argomento consiglio ai roattiani e non roattiani ed ai "fenomeni parastatali" di consultare wikipedia digitando " Tōyō Mitsunobu" . Il fatto è anche trattato nel libro di L.Valente e P. Sovegnano. , digitare "ISTREVI – Il mistero della missione giapponese". Tale testo narra principamente di un altra imboscata a danno di un altra auto con ufficiali nipponici nella zona del Pasubio , straordinariamente nello stesso giorno di quella avvenuta sull' Abetone. Mi aspetto che qualche " Fenomeno parastatale" che frequenta il canale di MetalMike sosterrà che l" addetto navale giapponese fu costretto a scrivere questo suo rapporto sotto la minaccia delle armi dei partigiani ….

  10. Buona domenica pomeriggio al Prof ed al Raggruppamento di ascolto. Le argomentazioni dell' addetto militare nipponico hanno portato la sempre più apprezzata espressività e gestualità del prof a livelli superlativi !

  11. Molto interessante, credibile nella ricostruzione, a parte le osservazioni fuori luogo sulle Donne. Quale differenza con i boriosi scritti italiani!

  12. La formazione, la cultura, la mentalita' e il conseguente approccio alle problematiche mediterranee, alla strategia italiana e alla situazione della RM, di questo ufficiale della Marina giapponese mettono bene in rilievo le grandi carenze della nostra guerra navale ma anche gli evidenti limiti alla base dell'intervento italiano nel 1940, che poi determinarono il disastroso andamento della nostra guerra.
    Interessanti anche taluni suoi rilievi negativi sul comportamento dell'apparato politico-amministrativo fascista e sull'impatto dello stesso per quanto riguarda il morale della popolazione.
    Altri passaggi per così dire "socio-culturali" piuttosto discutibili, derivano chiaramente dalla differente educazione e dal diverso modello sociale in cui questo capitano si è formato.
    Buona Domenica a tutti.
    Un saluto a prof. Cecini .
    Adriano S.

  13. Le valutazioni strategiche e militari sono condivisibili. Anche quelle sui nostri comandi. Le analisi sociologiche risentono molto della mentalità nipponica e della loro concezione di onore. Comunque molto equilibrato e a tratti affascinato dalla complessità della società italiana.

  14. min 2.57 mi consento di dar ragione all'addetto navale giapponese: la dichiarazione di guerra italiana è si stata fatta il 10 giugno 1940 ma la stessa recitava che a partire dalla mezzanotte dello stesso giorno sarebbe iniziata la belligeranza, ergo il primo giorno di guerra Italia – Francia – Inghilterra è stato a tutti gli effetti 11 giugno.

    Ancora molti complimenti per i suoi video che seguo con assiduità e passione.
    😇🥰🙋🙋

  15. Caro Cecini,la solfa è sempre quella,e si può brevemente riassumere in questo: gli Italiani non sono nè Giapponesi,nè Tedeschi,nè Inglesi, ma sono Italiani con il loro preciso carattere nazionale,con le loro caratteristiche ed i loro schemi mentali,con i loro limiti (di cui bisogna tenere conto prima di imbarcarsi in certe avventure) ed i loro moltissimi pregi (che per risultare efficaci devono tener conto delle caratteristiche nazionali,senza pretendere che gli Italiani si trasformino in altro da quello che sono). Un Mussolini invelenito ed incupito a Salò recriminava contro il popolo che aveva guidato per più di un ventennio dicendo che "anche Michelangelo se invece del marmo avesse avuto a disposizione del legno non avrebbe potuto creare i suoi capolavori. Ora,a parte che se per vent'anni hai scambiato il legno per marmo,sei un cialtrone ed anche poco inteligente..ma lasciamo stare…con il legno possono essere creati capolavori assoluti e strutture bellissime,purchè appunto si tenga conto della natura del materiale e la si assecondi.Noi non saremo mai nè Giapponesi nè Tedeschi,ed aggiungo grazie a Dio; Noi salvammo per la gran parte le nostre città ed i nostri capolavori d'arte, il Giappone e la Germania del 1945 erano delle lande lunari polverizzate intorno a cui si aggiravano disperati fantasmi. Se malgrado le ferite inferte dal conflitto potemmo in qualche modo cavarcela per ripartire alla grande nel giro di pochissimi anni,lo dobbiamo anche al nostro carattere nazionale che grazie a Dio non è nè quello nipponico nè quello teutonico. Sui cosidetti "tradimenti",è un tema già affrontato più volte,e rifare l'elenco degli innumerevoli tradimenti ed atti di slealtà tedesca nei nostri confronti sarebbe cosa tediosa.