Dario Fabbri: la geopolitica dell’acqua

La lezione del direttore della Rivista Domino al Festival delle città del Medioevo di L’Aquila, 5 luglio 2024

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  1. Fabbri ha alcuni lati poco chiari e che non mi convincono della sua buona "fede", come a esempio chi e perché abbia "patrocinato" la sua trionfale quanto sospetta entrata nel teatro mediatico italiano che è dal 1945 sotto vigilissima tutela statunitense proprio come lo sono quelli giapponese e tedesco; oppure come il suo ritenere la storia e il peso della civiltà/cultura italiana, considerando io questa al vertice dell'esperienza umana sulla terra assieme a poche altre, quasi come ininfluente perché in tralice il suo approccio divulgativo si attiene costantemente al detto greco: "la guerra è il padre di tutte le cose". Eppure quando interviene, esprimendosi tra l'altro egregiamente e senza neanche la necessità di leggere alcun appunto pur parlando a braccio per oltre un'ora, purtroppo dice molto spesso cose giuste nonché per noi dolorose perché irrisolte. Quindi bene così anche se una una domanda resta per forza di cose: cosa c'entrerà mai il medioevo con questa interessantissima dissertazione? Non sarebbe stato bello che avesse in effetti parlato di geopolitica dell'acqua nel medioevo (Repubbliche Marinare, Bisanzio, Vichinghi) dal momento che in merito a tale vasto tema ha citato solo i nomi di alcune città marinare come Pisa, Venezia e Genova? Non è che il padrone a stelle e strisce ha deciso che è arrivato il tempo per la provincia Italia ci si uniformi entro pochi anni (diciamo 10) al pensiero di dover affrontare la guerra e quindi comincia a "mandare avanti" gente che, seppur preparatissima, ne perori la causa tipicamente imperiale/imperialista?

  2. E D'Annunzio una base sul Lago di Garda L'ha fatta veramente: il mitico Vittoriale Che ha al suo interno una base non so quanto realistica per i motosiluranti cioè di quella specie di siluro che si poteva guidare cavalcando Lo Verso l'obiettivo da affondare