Crisi del commercio globale: come la Cina si sta facendo un WTO tutto suo

La Cina non sta solo tentando di creare un ordine mondiale alternativo ma ci sta riuscendo Questo è quello che scrive il Financial Times in un suo articolo di questi giorni in un suo articolo di di lunedì che è incentrato soprattutto sul sul VTO sull’organizzazione Mondiale del Commercio questo Vaticano dell’ordine

Basato sulle regole e del del Washington consensus ma è la stessa organizzazione che al momento ha l’organo di di appello quell’organo che serve per la risoluzione delle controversie completamente paralizzato dagli dagli Stati Uniti che Stanno bloccando la nomina dei membri che poi servono a questo organismo per per svolgere le sue

Funzioni questo è avvenuto dal dal 2019 Cioè da quando il VTO si è espresso contro le misure introdotte da da Donald Trump quindi i Dazzi e le tariffe il VTO ha condannato in una sorta di primo livello ha condannato gli Stati Uniti ma il wto ha un doppio livello per per la

Risoluzione di queste controversie e il secondo livello è proprio questo organismo di di appello e gli Stati Uniti hanno fatto ricorso a questo organismo che però loro stessi paralizzano e quindi in questo senso si arriva allo allo stallo uno stallo che poi provoca una sorta di limbo legale

Nel quale le controversi rimangono in qualche modo latenti e Però contemporaneamente gli Stati Uniti accusano la Cina di minare le fondamenta del del VTO D’altra parte definiscono la Cina un’economia non di mercato che non è una definizione interna al VTO E quindi multilaterale Ma è invece nazionale degli degli Stati Uniti anche

Il VTO ha una definizione di economia non di mercato però dei parametri decisamente più stringenti che non arrivano a comprendere la Cina tanto che la Cina è di fatto un membro del dell’organizzazione Mondiale del Commercio Ma quindi cosa serve agli Stati Uniti definire la Cina una un’economia non di mercato Beh questa

Cosa serve perché poi in occasione delle indagini antidumping se tu hai definito quella nazione Sotto indagine un’economia non di mercato allora quando indaghi può ignorare quelli che sono i prezzi delle merci all’interno del Mercato del mercato interno di quella nazione Proprio perché hai detto che il mercato di quella nazione internamente

Non non esiste ed è qualcosa che possiamo vedere per esempio nella diatriba sul prezzo dei veicoli elettrici cinesi spesso si sente dire che la Cina sta invadendo l’occidente di veicoli elettrici a basso prezzo Poi però vai a vedere il prezzo di questi di questi veicoli e sembrano tutto tranne

Che bassi soprattutto comparati al prezzo che hanno internamente in Cina Nel senso che in Cina Vengono venduti alla metà del prezzo col quale poi Vengono venduti in Europa o in Occidente quindi In che senso si può fare un’indagine antidumping sui prezzi troppo bassi Beh se tu hai definito quell’economia un’economia non di

Mercato Allora puoi ignorare il prezzo che hanno i veicoli nel mercato interno proprio perché come si diceva hai detto che questo mercato internamente non non esiste insomma questo è un conflitto che pare essere abbastanza insanabile anche perché poi eh la Cina risponde alle accuse statunitensi e risponde dicendo

Che No non è vero niente anzi in realtà siete voi a paralizzare l’organismo e quindi le accuse vengono ribaltate e la grossa domanda che ci sta facendo in questi giorni è appunto cercare di capire se il VTO potrà sopravvivere a queste controversie potrà sopravvivere alla crisi del del Commercio globale e

Cerchiamo di capirlo con con la newsletter di oggi che parte da quell’articolo del Financial Times che citavo all’inizio ma poi l’ho anche integrata con con altri articoli per per dare un po’ più di dimensione a questo discorso ma sostanzialmente l’occasione di questa riflessione deriva dal fatto che in

Questi giorni si sta tenendo la 13a conferenza ministeriale dell’organizzazione Mondiale del Commercio ad Abu Dhabi che è incominciata il 26 febbraio e terminerà domani e Come di consueto avviene la diatriba tra tra Cina e Stati Uniti con il rappresentante del Commercio statunitense che ha pubblicato suo rapporto annuale sulla conformità della

Cina all all’organizzazione Mondiale del Commercio concludendo che la Cina rimane la più grande sfida al sistema commerciale internazionale istituito dalla dal VTO sono trascorsi 22 anni da quando la Cina vi ha aderito Ma la Cina adotta ancora un approccio all’economia e al commercio diretto dallo stato e non

Di mercato appunto come si diceva che va contro le norme e i principi incarnati dal dal VTO E se questo è ciò che normalmente dicono gli Stati Uniti Beh come avviene normalmente la Cina risponde negando e ribaltando le accuse e ci riporta al Global Times le parole del ministero del Commercio cinese che

Lunedì ha affermato che la Cina salvaguarda fermamente il sistema commerciale multilaterale e attribuisce grande importanza al lavoro del VTO critica gli Stati Uniti per aver violato le regole del dell’organizzazione Mondiale del Commercio con l’agenda America first Quindi da Donald Trump in poi anche considerando che poi quei Dazzi quelle tariffe e la paralisi

Dell’organismo d’Appello che si è avuta con Donald Trump beh tutte queste cose poi sono state sono state proseguite anche dall’amministrazione bar biden e e poi la Cina accusa agli Stati Uniti di formulare politiche industriali discriminatorie che hanno interrotto le catene di approvvigionamento globali e quali sono queste politiche industriali

Discriminatorie Beh il fatto che gli Stati Uniti abbiano previsto dei pacchetti di sovvenzioni ad aziende statunitensi ed estere che si spostano negli Stati Uniti ma solo a patto che non collaborino con con la Cina in questo senso sono dichiaratamente discriminatorie contro contro la Cina e

Quindi violano le regole del ut Ma al di là dei consueti scambi diplomatici che tutto sommato vanno avanti da già da un bel po’ di anni Beh però nonostante questo in questa occasione pare che delle nubi un po’ più cupe si stanno addensando sul commercio globale e appunto sull’organizzazione Mondiale del

Commercio entrambi si trovano ad affrontare delle sfide e dei rischi sistemici e l’analisi del del Financial Times riporta anche un report di un organismo delle Nazioni Unite Eh che promuove gli interessi dei paesi in via di sviluppo nel nel commercio mondiale e secondo report del ltad così si chiama

Questo organismo si stima che i valori del Commercio globale si siano ridotti nel 2023 del 5% poiché il numero di misure restrittive del Commercio sia quelle che includono le tariffe ma anche le misure non tariffarie di cui poi parleremo Beh entrambe sono aumentate in modo significativo e anche altri

Elementi sono andati a pesare sul commercio globale dell’anno scorso tra cui la minore domanda nei paesi sviluppati e quindi soprattutto nel nel continente europeo ma poi anche la riduzione degli scambi nell’asia orientale e un aumento delle misure restrittive del Commercio oltre che la volatilità dei prezzi delle materie

Prime e l’allungamento delle catene di approvvigionamento in particolare tra Cina e Stati Uniti ed è interessante questa definizione di allungamento di catene di approvvigionamento Nel senso che non sono state realmente interrotte ma fanno in qualche modo usano paesi terzi come sponda pensiamo al Messico o pensiamo Siamo al Vietnam dove la Cina

Sta esportando e dove poi da quei paesi viene esportato nuovamente verso gli Stati Uniti quindi una catena di valore della merce che che si è allungata facendo aumentare i costi e quindi mettendo in crisi il commercio globale almeno questo è quello che viene scritto nel rapporto di questo organismo del

Dell’ONU un rapporto che poi mostra anche come i modelli commerciali globali siano sempre più influenzati dalla politica con i paesi che mostrano preferenza per partner commerciali politicamente allineati che è una tendenza chiamata friend shoring E qua ci riferiamo soprattutto all’occidente agli Stati Uniti e promotori del FR

Shoring Ma poi come vedremo in realtà anche la Cina sta facendo cose simili per per scopi paralleli ma di questo ne parleremo tra tra un attimo ma insomma questo è il quadro sul commercio globale quindi un quadro non positivo ma abbastanza Cupo e a incidere sull’aumento delle di queste misure

Restrittive del commercio in particolare sono anche quelle misure non tariffarie cioè quelle che hanno a che fare con la ripresa delle politiche industriali che hanno spinto i paesi a favorire politiche che sostengono le industrie nazionali e riducono la dipendenza dalle catene di approvvigionamento straniere del il cosiddetto the risking promosso

Da dagli Stati Uniti e dall’Europa e si prevede che queste politiche ripiegate sull’interno ostacoleranno la crescita del commercio internazionale Questo è quello che dice Lung Tad insomma per vedere altri commenti può essere interessante un documento di Mark ly Scott che è un ex assistente del rappresentante del Commercio degli Stati

Uniti e anche rappresentante degli Stati Uniti Al al wto e ha scritto un un articolo per l’atlantic Council che è un Tin Tank con sede a Washington e chi riceve la newsletter per email qua trova il link e e ciò che dice in Questo articolo è che le azioni degli Stati

Uniti volte a contrastare le regole dell’omc sui sussidi a chiudere il mercato degli apparti pubblici dei fornitori stranieri a mantenere tariffe elevate in imposte dell’amministrazione Trump quelle che poi appunto state mantenute anche da biden Beh tutto questo ha portato anche gli alleati più stretti a voler seguire l’esempio per

Difendere i propri interessi economici e può anche essere interessante in questo senso leggere un discorso di Katherine Tai cioè la rappresentante statunitense per il commercio Questo è un discorso del del 2022 che è stato un po’ un anno di fuoco per per le misure che poi sono

State prese in atto ed è un discorso in cui katrine Thai ha messo in chiaro quella che è la tabella di marcia della politica industriale statunitense specificando come le politiche industriali nazionali devono essere anche integrate con le politiche commerciali quindi devono occuparsi di di entrambi gli ambiti Insomma il

Commercio deve andare oltre la semplice liberalizzazione senza restrizioni beni a basso costo e massimizzazione dell’efficienza non abbiamo rinunciato all’apertura del mercato al libero mercato la liberalizzazione all’efficienza ma dice Katrin Thai ciò non può avvenire a costo di indebolire ulteriormente le nostre catene di approvvigionamento esacerbando la dipendenza ad alto rischio ed ecco il

The risking e decimando le nostre comunità produttive e distruggendo il nostro pianeta così diceva kathin Thai che poi ha anche aggiunto come Cina e altri paesi investono da sempre nelle proprie infrastrutture e per competere e prosperare nel commercio globale dobbiamo investire anche qui a casa nostra e intende negli Stati Uniti

Evidentemente e fa l’elenco delle misure che erano state prese quell’anno tra cui l’inflation reduction Act definito il più grande investimento nella storia della nostra nazione o la legge bipartisan sulle infrastrutture che era un grande investimento sulle infrastrutture statunitensi e il chips and science Act che aveva come scopo rafforzare le catene di

Approvvigionamento americane producendo più semiconduttori qui in America diceva kathin Thai nel 2022 insomma le politiche industriali sono una risposta all’eccessiva globalizzazione e come diceva la rappresentante del Commercio la necessità di una correzione è chiara e la politica industriale rientra in in questo sforzo di di riequilibrio ma contemporaneamente ai

Sussidi all’ inflation reduction Act chips Act eccetera Beh contemporaneamente a tutto questo gli Stati Uniti accusano la Cina di elargire sussidi soprattutto sui settori manufatturieri avanzati che peraltro è anche vero anche la Cina fa questo non sono solo gli Stati Uniti ma anche la Cina e questo dico gli Stati Uniti crea

Ingiusti vantaggi a favore delle aziende cinesi questo mese Washington ha avvertito Pechino che stati uni e i loro alleati cioè l’Europa avrebbero preso provvedimenti se la Cina avesse cercato di alleviare il problema della sovraccapacità industriale scaricando merci sui mercati internazionali un argomento che sarà anche parte importante dell’agenda della

Yellen c’è la segretaria al tesoro americano quando quest’anno si recherà a Pechino ma tutto questo fa Eco Appunto Gli alleati cioè cioè l’Europa con La commissaria alla concorrenza che sempre questo mese ha dichiarato che il il blocco europeo è assolutamente disposto a utilizzare gli strumenti commerciali per contrastare le pratiche commerciali

Sleali della Cina osservazioni che trovano anche una sponda in quello che aveva detto Ursula VL quando qualche mese fa aveva dichiarato che i mercati globali sono inondati da auto elettriche cinesi mantenute artificialmente a buon mercato da enormi sussidi statali Ma insomma se questa frattura è insanabile potrà il

VTO il modello di globalizzazione che il VTO promuove sopravvivere a questo processo Beh una risposta ce la prova a dare il il Financial Times nel nel suo articolo ma anche Mark linscott che era l’analista che abbiamo citato del dell’atlantic Council che quest’ultimo dice che quando le sue regole le regole

Del VTO in particolare quelle più fondamentali vengono ignorate perché ritenute scomode perdono la loro forza nell’influenzare il comportamento nazionale e l’organizzazione soffre direttamente nella sua capacità di promuovere il bene globale perché ovviamente lui è convinto che il VTO sera a promuovere il il bene globale che è qualcosa del quale possiamo discutere

Ma certamente la sua fede nel wto è indubbia e come commenta il Financial Times il principale ostacolo per il sistema commerciale globale è arrivato sotto forma di un crollo del sistema della risoluzione delle controversi dell’omc che come si diceva è paralizzato dagli Stati Uniti a partire dal dal 2019 che hanno provocato una

Disfunzione dell’organo di appello cioè la principale Corte di Appello per il commercio mondiale che è una disfunzione che ha fatto sì che molte controvers commerciali multimiliardari ora si trovino in un limbo legale tra cui anche quelle relative ai dazi alle sanzioni di di Trump Perché sì che il VTO la

Condannato ma appunto gli Stati Uniti hanno fatto appello all’organismo di appello che tengono in stallo e quindi in questo senso è finito tutto in un in un limbo legale che è anche un limbo che anche la Cina per quanto condanni questa cosa in realtà se ne approfitta perché

Poi la Cina ha preso delle contromisure alle Mosse di di Trump e anche le contromisure il wto le ha definite non non valide le ha definite illegali per le regole del del VTO e anche la Cina sta studiando se fare appello o meno Ma certo è che anche una condanna di questo

Tipo finché l’organismo di appello rimane paralizzato Beh è una condanna che rimane in qualche modo in un in un limbo Insomma è fondamentale che il sistema di risoluzione delle controversie ritorni pienamente operativo in modo che le politiche industriali che entrano in conflitto con le sue regole siano effettivamente contestate ciò richiede una risoluzione

Dell’attuale crisi dell’organo di appello in cui gli Stati Uniti hanno bloccato le nome di questo organo impedendo così che le controversie commerciali vengano giudicate in modo significativo in seno all’organizzazione Mondiale del Commercio così commenta Mark linscott che tra le varie cose è stato anche assistente del rappresentante del Commercio statunitense e rappresentante

Degli Stati Uniti Al al VTO quindi una voce interna agli Stati Uniti anche la Cina e i paesi Bricks in vari documenti ad esempio nel documento del 2023 in cui annunciavano l’allargamento che c’era stato anche quel momento chiedevano la ripresa del normale funzion ento del meccanismo di risoluzione delle

Controversie e secondo il Global Times l’attuale posizione precaria dell’organizzazione Mondiale del Commercio è direttamente correlata agli Stati Uniti e a questa loro iniziativa di paralizzare il meccanismo di appello in questa situazione gli Stati Uniti Non sono affatto qualificati per accusare la Cina così scrive il Global Times che

Come sappiamo è un media di Stato cinese in lingua inglese e che si occupa soprattutto di di politica estera ma a minacciare il VTO in realtà non è solo la ripresa di ingenti sussidi industriali di di diverse Nazioni quindi tutto quello di cui abbiamo parlato adesso a minacciare wdo in realtà c’è

Anche la creazione di architetture parallele e in questo la Cina è in realtà uno dei paesi uno dei principali promotori di di questa cosa D’altra parte dice il Financial Times colpita dalla crisi del Commercio globale la Cina sta mettendo in atto sforzi volti a costruire un’architettura commerciale alternativa che sia isolata

Dall’influenza degli Stati Uniti e centrata sul mondo in via di sviluppo e il giornale ci porta anche il parere di un funzionario cinese che ci dice che la Cina svolge un ruolo guida nel libero scambio mentre Stati Uniti e Unione Europea stanno diventando sempre più protezionisti dobbiamo accelerare il

Numero di accordi di libero scambio che Firmiamo e anche garantire la qualità di questi accordi per creare spazio sufficiente per lo sviluppo della Cina e d’altra parte una delle prime esigenze della della Cina è evidentemente questa cioè lo sviluppo della Cina e uno degli strumenti che sta usando è la la firma

Di questi accordi bilaterali di di libero scambio che è qualcosa che fa in realtà parte avviene a margine della della Belt and Road initiative cioè della nuova via della seta questa iniziativa nata nel 2013 di 140 paesi e che ha mosso 1000 miliardi di di dollari Ma la cosa interessante di questa

Iniziativa di cui raramente si parla è il fatto che il nucleo centrale della nuova della seta ruota attorno una rete di accordi di libero scambio bilaterali ma anche regionali che sono incentrati sulla Cina e che consentono il commercio tariffe basse promuovendo al tempo stesso dei flussi di investimenti

Diretti e vedremo come entrambe queste cose hanno anche a che fare con quello che si diceva all’inizio cioè la creazione di organismi paralleli di una rete parallela al wto nel caso in cui in un eventuale crollo del VTO la Cina possa in qualche modo cadere sul sul morbido e E questa rete attualmente

Comprende 28 paesi e territori e assorbono quasi il 40% delle esportazioni cinesi e questo implica che se il mandato dell’organizzazione Mondiale del Commercio di mantenere il mondo aperto al commercio liberalizzato venisse meno Beh la Cina ha già comunque un sistema di sostegno parziale in in atto che è un sistema di sostegno una

Rete di accordi bilaterali che non includono gli Stati Uniti e che non includono l’Unione Europea quindi è diretta quei paesi che partecipano alla nuova via della seta e come si diceva Secondo i calcoli le esportazioni di merci della Cina verso i paesi coperti da questa rete rappresentano circa 40%

Delle delle sue esportazioni mondiali e questo è un dato calcolato nel nell’anno scorso sostanzialmente e in questo periodo la Cina che è di gran lunga il più grande esportatore mondiale ha spedito circa 343 trilioni trilioni inglesi quindi un trilione 1000 miliardi di di Dollari eh

In tutto il mondo e quindi la sua rete di libero scambio ha assorbito un 1,3 trilioni di dollari di questo totale e come ripercorre il Financial Times la creazione dell’ecosistema degli accordi di libero scambio ha acquisito slancio dopo che la crisi finanziaria del 2008 ha installato ha ha instillato Anzi a

Pechino un profondo senso di ansia per la stabilità dell’economia mondiale quindi in questo passaggio Cerchiamo anche di capire un po’ quella che è la storia di questi accordi bilaterali che incominciano appunto alla fine del 2008 con un accordo di libero scambio Cina Singapore E nel 2010 un accordo libero

Scambio Cina asean con tutti i 10 paesi che compongono il gruppo economico del del Sudest asiatico Ma la vera svolta è arrivata dopo che gli Stati Uniti hanno escluso la Cina dai colloqui per aderire alla transpacific partnership Cioè quel grande accordo multilaterale firmato nel nel 2016 dalla quale appunto la Cina è

Stata esclusa ed è in quel momento che Pechino ha accelerato la costruzione della sua rete di di libero scambio e in questo contesto il più grande successo che Pechino ha ottenuto è stata la neg azione al regional comprehensive economic partnership cioè un enorme accordo di libero scambio regionale che

È entrato in vigore nel nel 2022 e i membri diciamo di questo accordo regionale contribuiscono per circa un terzo del del PIL mondiale Ma la Cina non si ferma qui e attualmente sta negoziando 10 accordi di libero scambio che rappresenterebbero un ulteriore 43% delle sue esportazioni e sono in Corso

De studi di fattibilità su altri otto ordi di libero scambio che anche questi se poi andassero In conclusione rappresenterebbero un ulteriore 26% delle delle esportazioni cinesi insomma Nel lungo termine l’obiettivo di Pechino sarà quello di riorientare ulteriormente il suo Commercio verso i paesi in via di sviluppo frust sfruttando i suoi legami

Con gli oltre 140 paesi coperti dalla belten Road e firmando accordi di libero scambio Dove dove è possibile e guardando i dati è interessante notare Come ormai le Esport della Cina verso i 10 paesi asean che sono tutti quanti nella belten Road Beh il commercio verso questi paesi ha superato le esportazioni

Verso gli Stati Uniti nell’anno terminato nell’ottobre del del 2023 e questo è sostanzialmente il grafico dove si vede in in rosa il commercio le esportazioni verso gli Stati Uniti e in blu quelle verso i paesi del dell’asean verso la fine dell’anno scorso ma in generale il commercio della Cina con i

Paesi della belten Road ha superato il volume del del Commercio della Cina con Stati Uniti Unione Europea E Giappone messi messi insieme e lo vediamo nuovamente qui con in rosa il commercio verso Stati Uniti Europa e Giappone e in blu il commercio l’esportazione della Cina verso i paesi belten Road che come

Si vede appunto è è superiore nel corso del 2023 insomma questi accordi di libero scambio hanno anche una logica che ha a che fare con gli imperativi geopolitici cinesi ad esempio questo lo si vede Nella proposta di accordo libero scambio col Consiglio di Cooperazione del Golfo

Che è un’unione di di vari stati arabi che è un accordo sempre di libero scambio che è stato sottoposto anche a 10 round di negoziazioni e che in qualche modo va ad incarnare gli interessi strategici della della Cina tanto che la belten Road in effetti è proiettata geograficamente soprattutto

Nell’asia centrale e e Nel medio e nel Medio Oriente e poi Appunto una zona dove la Cina ha esportato 112.5 miliardi di dollari nella regione nei 12 mesi dell’anno scorso eh ma è anche una zona dalla quale fa affidamento sui combustibili fossili Dai quali importa quasi il 40% delle sue

Importazioni di di petrolio e in più sono anche uno sfogo interessante per alcune aziende cinesi come Huawei il colosso delle telecomunicazioni sanzionato dagli Stati Uniti Ma che si è espanso proprio nella nei paesi arabi dove ha contribuito a installare infrastrutture di base per diversi paesi

Del del Golfo e e poi c’è il continente africano Dove Nel 2018 anche quel continente ha istituito un accordo di libero scambio Formato dai 54 paesi africani che è un accordo nel quale Pechino Non ha aderito direttamente ma avendo uno status di principale partner commerciale del continente Beh questo accordo ha comunque

Allineato anche gli interessi cinesi agli agli interessi del del blocco e nel 2021 il Ministero del Commercio cinese ha firmato un accordo per istituire un gruppo di esperti fti presso l’accordo di libero scambio del continente africano per collaborare su questioni come Commercio digitale procedure doganali diritti di proprietà intellettuale e tanti altri ambiti

Insomma è con questa panoramica che arriviamo a dire quello che si diceva all’inizio cioè il fatto che la Cina non sta solo cercando di creare un ordine mondiale alternativo ma ci sta riuscendo questo lo dice Michael Power un esperto di mercati emergenti di di 91 Eh che prosegue anche

Dicendo al Financial Times che molti in Occidente non riescono a valutare il successo che la Cina sta avendo nel resto del mondo ma mentre l’occidente si avvia al disaccoppiamento della Cina il resto del mondo in realtà si sta riorientare dei cambiamenti in atto risiede anche nell’impianto scambio cinesi dove gli

Investimenti diretti dell’asean che sono saliti a 15-4 miliardi di dollari nel 2022 dai 99 miliardi di dollari del 2019 Quindi prima della pandemia Beh questa cosa ha contribuito a trasformare il destino economico della della Regione così afferma e i centri produttivi ad alta tecnologia quelli in Malesia per i

Semiconduttori o anche in Indonesia per veicoli elettrici e batterie per veicoli elettrici Beh sono entrambi due esempi di paesi dell’asean che stanno scalando la scala tecnologica guidati dalla Cina e sono in questo senso che si parla del di near shoring Se parlavamo di Fren shoring Per quanto riguarda Stati Uniti

E paesi considerati amici la Cina sta Però mettendo in atto strategie di Near shoring cioè di trasferimento della capacità produttiva verso i paesi vicini e lo scopo è limitare la vulnerabilità che ha con le tensioni geopolitiche perché se i flussi di investimento diretti verso queste aree portano in

Qualche modo anche tecnologia cinese in quelle aree subappaltato la produzione di di prodotti subappaltato la assemblaggio di componenti fatti in Cina che vengono appunto assemblati in un prodotto finito Beh se questo prodotto finito poi da quei paesi lì Malesia Indonesia ma anche Vietnam viene poi rispedito negli in Occidente negli Stati Uniti Beh

Di fatto la Cina sta continuando a esportare verso gli Stati Uniti Anche se quel prodotto è stato assemblato eh in paesi esterni alla alla Cina e una cosa simile avviene anche al Messico dove la Cina lo usa per aggirare le tariffe statunitensi e dell’Unione Europea eh il Messico fa parte del nafta quindi

Dell’accordo di libero scambio Nord americano può quindi esportare merci nel mercato statunitense a tariffe molto inferiori a quelli che invece la Cina è sottoposta e ciò che la Cina fa è esportare in Messico e poi il Messico esporta negli negli Stati Uniti sostanzialmente e questo lo si vede per

L’aumento di spedizioni del del 2023 rispetto all’anno precedente container che dalla Cina vanno verso il Messico e poi contemporaneamente camion che dal Messico vanno verso gli Stati Uniti quindi di fatto sono sempre prodotti fatti in Cina Ma che prima passano in Messico e poi dal Messico arrivano negli

Stati Uniti ed è in questo senso che si parlava di allungamento delle catene del valore e delle catene di approvvigionamento ma queste mosse non sono una garanzia Nel senso che gli accordi di libero scambio della Cina possono facilitare le aziende cinesi a creare fabbriche impianti di produzione in Paesi stranieri per poi esportare

Negli Stati Uniti o nell’Unione Europea ma ciò non toglie che Stati Uniti e Unione Europea potrebbero comunque cambiare loro leggi per includere ulteriori restrizioni sulla proprietà cinese di fabbriche al di fuori della Cina stessa e quindi questo porterebbe le misure cinesi a a rivelarsi non non

Efficaci insomma questa è un po’ la la panoramica in cui viene ritratta un’organizzazione Mondiale del Commercio in ostaggio messa in ostaggio Dalle tensioni tra tra la Cina e Stati Uniti e dagli attriti commerciali tra la Cina e l’occidente in in gen Ale secondo il Financial Times la Cina ha Certamente

Messo in atto una spinta per proteggere il proprio commercio e per evitare quindi di subire un danno Dal dall’inarrestabile due decenni registrando un aumento di oltre 10 volte del suo Commercio totale dall’adesione del del 2001 all’organismo del commercio mondiale questo è vero però non dimentichiamoci che se negli

Ultimi 20 anni è aumentato di 10 volte Beh nei 20 anni precedenti all’adesione nel dell’omc Cioè negli anni 80 E90 prima che la Cina entrasse nell’ OMC Beh anche lì il commercio della Cina Era aumentato di 20 volte così come erano anche aumentati gli investimenti diretti

Eh occidentali in in Cina anche se la Cina non faceva parte della dell’organizzazione Mondiale del Commercio ma eran dinamiche che hanno preceduto poi il suo il suo ingresso insomma la crisi del Commercio globale ha spinto la Cina verso la creazione di una rete alternativa Ma nonostante tutti gli sforzi profusi da Pechino nel

Costruire la sua architettura commerciale l’attuale escalation degli attriti commerciali sia con gli Usa che con l’ue significa che la Cina rimane gravemente esposta al rischio che i valori del Commercio globale possano ridursi ulteriormente questo è quello che ci dice il fin Times e altre fonti in questo in questo articolo che fa una

Panoramica effettivamente abbastanza completa è anche interessante come in qualche modo si sia smesso di parlare della nuovia della seta solamente in riferimento alla trappola del debito ma forse siamo rinavi e ci siamo resi conto che in realtà c’è ben di peggio eh C’è ben di peggio per l’idea di un ordine

Mondiale centrato in Occidente ecco tutto sommato la questione della Trappola del debito cioè l’idea idea che la Cina potesse costruire una base militare ad Amb anota perché mandava in debito il progetto e quindi rilevava le infrastruttura e la trasformava in una base militare così è iniziata la teoria

Della Trappola del debito per come era stata inaugurata dal dal dal New York Times ormai 6 anni fa nel 2018 Beh tutto sommato se se la Cina si fosse limitato a questo Cioè semplicemente a voler fare la nuova della seta solo per costruire una base militare ad Amb anota o da qualche altra

Parte forse i danni che l’idea di un ordine mondiale centrato ad ovest avrebbe subito eran minori rispetto a quelli che sta subendo con con ciò che sta realmente accadendo perché poi alla fine dei finali la Cina non ha utilizzato la Belt and Road per costruire basi militari Ma l’ha

Utilizzata per per fare altro e cioè per fare quello che il Financial Times definisce un tentativo riuscito di andare a costruire un ordine mondiale alternativo e forse questo per noi è ancora peggiore rispetto all’idea della della trappola del debito Ma insomma questo era quello che avevo da dire

Sulla sulla questione perché è abbonato al newsletter riceverà questa questa mail con anche altre altre notizie Notizie che riguardano gli aggiornamenti su lichan fu e cingan che finalmente è stata ufficializzata ad ogni livello la la loro rimozione ed è stato fatto perché stanno incominciando le le due le due

Sessioni cioè il momento in cui la l’assemblea nazionale del Popolo e la conferenza consultiva politica del Popolo cinese le due sessioni plenarie che è l’appuntamento politico più importante della della Cina e pare che un argomento che prenderà piede che terrà banco sono le cosiddette nuove forze produttive che cerchiamo di capire

Che cos’è un argomento che sulla nostra newsletter Stiamo affrontando da da alcune da alcune settimane ma probabilmente ne sapremo di più nelle prossime settimane cioè quando si avranno le le due sessioni tutto questo lo trovate per email se siete abbonati Se volete abbonarvi trovate in descrizione il link a TP per farlo se

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“La Cina non sta solo cercando di creare un ordine mondiale alternativo. Ci sta riuscendo”, si trova scritto sul Financial Times. “Molti in Occidente non riescono a valutare il successo che la Cina sta avendo nel resto del mondo, ma mentre l’Occidente si avvia al disaccoppiamento dalla Cina, il resto del mondo si sta riorientando verso la Cina”. L’articolo parla della crisi del WTO e del commercio globale, e di come la Cina stia costruendo una rete di accordi bilaterali paralleli al WTO per proteggere il suo commercio. Ne parliamo in questo video!

27 Comments

  1. Quando gli USA diventano protezionisti lo fanno per difendere la bontà del libero mercato 😂.
    Se i cinesi vendono auto sottocosto non dovrebbero durare a lungo.
    Occidente sempre più orwelliano

  2. L'occidente non arriva a 1 miliardo di persone. I brics (tutti gli altri), sono quasi 7 miliardi. Non ci vuole un genio per capire che se continuiamo su questa strada, l'occidente rischia di diventare il terzo mondo nelle prossime decadi o anche prima.

  3. Come sempre, da quasi 80 anni in Europa, che gli USA impongono la loro famigerata dottrina Moore nel resto del Mondo come fosse "il giardino di casa". L'esempio è l'America del Sud. Bugie, menzogne, l'ignobile propaganda, le false flags tipo Contras/Iran, le rivoluzioni arancioni, Euromaidan, Isis, Libia, il Cile 1973, Iraq, Afghanistan etc sono la loro unica cifra distintiva, il loro modus operandi. Un imperialismo totalitario, con una moneta stampata che vale solo perché imposta come unica scambio per il commercio mondiale. Fino alle politiche economiche estere e interne dei paesi vassalli come l'Italia, i cambi di regimi con servi criminali, fantocci messi al potere dal Washington consensus. È squillata la tromba della libertà e della liberazione dai esiziali, distruttivi, assurdi, antipopolari e contro il benessere dei lavoratori?! Speriamo si! Un caro saluto da un acerrimo nemico dell'imperialismo!

  4. Voi due siete una fonte ⛲ inesauribile di importanti informazioni! Non riesco a tenere il passo, zoppico (specie in Economia!), ma voglio seguirvi! ☺️

  5. … Non riusciranno a fermare la Cina…. Qualsiasi cosa facciano, sarà impossibile.. l'America è come un gatto che prova ad arrampicarsi in un muro alto fatto di specchi…. Le unghie del gatto, non servono a nulla…

  6. grazie, sempre molto interessante; ma più che un nuovo "ordine" mondiale sembra una grande espansione commerciale che, appunto, non è un ordine perché non viene imposto; trova grande "spazio" perché, a differenza del massimo sfruttamento dell'occidente, è conveniente per i partner.
    L'oligarchia occidentale pensa solo alla finanza, per esempio la recente vendita di US Steel a Nippon Steel per 14 milardi di $, e poi si "incassa" se gli altri fanno impresa

  7. Caro Davide,

    mi spiace essere puntiglioso ma sarà la quinta volta che commettete lo stesso errore in quasi ogni video: a 16:50 giustamente parli di come la BRI sia di un valore di "mille miliardi di dollari" (il che è corretto) nel testo vi riferite incorrettamente a "1 trilione di dollari" (cioé un miliardo di miliardi di dollari).

    Reminder: "trillion" in inglese, è "bilione" in Italiano.
    Un "trilione" in Italiano, sono mille biliardi, ovvero un milione di bilioni, ovvero un miliardo di miliardi, ovvero un "quintillion" in inglese.

    Nel testo quindi incorrettamente avete scritto che il valore della BRI non è di mille miliardi di dollari, ma bensì da un miliardo di miliardi di dollari.

    Per favore provate a correggere questo errore. Sia voi che Ottolina TV continuate a commetterlo ed è peccato perché pecca la vostra credibilità, quando fate come al solito un eccellente lavoro.

    Continuate cosi, ma per favore correggete questo aspetto nei prossimi video!

    Cordiali saluti,

  8. Grande! Ma io mi chiedo, dopo oltre 20 anni che stiamo spostando la produzione in Cina per far lavorare loro e per permetterci di comprare a basso costo, ma solo adesso si svegliano questo signori? Sarà che non conviene più, ormai son più forti. Però come faranno adesso Nik, Abidas, e tutti quei grossi marchi che ci vendono scarpe da 2€ a 100€?