Giappone, Non succedeva da 17 anni: Sconvolgerà i mercati?

Dopo ben 17 anni la banca del Giappone ha preso una svolta storica Alzando il tasto di riferimento e ponendo così fine all’era dei tassi negativi e al controllo dei rendimenti obbligazionari giapponesi due strumenti non convenzionali adottati sin dal 2016 Tuttavia quali possibili conseguenze potrebbero scaturire sui mercati in

Seguito a questa decisione e in che modo potrebbe influenzare la stabilità del governo a lungo termine analizzeremo questi punti A breve Dunque Ragazzi forse non tutti sono consapevoli che in Giappone per oltre due decenni il costo del denaro è rimasto virtualmente immutato mantenendo di conseguenza stabili i prezzi di quasi tutte le merci

Ma come è stato possibile arrivare a Tale situazione per comprenderlo è necessario fare un salto nel passato negli anni 80 il Giappone ha sperimentato una crescita economica straordinaria caratterizzata da un aumento significativo del PIL e da un’espansione rapida delle sue Industrie tecnologiche e automobilistiche portandolo a emergere come una delle

Principali potenze mondiali il PIL per esempio ha registrato un balzo da 44.3 miliardi di dollari nel 1960 a un trilioni di dollari nel 1980 Alla fine degli anni 80 l’economia giapponese rappresentava circa il 10% dell’economia mondiale e molti esperti prevedevano che presto gli States avrebbero ceduto il loro primato al

Gigante asiatico diversi fattori hanno contribuito a questo miracolo economico giapponese Ma uno dei principali è stata l’espansione significativa della classe media Dunque tutto sembrava procedere a gonfie vele fino a quando non arrivò il 1990 l’anno in cui finalmente la bolla scoppiò questo evento ha segnato l’inizio di un periodo di stagnazione

Che ha perdurato Per oltre un decennio la bolla speculativa giapponese ha iniziato a prendere forma nel 86 influenzando sia il mercato azionario che quello immobiliare la crescita esponenziale dei prezzi degli immobili e delle azioni era stata alimentata da una politica di prestiti a basso Tasso interesse che incoraggiava quindi speculazioni molto aggressive Tuttavia

Nel 1990 la banca del Giappone decise di intervenire aumentando i tassi al fine di contrastare l’eccessiva speculazione e frenare l’inflazione galoppante tale cambiamento portò a una riduzione della liquidità e fece crollare i prezzi degli asset causando gravi difficoltà per molti debitori nel rispettare i loro obblighi finanziari il valore degli

Immobili e delle azioni scese in picchiata lasciando banche e investitori in un bagno di sangue se alla fine degli anni 90 il Nicki segnava 38.900 punti a marzo del 1992 ne segnava esattamente la metà per quasi tre decenni i giapponesi non hanno sperimentato l’inflazione il che si rivel lato molto dannoso poiché

Un tasso di inflazione intorno al 2% è essenziale per stimolare la crescita economica e il benessere di una nazione a questo punto la Banca Centrale del paese per provare a riprendere in mano la situazione fece ciò che fanno tutte le banche centrali ovvero abbassare i tassi infatti in Giappone a differenza

Dell’eurozona negli ultimi due decenni i tassi sono rimasti in prossimità dello zero Tuttavia la politica monetaria super accomodante non ha aiutato il paese a sfuggire alla deflazione così nel 2013 la Banca Centrale decise di passare alle maniere forti e introdusse una politica chiamata quantitative and qualitative easing In pratica fece

Immensi acquisti di obbligazioni e di altre attività finanziarie per iniettare denaro nell’economia e provare così ad aumentare l’inflazione l’effetto era simile a quello di aprire il rubinetto di una doccia facendo fluire fiumi e fiumi di monete nell’economia A dire il vero inizialmente questa strategia ebbe successo però poi la deflazione ritornò

A farsi viva qualche anno dopo così nel 2016 la Banca Centrale decise di introdurre i tassi di interesse negativi sui depositi bancari obbligando quindi le banche a pagare per mantenere i loro depositi in eccesso presso di essa questa mossa aveva l’obiettivo di incentivare le banche a prestare denaro

A cittadini e imprese per far girare la macchina economica Tuttavia indovinate un po’ neppure i tassi negativi hanno rianimato l’economia del Giappone al contrario hanno spinto gli investitori giapponesi che ovviamente sono alla ricerca di rendimenti migliori come tutti noi a diventare i maggiori esportatori di capitali al mondo infatti

Oggi il Giappone detiene oltre un trilione di dollari di titoli di Stato Usa infine il paese nipponico ha tentato un’ultima mossa disperata per rilanciare la crescita introducendo questa volta il controllo della curva dei rendimenti questo approccio mira a mantenere bassi e stabili tassi a lungo termine incoraggiando così famiglie e imprese a

Prendere in prestito denaro e ad investire poiché sanno di Non doversi preoccupare di brusche fluttuazioni nei costi del denaro nel prossimo futuro finalmente ad aprile 2022 nel paese si è registrata un’inflazione superiore al 2% Il problema è che non è stata causata da incrementi nella spesa dei consumatori

Bensì da forze esterne più in particolare dal conflitto in Ucraina che ha innescato uno tsunami inflattivo Ed eccoci qui nel 2024 anno in cui il Giappone ci sorprende di nuovo però non mi riferisco ai rendimenti Stellari che sta producendo il suo mercato azionario bensì mi riferisco al fatto che per la

Prima volta da 17 anni la boj ha deciso di abbandonare non solo la politica dei tassi negativi ma anche la politica di controllo della curva dei rendimenti ora Qualcuno potrebbe chiedersi ma quali sono le implicazioni a livello globale di questa storica misura la prima implicazione riguarda il Carry Trade il

Carry Trade è una strategia in cui un investitore prende in prestito denaro in una valuta con tassi di interesse bassi come per esempio lo yen giapponese e lo investe in un’altra valuta con tassi più alti come per esempio il dollaro Però se i tassi in Giappone dovessero continuare

Ad aumentare si potrebbe verificare un ridimensionamento delle posizioni di Carry Trade un rientro dei capitali nel paese e un rafforzamento dello Yen dato che la domanda per la valuta aumenterebbe gli investitori giapponesi che hanno storicamente cercato rendimenti più elevati all’estero a causa dei bassi tassi nel proprio paese potrebbero essere incentivati a

Reinvestire in patria Questo potrebbe portare a un deflusso di capitali da altre economie compresi gli States Inoltre uno yen più forte potrebbe avere ripercussioni sulle esportazioni giapponesi rendendole meno competitive a livello globale ma un’altra conseguenza riguarderebbe i samurai bonds che sarebbero obbligazioni denominate Yin Yen emesse in Giappone da entità non

Giapponesi con l’intento di raccogliere finanziamenti dagli investitori giapponesi paesi africani altamente indebitati come Kenya Ruanda ed Egitto hanno emesso tale obbligazione negli ultimi anni ma l’aumento dei tassi in Giappone Potrebbe rendere più difficile per loro ripagare i debiti mettendo ulteriore pressione sulle loro economie che sono già al tracollo Tuttavia un

Aumento continuo e prolungato dei tassi anche se sarebbe molto difficile però noi facciamo questa ipotesi potrebbe mettere sotto pressione il Giappone stesso che ha un debito pubblico di oltre 9 trilioni di dollari e un rapporto debito Pil del 255% ad essere messo peggio c’è solo il Libano se in futuro i tassi

Continueranno ad andare su il servizio delle norme debito pubblico aumenterebbe questo perché è un aumento dei tassi renderebbe più costoso per il governo giapponese rifinanziare il suo debito mettendo più pressione sulla stabilità economica la quale in realtà è già minacciata dal rapido invecchiamento della popolazione per farvi capire

Quanto sia grave la situazione del dell’invecchiamento della popolazione in Giappone vi basti pensare che nel 2050 il numero di lavoratori giapponesi sarà uguale a quello dei pensionati Ciò significa grossi guai in arrivo per il governo perché il crescente numero di anziani metterà una forte pressione sull’economia Comunque per il momento

Anche se la boj ha incrementato i tassi per la prima volta in 17 anni è altamente improbabile che adotti una politica monetaria restrittiva come quella che abbiamo visto negli States oppure in Europa sarebbero tre le principali ragioni Innanzitutto il Giappone Come già detto prima ha uno dei

Rapporti debito PIL più alti al mondo aumentare i tassi renderebbe più costoso per il governo finanziare questo debito in seconda battuta c’è il discorso della Lenta crescita salariale una politica monetaria restrittiva frener ulteriormente la crescita salariale e di conseguenza la spesa dei consumatori Infine c’è la questione della Bassa

Inflazione nonostante gli sforzi estremi negli ultimi anni per la Banca Centrale di provare ad aumentare l’inflazione quest’ultima è rimasta ostinatamente bassa pertanto una politica monetaria restrittiva che tende a ridurre l’inflazione non sarebbe appropriata in questo contesto Insomma ragazzi Questa che abbiamo appena visto è la situazione del Giappone decisamente poco

Rassicurante nel lungo andare Mi raccomando fatemi sapere se eravate già al corrente con quanto ho detto finora Grazie per la visione Io vi saluto e vi mando un grande abbraccio alla prossima

Decisione storica della BOJ. Parliamone.

▶️collabora col canale: becurious.business@gmail.com

Dopo ben 17 anni, la Banca del Giappone ha preso una svolta storica, alzando il tasso di riferimento e ponendo così fine all’era dei tassi negativi e al controllo dei rendimenti obbligazionari giapponesi, due strumenti non convenzionali adottati sin dal 2016. Tuttavia, quali possibili conseguenze potrebbero scaturire sui mercati in seguito a questa decisione? E in che modo potrebbe influenzare la stabilità del governo a lungo termine? Continua a vedere il video per scoprirlo.

Comments are closed.