Comunicare la Bioeconomia. Progetto BIOECO-UP

Ok allora salutiamo tutti Buonasera a tutti parliamo di bioeconomia un’economia adesso la dico io che non sono il settore Quindi mi dite se la dico bene un’economia ecologicamente e socialmente sostenibile Ok bene promossa ehm parleremo Inoltre del ruolo del cittadino E che cosa può fare il cittadino per aiutare a sviluppare

Questo tipo di economia un cittadino che è definito prosumer perché sia produttore sia consumatore vedremo che cosa significa questo parleremo dell’importanza politica e culturale che ha questo tipo di approccio anche in Europa e poi di alcuni temi specifici che sono proprio del questo progetto bioeco app ma di questo ci parlerà più

In detaglio Fabrizio e e alla fine del webinar raccoglieremo le le mail di tutti i partecipanti di tutti i nostri tutto il nostro pubblico perché invieremo per mail tutti i materiali informativi che sono stati prodotti all’interno di questo progetto sugli argomenti di cui parleremo oggi quindi un followup per sono è materiale

Divulgativo e può interessare per approfondire questi temi Inoltre realizzeremo anche una nell’intervento di Ruggero rollini vi Chiederemo una partecipazione Molto breve e veloce per rispondere a un paio di quiz Quindi cerchiamo di rendere un po’ interattivo questo questo webinar e che altro dire che i relatori hanno a

Disposizione un massimo di 10 minuti la chat è disponibile per le domande che riprenderemo alla fine quindi iniziamo passo la parola a Fabrizio Cavani responsabile dell’Università di Bologna del progetto bioeco app che ci così ci introduce i quattro temi principali di questo di questo seminario On va bene grazie grazie Laura sono izio

Cavane sono docente dell’Università di Bologna e e mi occupo in quanto chimico industriale degli aspetti della bioeconomia Dal mio punto di vista ovviamente no Quindi intanto di cosa si tratta Cioè questo progetto dove nasce nasce nell’ambito di una di un programma cofinanziato dall’Unione Europea che è intitolato Il programma è intitolato

Interreg Europe ed ha come obiettivo quello di realizzare delle soluzioni di sostenibilità condivise tra diversi paesi membri portandole da un contesto globale a un contesto più regionale e locale in particolare nell’ambito di questo programma il nostro progetto che è bio eeca ha l’obiettivo di favorire la diffusione dei principi della

Bioeconomia e che è uno poi dei pilastri su cui si appoggiano sia il New Green Deal europeo che tutte le politiche continentali volte al conseguimento degli obiettivi di sostenibilità e favorire la diffusione al di là di quello che è un ambito chimico scientifico e tecnologico va bene in

Generale ma cercando anche di trovare soluzioni che permettono di superare le barriere che che in qualche modo oggi ostacolano in parte l’applicazione pratica dei principi della bioeconomia e non staccano anche un po’ l’accettazione da parte della società ecco per aggiungere Questo obiettivo vi sono diversi metodi diversi strumenti e noi

Abbiamo scelto del racconto cioè raccontare quelli che sono i principi fondanti della bioeconomia raccontandola con esempi di successo con applicazioni pratiche che sono anche utilizzabili nella vita di tutti i giorni ed è questo che ci proponiamo esattamente con questo obiettivo è quello che ci proponiamo in questo

Seminario il Tutto nasce da una serie di Come ho detto prima laurea di opuscoli illustrativi e che che ora vi faccio vedere quindi Condivido un at attimo lo schermo e ehm allora eh questi sonoo i 17 opuscoli che il progetto ha preparato ehm come vedete Vi sono diciamo alcuni aspetti generali la bioeconomia

Eh aziende sostenibili ma anche ma anche diciamo applicazioni più pratiche quotidiane soluzione Green n vite di tutti i giorni eh gli aspetti sulla biomassa R sostenibile metodi conservazione alimentare compostaggio eccetera quindi eh Un po’ tutti gli aspetti che che riguardano leconomia vengono descritti in questi opuscoli che verranno Resi

Disponibile ai partecipanti a questo convegno e noi abbiamo diciamo scelto alcuni quattro di questi temi tre o quattro di questi temi che sono quelle di cui andremo a parlare oggi in particolare oggi parleremo e di bioplastica e biodegradabile di valorizzazione di biomasse acquatiche e di ottenimento di bioprodotti dagli

Scarti in particolare delle scarte dellindustria agroalimentare e di chimica ottenuta dai vegetali ma nell’ottica della della produzione di di cosmetici quindi l’ambito della biocosmetic sono gli ultimi quattro dal 14 al 17 elencati in questa in questa in questa slide ehm e quindi eh adesso interrompo la condivisione avremo quindi alcuni esperti che ci

Racconteranno alcuni aspetti di queste quattro tematiche che vanno dall diciamo dall dal tema della produzione industriale a quell della comunicazione vi racconteremo quindi l’esperienza in alcuni di questi temi cercando di in qualche modo di raccontare come l’applicazione dei principi della bioeconomia possa portare dei vantaggi non solo all’ambiente ma

Anche che alle nostre attività quotidiane e chiudo qui e passo quindi la parola a Laura che presenta il primo degli speaker Sì il nostro prossimo speaker è Stefano Bertacchi Allora Stefano è dell’università di Milano è anche Noto in rete Come divulgatore scientifico e ha però un altro ruolo che ci interessa

Moltissimo perché è un giovane Ambasciatore per la bioeconomia in Europa appartiene a questo gruppo di giovani Ambasciatori e adesso Stefano ci racconta Che cosa significa essere parte di questo gruppo certo adesso vi condivido non mi fa condividere allora e intanto se lo metti in chat dopo lo condivido

Io sì asate che Ah no ora sì ora sì ora sì lo scente bene Perfetto ora ora vedete sì perfetto allora innanzitutto Grazie mille per per l’invito come detto io sono Stefano Bertacchi sono ricercatore per università Milano Bicocca Come biotecnologo industriale particolare presso il National biodiversity future Center che è un

Progetto pnrr nello specifico all’interno dello spoke 6 che fa parte degli spoke dedicati alla Urban biodivers la la nostra ricerca al dipartimento di biotecnologia E bioscienze perché ha a che fare con le bioraffinerie scusate con la bioeconomia e anche con la biodiversità perché noi sviluppiamo dei bioprocess basati sull’uso di lieviti

Geneticamente modificati o meno lieviti in particolare poi in generale i microorganismi Con lo scopo di produrre delle molecole di interesse commerciale di vario tipo a partire da biomassa se meglio ancora se residuali in cui liberiamo per esempio degli zuccheri mediante un approccio di idrolisi enzimatica Eh la biodiversità nasce su

Almeno quattro aspetti la biodiversità microbica in particolare quella dei lieviti la biodiversità genetica quindi andando a cercare geni DNA enzimi in natura come nuove strategie da implementare all’interno di queste cell Factory microbiche Quindi questi microorganismi per ottenere degli organismi geneticamente modificati con approccio di biologia sintetica dalle proprietà innovative ovviamente a biodiversità è

Anche legata a le biomasse che possiamo ottenere come come residui e anche sulle diverse tipologie di prodotti che vanno da bioplastiche biocarburanti vitamine coloranti Insomma diverse tipologie di di molecole qui è un esempio di processi su cui sto lavorando quindi per esempio sulla Val izzazione di molecole come per esempio quelle

Aromatiche di derivante da diverse tipologie di residui di biomassa in modo da fornirli a sacaron cevis che il comune lievito del paran della birra geneticamente modificato mediante per esempio utilizzo di crisper C9 per ottenimento di prodotti vari con interesse merceologico questo all’interno questo è il il mondo della

Ricerca in cui in cui lavoro come si dice dieva in parallelo nel 2022 Sono stato nominato dalla Commissione Europea come Uba Economy Youth Ambassador in un gruppo di 15 persone da tutta Europa qui vedete tutta la squadra da diverse Nazioni siamo tra italiani gli altri due italiani però vivono all’estero vedete

Diverse Nazioni Estonia Portogallo Lituania Austria Insomma da tanti Paesi diversi con diverse tipologie di background abbiamo lavorato su diversi aspetti insieme al di dg byo Economy proprio direttamente con la squadra quella che ha scritto la strategia Europea per la per la bioeconomia e nel tempo abbiamo sviluppato Questa che vedete a destra La

By Economy Youth Vision che è un documento da noi scritto per influenzare le future politiche sulla bioeconomia dal punto di vista per della commissione europea questo perché come saprete ci saranno breve le elezioni sarà tutto un cambiamento e sicuramente ci sarà una nuova strategia proposta quindi l’idea e di inserire all’interno delle tematiche

Che ci interessano Come giovani fermo stando che io sono il più anziano della squadra ma dentro ci sono anche ragazzi e ragazze di 20 anni quindi sicuramente un incontro intergenerazionale in questo senso sono proprio appena tornato settimana scorsa da by Economy Chang Maker festival che c’è stato a Bruxelles

In cui abbiamo presentato questa vision e anche consegnata fisicamente ad alcuni alti ufficiali della della Commissione Europea sia Leti al Green Deal che alla bioeconomia nello specifico i temi che abbiamo trattato Si possono dividere in cinque tematiche che sono il coinvolgimento dei giovani soprattutto la punto di vista del decision making portare la

Diciamo la bioeconomia come uno dei temi importanti a livello delle azione a tutti i livelli ripensare il modello economico in cui in cui cui viviamo in cui appunto il tema della della bioeconomia da sola non potrebbe risolvere il problema e l’uso responsabile delle biomasse che è quello

Su cui adesso mi voglio focalizzare e l’ultimo invece andare a trovare gli effettivi problemi e benefici su della bie economia stessa Eh quello di cui mi sono occupato io primariamente che ho anche esposto a bruxell Appunto punto quatt quello della valorizzazione delle risorse biobased quindi non solo una Una

Puro sfruttamento ma una vera e propria valorizzazione ho cercato con la mia appunto esperienza di divulgazione scientifica di cercare di portare un un messaggio un discorso che potesse essere compreso anche da persone dal pubblico che avevo di fronte che era un mix di politica associazioni di categorie associazioni di lobbismo eh nel senso

Più generale del termine ehm oppure anche appunto politici sia europei che nazionali quindi in questo senso ho abbiamo Ognuno di noi ha proposto un Meme che è una modalità di comunicazione che Vabbè io amo utilizzare tutto sui social network ma penso che può essere utile per diciamo un po’ bucare la

Parete anche dal punto di vista scenografico e dell’evento in cui ci si trova stessi qui un esempio appunto in cui Saggio È che semplicemente bruciare le biomasse non è né né Green né sostenibile proprio per avere una reazione da parte del pubblico i temi quello che ho cercato di fare è di avere

Una sorta di di piramide eh partendo da ciò che è più grande in realtà cente non sono più grande le piante quindi i temi dell’Agricoltura della Sid coltura Quindi con una gestione più sostenibile più circolare di entrambi eh per quanto riguarda il tema poi degli animali sull’allevamento Quindi per riuscire a sviluppare dei

Modelli che siano meno impattanti sapendo Quant’è impattante il tema del mondo della carne e le scelte alimentari quindi per favorire uno shift verso un una dieta più Plant Based andando più in basso le cellule Ovviamente le cell Factory microbiche sono quelle che mi occupo io di ricerca appunto nelle

Bioraffinerie ma anche temi un po’ più Spinosi come per esempio la carne coltivata quindi la la carne Sell Based Poi scendendo ancora di più il DNA Quindi con lo sviluppo di OGM che è un tema complicato da affrontare dal punto di vista politico perché suto a livello

Europeo tutti quelli con cui ho parlato appun siamo un po’ restia a parlarne nonostante tutto le norme potenziale che abbiano e poi il tema delle delle New genomic techniques quindi tutto quello che Conc Cè ne Cris per leting genomico che ha aperto un mondo di proprio la combinazione di

Scienza politica e comunicazione enorme che adesso non sto qua ad affrontare perché sennò altro che 10 minuti ci vorrebbero 2 ore però è proprio un esempio in cui qui proprio una carrellata di tanti temi su cui si potrebbe parlare a lungo in cui io ho cercato con la mia esperienza un po’

Triangolare di ricerca di comunicazione e politica di di di affrontare in questo contesto la bi economia è politica nell’atto pratico qui il nostro incontro con Maro cetkovic che è l’executive BY President della commissione europea nello specifico per il Green Deal a cui abbiamo consegnato la nostra vision e

Che Speriamo di avere con cui Speriamo di avere presto Un followup per riuscire a portare al centro delle strategie della commissione europea appunto il tema eh della bioeconomia quello che ho cercato anche con i ragazzi più giovani in particolare di spiegare che Sfortunatamente non basta dire che siamo

Nei guai dal punto di vista climatico Ma che ci vuole anche una strategia comunicativa per portare dalla nostra parte chi o proprio è gnucco mettiamola così Oppure proprio non si interessa di questi temi Vi ringrazio Questi sono i miei miei contatti mi trovate anche suelle principali piattaforme Social dove sono particolarmente attivo e

Assolutamente disponibile alla fine del dell’evento per per tutte le domande Grazie mille Stefano molto interessante questo ruolo in Europa ehm adesso invece per introdurre il prossimo relatore Luca Lambertini docente dell’Università di Bologna direttore del Centro Alma climate e devo dire che il collega colo è quant mai

Appropriato perché mi sa che non mi vedete giusto Laura non ti vediamo però ti sentiamo le slide le ho io quindi perché il problema è che c’è un qualche un guaio sulla webcam Adesso ho smesso di funzionare dentro a teams ti sentiamo le slide le ho io quindi non c’è

Problema bene in realtà le slide sono estremamente stilizzate perché preferisco parlare senza tirare troppo gli occhi degli ascoltatori intanto Buonasera a tutti e grazie su slide che magari possono risultare troppo fitte perché in realtà sono un accessorio alla serata in quanto vi devo illustrare con una certa snellezza che cosa intendiamo come

Prosumer esza Scus Lua Volevo solo aggiungere questo che mi sembra che il ruolo del prosumer sia un po’ a metà fra la la bioeconomia come politica e la bioeconomia come comunicazione e come scienza mi sembra Eh sì in realtà è una figura estremamente poliedrica perché stiamo parlando di un cittadino

Che simultaneamente consuma produce e vota E quando dico vota vuol dire Val urne legge qualcuno invece di qualcun altro a seconda delle piattaforme elettorali e dei suoi contenuti che è un aspetto non secondario di tutta questa vicenda In altre parole dobbiamo Innanzitutto Tenere presente che quello che sta accadendo

Nell’Unione Europea ormai da anni e in primo luogo sull’iniziativa della signora von derlien è un Unicum A livello mondiale nella storia del pianeta che è una storia che ha avuto il suo culmine Eh con la firma eh Anzi Eh ha avuto il suo Turning Point con la firma dell’accordo

Di Parigi e ha cominciato ad assumere dei significati attraverso i Cop successivi dell’ ipcc a partire da catovic dove se visto lo scandire dei diciamo delle cifre e delle date a cui ci si aspetta di raggiungere degli obiettivi a determinati costi Eh questo a partire da dopo la firma dell’accordo

Che in quanto tale è un accordo programmatico che non ha un significato operativo stringente e è delle fasi successive che abbiamo cominciato a capire quale meccanismo dobbiamo mettere in opera e in questo in questo eh l’Europa e non solo l’Europa ma diciamo l’Unione Europea Eh ha idee molto chiare sul potenziale

Di una massa di circa 350 milioni di cittadini che faranno delle scelte che influenzeranno eh non solo quello che succederà dentro al perimetro dell’Unione Europea ma anche probabilmente molto di quello che succederà al di fuori del perimetro dell’Unione ehm questo perché Perché la figura del prosumer è la figura di un individuo

Dentro una massa di suoi pari eh noi possiamo avere l’impressione che è come dire giustificabile ma in realtà Per fortuna è sbagliata del fatto che ciascuno di noi ha un peso in questa vicenda Talmente piccolo da essere rilevante ma come qualunque matematico si spiegherebbe la somma di infinitesimi

A un certo punto diventa arbitrariamente grande e quindi la massa di 350 milioni di persone che fanno delle scelte motivate in un certo modo all’interno del perimetro dell’Unione eh diventa rilevante a livello planetario Eh perché Perché in realtà noi stiamo pensando a un meccanismo che chiamiamo bioeconomia che ha avuto delle come dire

Delle declinazioni piuttosto diverse Nella nella lunga storia di questa idea eh Ma che coinvolge sia il lato della produzione che il lato del consumo e qui sto parlando da economia da economista industriale neanche ambientale perché sono come dire a livello base di Questo ragionamento Sono ritornato come dire

Agli albori del mio lavoro 30 anni fa quando non stavo pensando all’ambiente e il mutamento fondamentale consiste nelle parole in rosso che trovate citate da un documento fondante della commissione europea pubblicato 12 anni fa in cui l’unione tramite la commissione dichiara una cosa che sembra un gioco da ragazzi in realtà è una

Grandissima sfida ovvero allungare Eh il più possibile la vita utile di materiali semilavorati e dei beni finali Che vuol dire innescare un processo di rying e remanufacturing che è completamente nuovo rispetto al meccanismo industriale dell’economia globale che ha creato il problema che adesso siamo chiamati a

Risolvere e questo fa di ognuno di noi un prosumer ehm Che vuol dire due cose diverse in realtà connesse Ma nella sostanza diverse ugualmente efficaci ovvero una figura di prosumer in forma diretta e una figura di prosumer in forma indiretta Eh scusa Laura puoi girare e darmi la seconda

Slide grazie Allora che cosa intendiamo per prosumer diretto Il prosumer diretto È un soggetto che da libero cittadino che nella vita di tutti i giorni fa delle scelte in continuazione su che cosa acquistare su che cosa non acquistare su come gestire le risorse idriche ed energetiche che usa

Quotidianamente si pone sia sul lato della domanda che sul lato dell’offerta ovvero è protagonista anche del processo di produzione ehm vi posso fare un esempio che sta funzionando e di cui abbiamo esperienza diretta perché era un climate Kick attivato all’Università di Bologna con membri del del del Marconi e del e del

Dipartimento di scienze economiche in cui ero coinvolto anch’io insieme a Carlo Alberto Nucci e Alberto Borghetti che è il progetto Geo 2018 2021 che aveva un target relativamente limitato ovvero arrivare a stimolare due quartieri di Bologna Roveri e Pilastro ad adottare fotovoltaico per un ammontare che era il

Target alla chiusura del progetto cioè ottobre 2021 di 1 MW ricordo una bellissima telefonata di Carlo Alberto Nucci 9 mesi dopo nell’estate del 22 che mi raccontava che il passaparola A livello industriale Alle rovery e a livello diciamo così abitativo al Pilastro aveva portato alla triplicazione avevamo appena passato tra

Allacciamenti effettivi e contratti in essere non ancora operativi il terzo MW nel giro di 9 mesi dal dall’inizio del progetto Questo naturalmente non è relativo a biomasse relativo all’uso di fotovoltaico però è un episodio esemplare di una storia che poi adesso viene incastonata dentro a una delle fasi più

Impegnative che è la creazione di 100 Smart Cities dentro il territorio dell’Unione Europea in cui è coinvolta anche Bologna che vuol dire dimostrare che con il contributo dei singoli cittadini che si aggregano lungo una strada proficua sotto il profilo ambientale è possibile trasformare grandi città metropolitane dal milione

Di persone in su dentro l’Unione Europea Prima del 2040 che è una cosa che nel giro di 10 anni fa o 15 anni fa sarebbe apparsa assolutamente impensabile detto questo c’è anche un meccanismo indiretto e qui chiedo a Laura di darmi l’altra slide Grazie mle che è può essere

Esemplificato da un modello di consumo che noi sperimentiamo tutti i giorni ma di cui non non diciamo anche giustamente perché questo è un livello di informazione che richiede un impegno individuale un po’ più robusto ma che comunque è accessibile da dati che sono disponibili anche sul web da fonti

Estremamente affidabili di che cosa mangiamo quello che noi facciamo quando dico che la parte più ricca del pianeta qui sto utilizzando molto e ho sintetizzato una storia molto più lunga ma nella sostanza se voi prendete Europa occidentale Nord America Giappone Australia Nuova Zelanda e poco altro il nord del mondo il nord

Economico del mondo spreca 1500 calorie proc capite al giorno che è una quantità folle ok perché è di fatto eh il triplo eh di quello che ne spreca la parte più povera nella maggior parte dei quali nella maggior parte dei casi la parte più povera Eh si ritrova con una parte

Residua effettivamente usata che è inferiore al 70 del 70% a quella che noi sprechiamo che vuol dire che nel momento in cui il nord del mondo dovesse arrivare a controllare con un po’ più di dettaglio e di accortezza quello che fa quando fa la spesa e si potesse raccattare il 40 o il

50% di quello che noi effettivamente sprechiamo dopo la fase della vendita al dettaglio trasferendo di almeno 1000 km questi prodotti alimentari a paesi che non se lo possono permettere e basta guardare al nordafrica non voglio neanche arrivare a parlare dell’Africa subsaariana risolveremmo automaticamente sulla base di una decisione collettiva che è l’agglomerato di

Infinite decisioni individuali estremamente piccole ma prese tutti i giorni i problemi alimentari e di sopravvivenza di base di un multiplo dei cittadini dell’Unione Europea di colpo ha un costo che è paragonabile quando non inferiore costo stimato ovviamente perché non abbiamo un’esperienza diretta di un trasferimento di questo tipo ma le

Stime ci sono e sono affidabili ad un costo che è uguale e inferiore a quello che noi sopportiamo semplicemente per avere un meccanismo che ci liberi di questi sprechi all’interno del nostro orticello di casa in cui talvolta ciò che noi pensiamo di raccogliere sulla base di una effettiva da parte nostra raccolta

Differenziata date le circostanze di caso in caso molto spesso finisce in un inceneritore anche se noi abbiamo fatto l’indifferenziata alla perfezione perché abbiamo dei problemi nella gestione di volumi di rifiuti così ingenti questo per dire che cosa per dire che alla fine in realtà trovarsi in un pezzo del nord del

Mondo che assume è una coscienza rivolta al singolo cittadino dell’Unione Europea del tenore di quella che l’Unione Europea è riuscita a creare negli ultimi 10 anni è da un punto di vista diciamo così generale una fortuna per noi ma è anche un impegno nei confronti di altri e tutto

Questo senza compromettere perché c’è una lunga lunghissima discussione che risale aor Regen senza compromettere il modello di crescita diciamo e di benessere perché il PIL serve anche per pagare le tasse per assicurare un servizio sanitario nazionale aperto a tutti 24 ore su 24 in cui si paga il ticket invece di vedersi

Chiedere la carta di credito Ok in un modello di società stabile prettato infinite generazioni nel futuro sulla base di modelli di consumo che non sottraggono niente al nostro benessere Ma che esternalizzanti nei confronti di porzioni del pianeta che non se le possono permettere tutto questo sulla base di

Una presa di coscienza individuo per individuo in cose relativamente piccole e veramente poco faticose e mi fermo qui Scusate ma la mia telecamera mi ha fatto perfettamente nei tempi perfettamente nei tempi Grazie ma erano dati e considerazioni veramente interessanti se nel frattempo ci sono domande ricordo che

Potete scriverle in chat e poi le riprendiamo Alla fine degli interventi Beh Leonardo adesso ti puoi collegare benissimo Hai avuto un assist stupendo per entrare con il tuo intervento e Leonardo ci ci parla di delle possibili applicazioni della biocosmesi o no Esatto Sì esatto allora aspetta che adesso provo a vedere se

Riesco a condividere lo schermo Allora questo si vede qualcosa si vede lo schermo sì perfetto allora mi sembra tutto un po’ molto lento adesso provato dire ok ok Vabbè allora mi continuo a aprire queste cose qua Va bene e va bene allora sì io mi collegherò diciamo a entrambi gli interventi specialmente all’ultimo

Quando si parlava di prosumer director prosumer ind diretto e comunque qu è l’approccio diciamo legato appunto al al alla bioeconomia quando si parla di bioeconomia fondamentalmente appunto come si diceva anche nel primo intervento e si parla anche di bioraffinerie Noi siamo dei chimici Io almeno sono un chimico e quindi diciamo

Vedo il il lato diciamo della della bioeconomia più dal lato della della possibilità di produrre molecole di interesse qui per per la chimica in maniera particolare per la chimica industriale e che a volte sono difficili da comprendere ma diciamo che Eh le biomasse quindi tutto quello che è il

Materiale organico che si si viene a sviluppare tramite la fotosintesi che e sviluppa quelli che per per le piante sono quelli che si chiamano induttori chimici di resistenza cioè tutto ciò che le piante utilizzano un Acino come vedete in questo caso duva utilizza per potersi difendere dall’ambiente in quanto le piante essendo soggetti

Diciamo così più o meno immobili e non è che possono proteggersi Come fanno gli uomini cioè vestirsi muoversi o o costruire delle cose eccetera eccetera quindi devono sviluppare tramite la fotosintesi delle molecole che Gli permettono di difendersi da tutti quelli che possono essere più o meno gli attacchi e che subiscono nell’ambiente

Nel quale ovviamente vivono Questo è il motivo per cui ambienti diversi territori diversi climi diversi svilupperanno molecole diverse questo è appunto è quello che noi chiamiamo la biodiversità quindi le i vegetali sono delle grandi fabbriche di chimica verde diciamo così e quindi chimica che può essere utilizzata per Eh la chimica

Industriale e quindi al posto della chimica che oggi utilizziamo che deriva ovviamente dalla petrochimico è quindi dal dall’energia fossile dal dai combustibili fossili ehm possiamo per esempio ottenere addensanti le le ehm pareti cellulari sono molto complesse e però contengono appunto tante di queste molecole tra queste Appunto abbiamo per

Esempio G addensanti possiamo produrre i grassi da questo in questo caso i grassi vegetali così come Come possiamo produrre i grassi animali da quelle che sono ovviamente le cellule animali e così via e possiamo produrre anche dei principi attivi cioè Quindi quelli che sono ehm quei principi che servono proprio

Alle piante in difesa diciamo dagli agenti esterni che possono essere microbici possono essere agenti come Luv e cioè quindi diciamo fisici e così via e quindi diciamo tutte queste molecole messe insieme possono contribuire a fare un patrimonio di potenziale enorme però queste molecole sono inserite all’interno di quelli che sono eh delle

Strutture che dobbiamo in un qualche modo destrutturare cioè queste molecole non le ritroviamo libere nelle strutture vegetali ma sono chelate all’interno ovviamente delle delle varie strutture quindi dobbiamo utilizzare delle forbici si facevano riferimento proprio nel primo intervento agli enzimi Cioè quindi a piccole forbici chiamiamo così molecolari che ci permettono di tagliare

Le varie parti della struttura e liberare tutte queste quelle che sono delle molecole di interesse per noi che possono essere più o meno utilizzate in eh processi diversi Questo è il motivo per cui in realtà dalle da queste strutture vegetali possiamo ottenere quella che si chiama tecnicamente la

Chimica dei prodotti cioè delle molecole secondarie che in inglese sono i secondary chemicals building Block Cioè quindi come piccoli blocchi che possiamo poi utilizzare per sintetizzare quindi creare blocchi più grossi cioè che possono arrivare ovviamente a polimeri a materiali e così via e attraverso quindi la eh chimica dei vegetali che è una

Chimica rinnovabile perché deriva dalla fotosintesi quindi è sempre energia solare che stiamo utilizzando e possiamo Come si diceva appunto nel primo intervento utilizzare produrre dei biocombustibili possiamo ottenere della bioenergia se le bruciamo addirittura e come vedete qui ho messo delle x perché produrre biocombustibili e e bruciare queste queste biomasse tanto pre

Diciamo così è poco conveniente è poco interessante da un certo punto di vista mentre ottenere la chimica ovviamente che la stessa chimica che potremmo tenere in maniera anche più complessa e anche più complicata da quella che oggi è la chimica industriale cioè la petrochimico diventare estremamente interessante e a volte

Anche poco costoso se noi per esempio mettiamo insieme gli addensanti che abbiamo visto prima i grassi che abbiamo visto come molecole e quelle molecole diciamo funzionali che abbiamo che abbiamo visto e le separiamo dalle dalle biomasse le ricombinato e a questo punto possiamo per esempio e produrre dei cosmetici proprio perché queste queste

Tre famiglie di composti Eh sono proprio le stesse che utilizziamo partendo dalla petrochimico quindi per esempio in questo caso possiamo produrre la biocosmesi attraverso la bioraffineria Cioè quindi la raffinazione dei materiali vegetali Quindi da una parte e questo materiale vegetale Quindi come in questo caso vediamo un grappolo d’uva e

Ci permette di produrre il vino che è un cibo e quindi questo lo possiamo in un qualche modo consumare no e dall’altra parte un sottoprodotto che è uno scarto che invece lo potremmo valorizzare proprio perché all’interno di questa matrice vegetale ci sono tutte quelle molecole che abbiamo visto prima di di

Interesse quindi scombino e ricombinare un un secondo prodotto che oggi otterremo in realtà per via attraverso la chimica Quali sono i problemi che abbiamo nel arrivare a questo perché tutto sembra molto facile ma in realtà non è così semplice No Da una parte le norme e la valorizzazione

Degli scarti agroalimentari ci pone un problema perché nel momento in cui noi produciamo il vieno e produciamo lo scarto che è tanto prezioso quindi si potrebbe tranquillamente utilizzare per questa tipologia di attività dico biocosmesi ma può essere Nutraceutica o altre applicazioni diciamo generali e finché lo Cardo rimane all’interno

Dell’azienda e e questo è sottoprodotto e quindi fino che nelle disponibilità del produttore è appunto può essere utilizzato eventualmente può essere anche venduto Ma in questo caso può essere utilizzato nel momento in cui però il produttore dice che questo sottoprodotto non lo utilizza più e quindi diventa per lui uno scarto cioè

Un rifiuto e questo prodotto rientra nella normativa dei rifiuti e la normativa dei rifiuti oggi non è fatta in realtà per trasformare questo questo scarto in Ino in prodotti biocosmetici e questo è uno dei problemi che noi abbiamo perché chiaramente Diventa molto complesso poterli gestire al di fuori di

Quel di quel contesto Il Cittadino in questo caso potrebbe essere anche prosumer se si fa il vino in casa quindi fa il mosto lo fa fermentare e produce diciamo le sue vinacce come come sottoprodotto diciamo nel nella sua cantina e in linea di principio Eh potrebbe utilizzare queste vinacce e per

Produrre proprio un bioc cosmetico ma non lo può cedere a terzi Cioè non lo può vendere per esempio perché anche in questo caso e farebbe Un’operazione che da un punto di vista normativo non è possibile effettuarla Quindi anche questo costituisce un problema nel diventare un prosumer diretto da questo

Punto di vista e il prosumer in un qualche modo diciamo Eh non potrà da solo liberare tutta la chimica che è legata allinterno della parete cellulare non lo può fare perché diciamo che non può governare il processo di bioraffinerie Eh potrebbe essere che e la coltivazione di quell’uva utilizza de

Delle degli anti diciamo delle sostanze che possono diventare pericolose per l’uomo questo a difesa diciamo della coltivazione stessa e questo potrebbe ulteriormente gravare il problema nell’ambito proprio del biocosmetic o addirittura del nutraceutico se utilizziamo quello scarto per produrre dei prodotti che vengono poi addizionati al agli alimenti per esempio e la

Sicurezza chimica quindi e non è una materia che è accessibile per esempio ai non addetti ai lavori e quindi anche questo ci fa pensare che il prosumer si deve mediare all’interno di quello che è un mercato complessivo un po’ Come si diceva proprio all’inizio e ci vuole diciamo un coinvolgimento diciamo

Olistico di tutto il sistema il cittadino può quindi fare la scelta di una filiera che generi prodotti attraverso per esempio la bioraffineria di filiera quindi certamente il prosumer può diventare un prosumer indiretto per esempio da questo punto di vista cioè può fare lui delle scelte a Valle che permettono a tutta la

Filiera di poter rendersi più sostenibile e quindi per esempio valorizzare attraverso una sorta di bioeconomia a km0 e valorizzare tutta la chimica Green che è presente sul suo territorio proprio per cercare di costruire delle filiere sempre più eh diciamo strette e sempre più sostenibili e questo per esempio è quello che fanno

Alcune aziende che sono nate all’interno del mio gruppo di ricerca alcuni spin-off che sono nati come frescosmesi che è nato nel 2011 e questa è un’azienda che parte proprio dagli scarti delle aziende agroalimentari quindi non so degli agroturismi che che producono vino no E poi dopo ritirano ancora lo scarto come sottoprodotto cioè

Come sottoprodotto del dell’azienda stessa e restituiscono il biocosmetic che l’azienda poi agricola rivende eh a suo marchio quindi questa è un’operazione per esempio che si può fare quindi si può creare per esempio bioeconomia attraverso questa operazione qui il cittadino potrebbe scegliere il vino di quell’azienda così come il cosmetico di quell’azienda e quindi

E in questo modo è costruire un un prodotto un una filiera eh bioeconomica Leonardo scusa ti lascio 2 minuti Sì ho già finito eh ovviamente i sottoprodotti possono anche andare nel settore è alimentare quindi non solo nel settore cosmetico ma potremmo ritrovarli nel settore alimentare dopo vedremo anche degli

Altri esempi per così dire di questo che faranno gli altri miei colleghi e è nata per esempio Sempre nell’ambito di questa attività nel 2006 F biox che è un altro spin-off dell’Università di Bologna no Loro producono per esempio proprio partendo dagli scarti proprio gli ingredienti per le aziende che producono

Biocosmetici Quindi vanno a chiudere quella tipologia di filiera ma vanno a controllare anche tutto quello che ci sta a Monte per fare in modo che che questi prodotti siano salutari e utilizzabili per esempio nel nel settore alimentare come in questo caso per esempio questa è un’azienda che si

Chiama varvello 1888 che è un un mulino e ha prodotto delle farine speciali per esempio che contengono questi principi attivi derivanti da questi sottoprodotti oppure questo per esempio è un altro prodotto che è uscito nel 2011 a Italy nel nel come dire nel in quel contenitore e sono per esempio cosmetici

Derivanti dai presidi Slow Food quindi sono eh come dire Addirittura arrivano da quelle che sono delle filiere molto sostenibili quindi diciamo questa è un po’ La nostra esperienza e e quindi sono poi disponibile per per le domande che eventualmente possono possono nascere Grazie a tutti Grazie mille Leonardo

Ritorna a questo concetto del cittadino che fa delle scelte che è un po’ il concetto che Eh fa da Ponte a tutti a tutti gli interventi e ed è veramente interessante fare le scelte in una democrazia è la partecipazione e la libertà di di decidere anche del proprio presente oltre che del proprio

Futuro allora passo la parola Alessio adamiano Alessio è del CNR dell’Istituto di scienza tecnologia e sostenibilità per lo sviluppo dei materiali ceramici Però noi ad Alessio invece chiediamo Che cos’è l’economia blu ehm Mi sentite Innanzitutto Sì ok Eh vabbè Innanzitutto vi volevo ringraziare per per avermi invitato oggi a questo webinar

Ehm darmi la possibilità di presentare quelle che sono le nostre attività di ricerca in questo in questo campo e per economia blu Ecco per rispondere alla tua domanda c’è un po’ di ambiguità Nel senso che solitamente nel mondo per economia blu si intende la valorizzazione in maniera sostenibile in

Maniera Green delle biomasse di origine di origine Marina quindi il titolo del talk cioè Ovvero la valorizzazione dei prodotti da scarti è perfettamente in linea con questo In realtà a causa diciamo a causa di un libro scritto da Gunter polii Un economista nel 2000 11 mi pare a volte

Come Blue Economy e viene Intesa invece una branca della della Green Economy Che punta praticamente all’emissione zero nei processi e nei materiali Però noi solitamente intendiamo invece la la prima declinazione Ovvero la Blue Economy come economia che valorizza i prodotti da scarti Posso cominciare con la mia presentazione

Certo certo vai pure Sì sì sì vai pure Sì grazie Ecco appunto sono Alessio Damiano sono un Senior researcher al CNR di Faenza e prima di cominciare di addentrarci nel nel Tema volevo fare un po’ di introduzione in questa slide presento quelli che sono i 90 elementi chimici

Naturali che compongono più o meno tutti i prodotti che consumiamo ogni giorno come se fosse Appunto una tavola periodica in verde vediamo quegli elementi chimici di cui disponiamo dii disponiamo di grandi quantità in giallo invece quelli che ultimamente incominciano a essere critici e in arancione e rosso quelli per cui ci sarà

Una seria un serio problema di approvvigionamento nei prossimi 100 anni faccio notare che tra questi elementi è presente il fosforo che è particolarmente rilevante perché ehm molti fertilizzanti sono prodotti proprio a partire da questo elemento quindi una una deficienza in questo elemento Potrebbe comportare proprio una disruption a livello di produzione

Alimentare e questo avviene in un contesto dove ad esempio dal covid in poi abbiamo visto che il prezzo delle materie prime in alcuni casi si è decuplicato in pochissimi mesi una un aumento dei prezzi senza precedenti che ad oggigiorno è poi sostenuto da altre crisi quella climatica ma anche dall’

Stabilità politica Perché molti di molte delle materie prime vengono esportate o importate da pochi ehm e importate diciamo da pochi da pochi paesi e molte di queste materie prime sono connesse alla produzione alimentare quindi mettono a serio risco quella che è Insomma il settore primario della della nostra economia della nostra

Società questo ci fa capire come non è più sufficiente adagiarsi su quelle che sono le 3R che molte di voi avranno avranno già sentito cioè quella del riciclo riutilizzo e recupero ma bisogna muoversi oltre verso nuove delle nuove 3R Ma per sviluppare appunto un sistema che sia resiliente prodotti che siano

Regenerativa di produzione che siano rivoluzionari quindi per andare oltre oltre questa crisi come ad esempio Appunto quella che coinvolge il fosforo e ritorno sul fosforo come esempio perché metà dei suoli agricoli produttivi del mondo hanno una deficienza in questo elemento quindi senza questo elemento non sarebbe possibile produrre tutto il cibo che noi

Ad oggi produciamo e in un contesto in cui la popolazione mondiale sta aumentando la la domanda di fosforo è in continua crescita e il fosforo attualmente impiegato in agricoltura viene viene estratto da miniere quindi risorse non rinnovabili e le miniere che Sono concentrate per l’ 85% delle riserve Mondiali nel Marocco

Un paese che ha un’instabilità sociale e politica che ad esempio nel 2008 Ha determinato un aumento totalmente imprevisto dei prezzi un raddoppio dei prezzi nel giro di di settimane che ha portato ovviamente a delle risposte a livello di mercato risposte globali per esempio quelle della Cina che ha imposto una una

Tariffa sull’export del 135% per assicurarsi ovviamente il il consumo il consumo domestico Queste sono tutte conseguenze dell’utilizzo diciamo del del paradigma dell’economia lineare quindi noi prendiamo paradigma dell’economia lineare che è semplice prendo una risorsa la trasformo nel mio prodotto Dopodiché dopo che ho finito di utilizzare il mio prodotto quello

Diventa uno scarto ovviamente non possiamo più continuare in questo modo c’ bisogno di un cambio di paradigma e l’economia circolare è quello che ci porta Appunto questo cambio non solo in senso di reciclo o recupero ma anche nel design dei prodotti dobbiamo cambiare Cioè dobbiamo ideare dei prodotti che dall’inizio possano essere recuperati

Riconvertiti e rivalorizzato possibilmente all’interno di Value Chain con un più alto valore aggiunto quindi un discorso completamente diverso in modo da creare interconnessione tra le varie valu Chain e quindi resilienza e quindi capacità di adattamento ai cambiamenti che è che è fondamentale Ecco qua siamo andati troppo avanti ecco

Dove si trova il il fosforo in natura il fosforo in natura si trova prevalentemente sotto forma di calcio fosfato e lo troviamo nelle nostre ossa nelle rocce sedimentarie ne nei suoli e nelle nelle acque ma in generale i calci fosfati sono ubiquitari nell’atmosfera e nella nella biosfera Scusate nel senso

Nella sfera di tutto ciò che è vivente degli organismi vienti e anche le piante utilizzano calcio fosfato in alcuni casi per indurire i propri i propri tessuti Uti quindi sono assolutamente compatibili con con con la vita Insomma vegetale e già 70 milioni di anni fa i calci fosfati erano utilizzati come

Biomineral per appunto fornire sostegno meccanico ai dinosauri nelle ossa di dinosauri quindi questo per dire che è proprio un Biomineral di elezione naturalmente presente da sempre sulla superficie della Terra nella biosfera se consideriamo invece a livello economico dell’economia dell’economia attuale Le Fonti possibili da economia circolare di fosforo quindi provenienti da

Sottoprodotti di alcune Value Chain e ovviamente ci dobbiamo rivolgere all all’industria alimentare dove il calcio fosfato è presente fondamentalmente nelle ossa delle di ad esempio di bovini e corcini Oppure nelle lische di pesce e nelle scaglie di pesce il fosfato può essere poi recuperato attraverso vari processi possono essere più o meno Green

E poi riconvertito fondamentalmente Questo è un punto fondamentale in prodotti ad alto valore aggiunto insisto su questo punto perché senza una convenienza economica non c’è neanche la possibilità di metterli in pratica questi questi processi di recupero quindi è fondamentale trovare delle applicazione ad alto valore aggiunto a questi a questi materiali tra queste

Fonti di di calcio calcio fosfato di economia circolare sicuramente l’industria etica ha offre degli esempi molto molto vantaggiosi perché se noi pensiamo ad esempio al pesce da 1000 Kg di pesce noi ne consumiamo solamente il 40% Diciamo in maniera diretta come cibo il 60% è coso da sottoprodotti che o

Viene rigettato nel Circolo soprattutto in acquacultura oppure va a finire nel Pet Food Ma in questi 600 kg di sottoprodotti che comunque hanno delle valorizzazioni ci sono 100 kg di fosfato di calcio ad elevata purezza che non sono per nulla valorizzati una cosa simile avviene con i gusci dei molluschi

In questo caso da 1000 Kg di molluschi si producono 300 kg non di sottoprodotti ma proprio di scatti di ehm di waste che quindi in questo caso devono andare proprio in discarica aggravando ancora di più il peso ambientale della tutta la filiera da questi 300 kg di wte È possibile

Recuperare 270 kg di calcio carbonato un altro Biomineral ad elevata purezza che però anche in questo caso non ha una valorizzazione ad hoc è uno sprec Comunque per noi incredibile proprio da qui siamo partiti da per pensare a dei materiali che potessero in qualche modo alleggerire il carico di inquinanti sul

Sugli ecosistemi acquatici sull’ambiente quando noi pensiamo all’inquinamento dei dei mari degli oceani noi solitamente pensiamo sempre alla classica bottiglia di plastica che galleggia in superficie in realtà similmente a quanto avviene con un iceberg il problema diciamo il rischio più grande per Il Navigante non è la punta dell’iceberg ma

È la parte sommersa la parte nascosta e nel caso dell’inquinamento dei Mari la parte nascosta è costituita dalle microplastiche che vengono aggiunte deliberatamente in alcuni prodotti sia in cosmetica ma anche nella chimica industriale o che vengono prodotti per la degradazione delle plastiche primarie i filtri OV in cosmetica che sono

Tossici per gli per degli ecosistemi importantissimi le barriere coralline che sono un di biodiversità incredibile i fertilizzanti per il cui appunto sempre l’oceano è il Zinc naturale che si sciolgono e vanno a finire lì causando i famosi fenomeni di eutrofizzazione delle alghe delle acque G algal blom eccetera e ovviamente i

Pesticidi che sono possono essere tossici per una varietà di organismi acquatici Quindi la nostra visione era proprio utilizzare questi Biomineral calcio fosfato e calcio carbonato per produrre prodotti bioeco compatibili naturali con alte performance e diciamo applicare un concetto di economia circolare dall’oceano verso l’oceano quindi materiali che vengono

Dall’oceano che hanno il loro Sync naturale nell’oceano e quindi diciamo con con un processo veramente di tipo circolare con questa con questo approccio con questa filosofia con nostro spinoff recovery ingredients abbiamo prodotto al CNR prodotto e brevettato Mar che è un fosfato di calcio estratto dalle

Lische di pesce che è in grado di aumentare l’spf di una di una crema solare senza aumentare o addirittura diminuendo il contenuto di filt V della stessa Però appunto aumentando nella la capacità protettiva rispetto alla radiazione solare test in vivo su volontari umani Ovviamente hanno dimostrato che Mar imbusto già ha basse

Concentrazioni è in grado di aumentare l’spf cioè il fattore di protezione solare di una da Basso ad alto quindi può effettivamente determinare una diminuzione nel nel nel Nella quantità di filtro V che vengono utilizzate nelle creme il secondo prodotto che abbiamo sviluppato con recovery ingredients è Smart P un fertilizzante rilascio

Controllato di fosforo e che si ottiene dalla comunicazione di un fosfato di calcio con un acido unico naturale il Smart P è in grado di diminuire del 50% la l’ammontare di applicazione di fertilizzanti fosfati e del 70% la frequenza di fertilizzazione i nostri test infatti in su piante di mais hanno

Dimostrato che non solo è più efficiente di un golden standard nel tra i fertilizzanti fosfatici il fused super phosphate in condizioni ottimali sui pianti di mais Ma che è anche molto più efficiente in presenza di stress salino stress salino che è una condizione sempre più Levante in un contesto di

Crisi climatica contesto in cui ferti zanti commerciali non sono in grado di garantire il completamento del ciclo produttivo del mais mentre invece i nostri prodotti lo lo sono e noi a CNR di Faenza non solo lavoriamo con con recovery in abbiamo anche dei dei progetti di ricerca collegati alla

Valorizzazione degli scarti ittici Il primo è circular un progetto finanziato proprio dal CNR e che ormai è al secondo anno di attività e il secondo è Blue weight sustainable Europe un progetto che per cui abbiamo vinto il finanziamento quest’anno finanziato dalla dalla comunità europea indirettamente dal dal ministero della dell’università e della

Ricerca che è tramite la sustainable Blue Economy partnership Dove appunto ci ci proponiamo di sviluppare prodotti innovativi a partire da fosfati di calcio carbonato di calcio e collagene per andare a sostituire ingredienti o materiali processi che sono diciamo pesanti per a livello di impronta di impronta ambientale E con

Questo ho concluso la mia la mia presentazione volevo ringraziare il mio gruppo di ricerca il cenere ssmc e tutti ovviamente i collaboratori e gli enti finanziatori per aver per averci Insomma dato la fiducia e per per portare avanti questa attività ovviamente voi per l’attenzione Grazie Grazie Alessio Grazie a te per aver partecipato

E mi è piaciuto sentire i prodotti rivoluzionari continuiamo sul filone della democrazia della partecipazione facciamo anche un po’ di rivoluzione che non fa mai male e adesso passo la parola a Tommaso Barbieri della toma Paint che è un’azienda veramente interessante e soprattutto per chi come me non si

Occupa nello specifico di queste cose mi sembrate un po’ dei maghi delle delle bucce di pomodoro che come fatte come la la la la la fatina di Cenerentolo che dall la zucca crea una una carrozza quindi vo sono proprio curioso di sentire che cosa create in in Toma Paint Grazie sì ci ci

Stiamo provando diciamo per ora con con buoni risultati Grazie a voi voi per l’invito Buonasera a tutti Sono appunto e Tommaso Barbieri sono uno dei soci fondatori di Toma pent e toma pent è una startup innovativa vedete le slide giusto Sì sì sì Vediamo tutto che è stata fondata a Parma nel

2019 con l’obiettivo di produrre di commercializzare una biores detta ottenuta dagli scarti appunto dell’Industria agroalimentare del pomodoro quindi e principalmente dalle bucce quindi sostanzialmente le industrie che producono le passate piuttosto che i sughi scartano utilizzano la polpa e scartano le bucce e i semi noi recuperiamo questo scarto e lo valorizziamo estraendo Appunto

Questa cutina e come dicevo siamo nati nel 2019 come startup Ma possiamo dire che è stato il risultato di un lungo lavoro di ricerca e quindi di progetti di ricerca finanziati dalla Commissione Europea a partire dal 2008 e coordinati dalla stazione sperimentale per l’industria le conserve alimentari

Di Parma e ricerca che ha permesso di sviluppare inizialmente il prodotto l’estrazione quindi processo prima a livello di laboratorio e poi a livello di a livello pilota e e poi una volta fondata la startup abbiamo partecipato a diversi programmi di accelerazione e Diciamo quello che ci ha svoltato è stato il gli AC

Accelerator che ci ha permesso di scalare Quindi da impianto pilota e alla realizzazione di un un impianto industriale per poi arrivare fino ad oggi quando stiamo e Entrando sul mercato Ehm come eh diciamo questa bioresine ha diverse applicazioni la prima sulla quale ci si era focalizzati era il suo

Utilizzo come principale ingrediente per la formulazione di un coating per l’interno dei paratori metallici per alimenti e gli stessi che contengono appunto le passate o e altri alimenti come anche il tonno ad esempio ehm forse non tutti sanno che all’interno di questi barattoli metallici sono appunto ricoperti verniciati con dei dei

Coating che servono a proteggere l’alimento dai fenomeni Ric corrosione del del metallo e oggi questi coating vengono formulati a partire da resine di origine petrolchimica e che solitamente arrivano da paesi lontani quindi hanno un certo impatto ambientale e in alcuni casi possono anche contenere delle sostanze che poi possono anche risultare

Se a contatto con l’alimento possono poi risultare essere dannose per il la salute del consumatore e l’idea la nostra idea è quindi è stata quella di sostituire queste resine sintetiche con la nostra resina naturale ottenuta appunto dagli scarti della lavorazione trasformazione del pomodoro e e sfruttando appunto la caratteristica

Principale della cutina che è la l’idrofobia [Musica] naturale in sostituzione di quelle sintetiche ha sicuramente dei grandi vantaggi sull’impatto ambientale Abbiamo infatti calcolato fatto un’analisi lca con dei degli ottimi risultati e ad esempio ipotizzando una produzione annuale di 200 tonnellate di cutina all’anno si possono eh risparmiare una quantità di CO2 equivalente alla

Piantumazione di circa 200.000 alberi che ehm sono una quantità di alberi che potrebbe occupare una un’area come ad esempio quella di Central Park a New York e 200 tonnellate di cutina all’anno è esattamente la capacità produttiva attuale del nostro impianto lavorando su un turno e impianto che abbiamo appunto

Realizzato grazie ai fondi dake che ehm ha un eh surta un processo brevettato e completamente Green per eh produrre eh 500 tonnellate di cutina all’anno servono circa 8.000 tonnellate di scarto e in questo senso possiamo dire che siamo localizzati Diciamo in una nell’area giusta perché solo tra tra Piacenza e Reggio Emilia

Ogni anno vengono processati più di 70.000 eh late di di scarto della dall’industria di trasformazione del pomodoro e quindi questo vuol dire che abbiamo una grande quantità di materia prima a disposizione soprattutto a km0 e ehm come dicevo il il diciamo la prima applicazione su cui si era focalizzata era quella dell’imballaggio metallico

Però poi e con con gli anni abbiamo iniziato a collaborare anche con eh con dei partner che lavorano in settori diversi da da quello del del Packaging del metal Packaging e ad esempio abbiamo sono stati ottenuti degli ottimi risultati nel settore del l’imballaggio per alimenti in carta ehm

Anche in questo caso è stato formulato un coating a base cutina che ehm ovviamente permette di ridurre le emissioni di CO2 rispetto ai coating standard utilizzati e che che è completamente naturale e sicuro per il consumatore che rende il Packaging in carta biodegradabile mantenendo le stesse se non migliorando le

Performance in termini di resistenza all’acqua e o ai grassi e le stesse caratteristiche insomma la stessa cosa Si può si possono dire del del coating per il metal Packaging ovviamente il metallo non non diventa della carta biodegradabile e oltre a questi due settori diciamo principali poi abbiamo iniziato a lavorare anche in

Nel settore ad esempio della cosmetica la cutina Infatti viene utilizzata come ingredienti per formulare prodotti cosmetici e anche per formulare prodotti per il giardinaggio e viene sfruttata appunto la l’idrofobia delle piante e durante le stagioni la stagione fredda la stagione più più umida e poi Diciamo altri settori applicativi

Sono sono ancora in una fase abbastanza iniziale di di ricerca ma insomma stiamo lavorando anche con aziende che lavorano nei settori più più svariati Ecco e noi valorizziamo anche Inoltre lo scarto dello scarto quindi lo scarto del nostro processo il nostro processo ha due scarti che sono i semi perché quando raccogliamo

Le le bucce in realtà Queste sono mischiate sia con un po’ di polpa che con dei semi e mentre il secondo scarto sono le bucce cosiddette esauste quindi le bucce dopo l’estrazione della cutina quindi dopo il nostro processo al momento entrambi vengono valorizzati mandandoli al biogas e che è

Noi abbiamo un impianto di biogas che è esattamente in realtà più di uno che sono esattamente di fianco al alla nostro fabbricato e ma stiamo cercando anche altri modi di valorizzazione come ad esempio l’estrazione dell’olio per uso alimentare e dai semi o appunto per la produzione di biocarburanti

E invece l’utilizzo delle delle bucce esauste come per le bioplastiche oppure nel settore della Nutraceutica e essendo R di ricche di di fibre e di licopene e questa è l’ultima diciamo foto del nostro team abbiamo siamo quattro soci fondatori e è un team che ha un’esperienza decennale nel settore della dell’Agricoltura della

Valorizzazione de scarti agroindustriali e del del Packaging alimentare e insomma oltre avere qualche qualche dipendente abbiamo anche diverse collaborazioni con le università sia per gli aspetti e chimici che per gli aspetti ingegneristici questa era giusto una generica presentazione ringrazio ovviamente sono a disposizione per le domande Grazie grazie mille grazie mille

Beh insomma siete vicini a fare la magia ci arriverete presto E allora Ruggero ci sei Ruggero ci sono ci sono ci sono dovreste anche vedermi son comparso e siccome anche l’orario giusto inizia il gioco a quiz No partiamo in simultanea con eredità Così vediamo se si sono addormentati se sono svegli

Allora vediamo se riesco a farlo partire dovreste poter partecipare direttamente dal computer con cui siete connessi adesso faccio partire il mentimeter Start sharing Eh vediamo un po’ you now sharing certo perfetto e partiamo subito con una domanda dovreste poter rispondere Ora teoricamente Confermatemi che è un qualcosa che

Potete fare altrimenti potete andare a col cellulare a menti.com usare questo codice che vedete ehm 7453 6890 la domanda eh con cui diamo il via questo breve intervento che ruoterà attorno un pochettino al al Macro tema della plastica al suo riciclo alla fine che fa in natura e perché una delle

Interessanti prospettive moderne arriva proprio dalla bioeconomia ehm e quindi niente iniziamo con questa domanda su quanta plastica Secondo voi finisce in mare ogni anno adesso invito anche chi si è allontanato Ha iniziato a cucinare a tornare al computer a dare a dare le risposte perché No no ma lo

Metto in sottofondo lo sento il webinar nel frattempo attendiamo Boh ancora che qualcuno Eh allora scusa Rogero c’è qualcuno che scrive E allora possiamo rispondere Infatti si vede che stiamo rispondendo però dice non compare alcun codice non si vede nulla Giovanni Cavolo mi dispiace Allora aspetta che ti detto

Il codice lo metto Addirittura in chat potete andare a menti se non se non riuscite a farlo direttamente da teams andate su menti.com e mettete il codice questo qui che è 74 53 potete farlo anche a cellulare 53 688 9 0 ve lo invio Voilà così Attendiamo anche chi non riesce a

Connettersi e non riesce a farlo direttamente da da teams che abbiamo già visto anche oggi ci causa qualche difficoltà difficoltà tecnica ancora fion Comunque ti do anche una buona notizia da me funziona ad esempio Ottimo ottimo questa questa è sicuramente una buona una buona nuova Mentre aspettiamo che anche chi ha

Qualche appunto difficoltà tecnica diamo la colpa a Microsoft Non preoccupatevi ehm risponda vedo che c’è una distribuzione interessante di risposte ci si attesta Soprattutto sulle 100.000 tonnellate La domanda è quanta plastica finisce in mare ogni anno però diciamo tranne le 10.000 che come risposta sta venendo snobbata eh per per il resto

Se la giocano se la giocano 1000 milioni 100.000 tonnellate mi sento un po’ l’ingegner cane no quello di Fabio De Luigi mille queste queste cose qui Dai ancora una decina di secondi e poi provo a darvi una risposta per quanto vedrete che una vera e propria risposta come molto spesso

Accade non c’è a questo punto Ricordatevi più o meno cosa avevate risposto e e provo e provo a dirvi cosa sappiamo su quanta plastica finisce in mare Purtroppo la risposta in ogni caso è tanta e in ogni caso la risposta è troppa ehm e vi do qualche dato questi sono alcuni dei più

Attendibili abbiamo il primo lox il secondo Vedete un paio di citazioni relativi al 2000 al 2016 e siamo sulle 22 Meg tonnellate quindi si siamo attorno alle decine di milioni di tonnellate torno un secondo alla slide precedente Siamo alla risposta 4ro alla risposta verde per intenderci Eh sarebbe quella

Più corretta ma vedremo che in realtà avete più o meno azzeccato tutti perché questi sono i dati oxe sono Probabilmente tra i più verosimili che che abbiamo ma è stata pubblicata anche un’altra ricerca che ha provato da dire Vediamo cosa c’è in letteratura sono andati a cercare cosa c’era in

Letteratura sulle Stime di quanta plastica finisce in mare ogni anno e hanno scoperto questa cosa qui cioè che dalla stima che ti dà il dato più basso che è l’ultima alla stima che ti dà il dato più alto che è la prima C’è un fattore 1000 di differenza

Eh per cui ci passano tre zeri e ancora davvero quanta plastica finisca in mare non lo conosciamo La questione è che comunque è chiaramente troppa la plastica che finisce che finisce in mare un’altra cosa che vi faccio vedere dalla slide di prima è quella indicazione che vedete Nel

Primo grafico sulla destra i rifiuti mal gestiti Cioè secondo l’X eh della plastica del totale della plastica che finisce in mare la stragrande maggioranza siamo a più dell’ 80% è dovuta a una sua cattiva gestione una volta che deve essere smaltita Eh che è abbastanza significativo per capire dove puntare l’occhio ad esempio

Littering le persone maleducate che buttano a terra la roba contano solo per il 5% per cui Sì sono importanti perché il 5% di 22 milioni di tonnellate è parecchio però rispetto alla alla mala gestione della plastica non è non è così significativo altra cosa su cui si punta

Spesso l’attenzione sono le Marine che come vedete però contano per per l’ 1% questo per provare a contestualizzare seconda e e ultima domanda perché comunque il tempo eran 10 minuti quindi bisogna stare stretti è questa Secondo voi qui non c’è problema giusto sbagliato andate un po’ a sentimento cosa vi

Pare che percentuale di plastica ricicliamo che percentuale di plastica termovalorizatore metamo in discarica un’indicazione la somma dovrebbe fare 100 eh Vi do così questo spunto questo spunto di riflessione in realtà non necessariamente dovrebbe fare 100 ma poi vediamo perché però rispondete come se la somma debba fare

100 qui chiaramente Ci vuole un attimino in più digitare le domande stanno arrivando le prime abbiamo anche perché bisogna fare i conti adesso ti Esatto Sì adesso c’è qualcuno che deve che deve contare io F Allora ragazzi 2 4 3 9 asate non volevo confondervi le idee

Stanno arrivando un po’ di risposte è carino che si vede anche più o meno la distribuzione No di come sono state date le risposte c’è qualcuno che punta molto sulla discarica Poi appunto la domanda tanto stanno arrivando il grosso le risposte sono arrivate la domanda in realtà è malposta e adesso Poi vedremo

Perché è una domanda che era confondente Intanto abbiamo più o meno come distribuzione Secondo voi e sembra più o meno stabilizzarsi un 43 44% di discarica un 32% di termovalorizzazione e Infatti chiara ha fatto la risposta giusta nel mondo in Italia Adesso vi spiego la la la la differenza

Quelle prima che finiscono in mare valgono come discarica Altra domanda stupenda Adesso vi spiego Adesso salterà fuori entrambi i dubbi perché sono legittimi È una domanda malposta però volevo sentire proprio a sentimento questa domanda Cosa vi faceva mi faceva scaturire vado eh E poi siamo su un 26 sulla sulla plastica

Procedo Allora partiamo dal mondo guardiamo per iniz a come la situazione a livello globale salutiamo Elisa che ci abbandona produciamo questi sono dati del 2019 350 milioni di tonnella rifiuti plastici e abbiamo circa un 15% di raccolta per il riciclo che non vuol dire che è plastica davvero

Riciclata i dati veri e propri su scala mondiale sempre dell’x sono 9% di riciclo che è una percentuale spaventosamente bassa di plastica effettivamente riciclata un 19% di incenerimento e ter e o termovalorizzazione quindi siamo sulla ventina per un 50% di discarica e poi un 22% di mala gestione

Quindi i dati oxe considerano La Mala gestione e io non ve l’avevo messa prima quindi chi ha dato eh giustamente uno dice no quella plastica che finiva in mare dove la metto Ecco teoricamente finiva in questo 22% ma non vi avevo dato l’opzione per cui il grosso del

Mondo finisce in discarica e molto molto poco viene riciclato però quello che è più intelligente andare a vedere meno Cioè questo è interessante per politiche globali Però può essere anche interessante vedere cosa facciamo in Europa Eh la situazione Europea invece è la seguente eh vi invito prima a guardare

Il grafico di destra e poi spiego i dati di sinistra come vedete ho disposto le slide nella maniera meno intuitiva possibile Quindi prima guardiamo a destra e poi a sinistra dati Plastic Europe abbiamo un 30 milioni di tonnellate di rifiuti e sono divisi più o meno un 23% in discarica un 35% a

Riciclo e un 42% a recupero energetico Quindi termovalorizzazione come vedete in Europa la discarica è molto molto più bassa rispetto al al resto del mondo eh abbiamo un una grossa fetta di termovalorizzazione un 35% di avvio e riciclo ricordo che l’avvio a riciclo non vuol dire che per forza è plastica

Che è stata riciclata dati oxe sempre per l’Europa Ricordiamoci che loox tiene conto anche della mala gestione eh in Europa si ricicla il 14% dei ehm dei rifiuti dei rifiuti plastici Adesso vi vi vi provo a farvi parlare questi questi questi due dati Eh la situazione qual è abbiamo un 35%

Di avvio a riciclo Ma se poi andiamo a vedere cosa succede da quando la plastica è stata avviata a riciclo alla plastica che esce dagli impianti di riciclo se ne perde quasi la metà e quindi considerando che se ne perde quasi la metà e che Europe non considera

Non conteggia la plastica mal gestita più o meno i due dati si parlano e possiamo dire che in Europa ricicliamo circa il appunto 14 20% della plastica che che produciamo Quindi meglio rispetto al mondo Magari ancora non dati che fanno gridare al miracolo Però sicuramente meglio ultima

Slide che vi faccio vedere Non ve la devo spiegare tutta perché è un disastro altrimenti però è molto potente è molto interessante perché Mostra i flussi Scusa Ruggero riesci per caso a aumentarla un fochetto Ma neanche per idea Purtroppo dovremmo riuscire a togliere mentimeter m Scusa ti ho disturbato No

No no non c’è non c’è problema però tanto mi interessa che vediate il le biforcazioni non so se quelle si riescono a vedere Sì sì si riescono a vedere dignitosamente partite da sinistra e avete la plastica che viene prodotta nel il grosso cerchio bianco c’è la plastica attualmente in

Uso e dopo diventa rifiuto e come vedete ha c’è una quadrupla biforcazione la più in basso è quella mal gestita che poi finisce in ambiente e quindi è l’ultima parte di di slide su cui non ci concentriamo però di fatto può essere bruciata può essere sotterrata può

Finire eh negli oceani può finire nei nel suolo c’è la grossa fetta che finisce in discarica che è quella subito sopra ancora più sopra c’è la parte che va a incenerimento e termovalore izzazione e poi vedete che c’è quella più in alto è un ramo che torna indietro

Che è il ramo che è il ramo del riciclo l’ultima cosa che vi invito a guardare prima di salutarci e passare alle domande nel caso ci fossero riguardo all’intervento è quella piccola nota sotto plastica da fonti fossili che però voi immagino non vediate che c’è una piccolissima sottilissima striscia

All’inizio del grafico in basso Quella è la quantità di plastica Based il fatto che praticamente voi non riusciate a vederla rispetto alla quantità di plastica che viene prodotta dalle fonti fossili ci dà un’idea di quanto ancora la spinta a fare plastica da fonti rinnovabili sebbene stia prendendo piede

Eh è ancora veramente poca roba parliamo Siamo verosimilmente sotto al punto percentuale eh di di quantità di plastica biobased che produciamo Ma qui la bioeconomia ci mostra la sua potenza Perché le le fonti fossili prima o poi vanno abbandonate banalmente perché finiscono Se non ce ne frega il fatto

Che comunque la loro lavorazione è impattante finiscono partire da una materia prima rinnovabile ancor meglio e oggi ne abbiamo parlato se da scarti Quindi se non va in conflitto con altri settori Ma se è davvero una cosa che per un altro settore Sarebbe uno scarto riuscire a valorizzare questi scarti per

Produrre ad esempio le plastiche è già Un’ottima soluzione e anche nel fine vita come vedete il riciclo probabilmente non riuscirà a coprire tutto il bisogno che abbiamo di gestire la plastica e allora anche pensare a sistemi di riciclo biologico o di Comp di compostaggio della plastica potrebbe essere una delle altre possibili strade

Da da da perseguire B basta Io direi che vi ho ammorbato abbastanza e lasciamo un po’ di spazio alle curiosità se ci sono Sen no all alla cena ma ripasso la parola a Laura Intanto grazie E io nella fretta mi sono resa conto che non ti ho

Presentato E allora lo faccio adesso sei collaboratore del dipartimento di chimica industrialeuniversità di Bologna sei un divulgatore scientifico in rete ma non solo e insieme con Stefano Bertacchi e Simone Angioni scritto il libro quello che sai sulla plastica è sbagliato e per questo ne sai così perché Avi scritto il libro

Come si chiude il mentimeter così no Sì ok E io ho visto in chat ho visto in chat e Iniziamo dalla fine e risaliamo Rogero considerato che consumiamo lo leggi questa questo messaggio eh aspetta un secondo Io ho chiuso il mentimeter voi lo vedete Ancora no l’hai chiuso Però

Adesso c’è unao schermata nera Non so perché questa probabilmente devi togliere la condivisione o togli la condivisione Ah eh sì eh proviamo a fare così no E così me la fa attivare perdindirindina Annulla Eh ci sarà un modo per dire Chiudi Vabbè non ti preoccupare tanto ti vediamo lo

Stesso Rimuovi Rimuovi dovrebbe essere scompar come non Vabbè pazienza ehm vedi la chat vedo non ved ora sì ora la vedo Sì ok Eh considerato che consumiamo 100 Gig tonnellate l’anno di fonti fossili e produciamo 400 Meg tonnellate di plastiche emerge che il grosso delle Fonti fossili per produrre energia è

Importante quindi produrre plastiche da fonti rinnovabili O forse è meglio produrre plastiche riciclabili direi Entrambe le cose eh però questo è siamo nel reame del del del parere personale è vero che adesso la grossissima fetta delle dei combustibili fossili la bruciamo e e quindi è veramente poca

Poca roba la quantità di rispetto al totale la quantità di plastica che produciamo cioè la quantità di combustibili fossili che utilizziamo per fare Scusate mi stanno chiamando chiudo la Ok la quantità di combustibili fossili che utilizziamo per fare ehm per fare per fare plastica

Eh È anche vero che di per sé ehm la plastica da fonti fossili ad oggi a livello di lca Quindi quando andiamo a vedere l’impatto relativo a tutto il ciclo di vita della plastica se noi prendiamo ad esempio un polietilene che deriva dalle fonti fossili un polietilene biopol etilene

Molto spesso quello che deriva dalle fonti fossili è meno impattante è perché abbiamo un’industria già molto affermata già molto efficient e che quindi ha un impatto ambientale minore per cui Uno potrebbe dire siamo più svegli sul riciclo e tanto le fonti fossili con la quantità di plastica che con la quantità

Che utilizziamo per produrre plastica non non finirà io vedo Entrambe le strade le strade possibili sia il biobased sia l’utilizzo del fossile considerando di riuscire davvero a chiudere a chiudere il cerchio col col riciclo diceva prima Andrea fasolini in chat non so se hai già risposto chissà quanta di questa plastica poteva essere

Evitata la produzione Eh allora sì Ma no nel senso sicuramente adesso Stiamo abusando della plastica e ne utilizziamo in eccesso è anche bene ricordare che la plastica è un materiale straordinario che sarà fondamentale nella transizione energetica ad esempio e che l’X prevede che al 2060 se andiamo

Avanti come se nulla fosse supereremo la la Gig tonnellata di produzione di di di plastica che è parecchio e inizia a diventare un decimo di della quantità di petrolio che adesso consumiamo per in totale Eh ehm e se applicassimo le politiche più ambiziose possibili ci hanno fatto uno

Scenario ambizioso No in cui dire Proviamo a ridurre l’abuso di Plas utilizzarla solo davvero dove dove serve arriveremo Comunque mi sembra attorno alle 800 Meg tonnellate quindi la produzione di plastica al 2060 anche Nella migliore delle ipotesi raddoppierà Eh quindi sì sicuramente ne produciamo anche ldove non serve ma ne produrremo

Verosimilmente sempre di più ed è per questo che è interessante ragionare su come la produrremo su come riciclarla al meglio e su come gestire il il suo fine vita Grazie Ruggero io recupero una domanda intanto che era in chat un paio di curiosità per Alessio e Tommaso ci sono delle limitazioni

Normative per il riuso di questi prodotti di scarto a livello europeo Come ci si sta muovendo in questo senso di preciso In quali prodotti cosmetici si possono ritrovare Grazie e do una prima risposta io poi magari faccio parlare il collega Diciamo che il Per quanto riguarda quello che

Facciamo noi con i scarti da dall filiera ittica Sono due le questioni una era già stata menzionata all’inizio delle presentazioni cioè il fatto che questi sottoprodotti non devono essere devono finire nella Eh diciamo nel calderone dei dei rifiuti quindi non devono essere a un certo punto identificati come come rifiuto in

In in in nessuna fase E infatti quello che facciamo noi è prendere una materia prima seconda fondamentalmente dai impianti di rendering del pesce comunque della della produzione di farine farine di pesce che vengono vengono vendute come come un prodotto e quello che facciamo è semplicemente prendere dei le farine di

Pesce con un alto contenuto di ceneri per quello che ci riguarda il secondo punto per quanto riguarda sempre gli scarti e lavorazione altica non è a livello di diciamo di regolamentazione che riguarda appunto l’origine animale del dell’ingrediente riguarda più il il il Come si dice il la la percezione del

Consumatore e c’era un un tema prima per l’utilizzo di questi prodotti Addirittura in agricoltura biologica Ma che adesso è stato superato Con la nuova legislatura Quindi adesso questi prodotti sono addirittura anche ammessi nell’agricoltura biologica parlo di fosfati di calcio provenienti dalla Cal calcinazione D lische però per la

Cosmesi non c’è questo problema c’è invece un problema di percezione dei del del consumatore Per quanto riguarda il nostro caso invece Eh dunque Diciamo che il nostro processo e si posiziona esattamente in mezzo tra il recupero di questo scarto e i biogas dell’azienda agricola e i cui

Proprietari sono anche soci di di Tom pent e lo scarto viene recuperato come mangime semplice quindi non ci sono non c’è un problema appunto di di limitazioni a livello normativo e e poi Diciamo che va dove sarebbe comunque andato anche se non ci fossimo noi Noi siamo siamo nel mezzo Nel senso

Che prendiamo questo questo scarto ci estraiamo la cutina dalle bucce E poi comunque e dopo l’estrazione della cutina Comunque il lo scarto va al biogas e anzi in modo più performante perché le bucce dopo l’estrazione della cottina sono meglio digeribili dal dal biogas ehm per quanto riguarda la cosmetica e

Se ho capito bene quali quali prodotti viene utilizzato ehm per quali prodotti viene utilizzata la cutina per creme smalti ehm ombretti Ma se la domanda era se si possono trovare già sullo scaffale diciamo da acquistare Ancora no E giusto questo mese giusto Tra qualche settimana verrà presentato verranno

Presentati questi prodotti per la prima volta e a base cutina a una a una fiera Grazie Tommaso e c’è un’altra domanda sulla plastica ehm andando in ordine Quali sono le ragioni principali per cui non viene prodotta più plastica da fonti rinnovabili o riciclabili vediamo eh Rispondo io

Magari c’è qualcun altro che vuole vuole lanciarsi E vabbè banalmente la la risposta che al momento è conveniente farla dal dal petrolio cioè sia da un al momento sia da un punto di vista ambientale che da sia da un punto di vista economico conviene conviene farla petrolio vooi

Perché è tanto tempo che siamo abituati a farla e la facciamo molto molto bene in maniera molto molto efficiente eh per quanto riguarda la riciclabilità ha senso dividere le termoplastiche dalle altre le termoplastiche sono per intenderci quelle che più comunemente noi riconosciamo come plastica quelle che gettiamo nel cestino della plastica come imballaggi

Sono quelle che quando le scaldi tornano fluide diciamo così e e quindi noi come le ricicliamo le scaldiamo le mettiamo in questo Vitone che le fa tornare fluide e poi le le ricicliamo di per sé tutte le termoplastiche sono teoricamente riciclabili perché le scaldi gli ridai forma perché non tutte le

Ricicliamo ad oggi tendenzialmente per una questione di quante ne abbiamo cioè alla fine ricicliamo quelle che ne abbiamo una quantità sufficiente per riciclarla e trarci un pochino di di di profitto E perché è difficile selezionarle vuoi perché a volte sono i multilayer attaccati Eh fra di loro di

Plastiche diverse vuoi perché a volte è difficile riuscire a riconoscere esattamente il tipo di di polimero o il tipo di oggetto Eh uoi perché eh comunque appunto Qui bisogna purtroppo e o per fortuna è la realtà delle cose sommare il la convenienza economica di riciclare al beneficio ecologico Di

Riciclare e solo quando queste due cose si sposano al momento Eh riusciamo ad avere un buon un un un buon riciclo servono dei flussi puliti eh puliti di plastica Scusate chiudo la logorrea C’è poi una domanda per Luca Lambertini Paola Sì se posso Intanto Luca grazie perché insomma i tuoi interventi sono

Sempre d’ispirazione no Perché diciamo che un conto è la tecnologia alla quale noi ci dedichiamo quotidianamente Un conto sono quegli obiettivi ma ti volevo chiedere ehm tu hai detto che è possibile pensare a dei modelli completamente diversi con il cittadino prosumer e anche ha dei eh un modello

Economico e sociale dove riducendo gli sprechi si riesca a Eh si riesce a ovviare a i grandi problemi dei nostri giorni io ti volevo chiedere gli esempi che hai visto oggi sono quello che intendi ehm è sufficiente c’è altro eh Dove dobbiamo dirigerci cioè come passiamo dai numeri ai fatti con quello che

Abbiamo visto oggi di più di meno Insomma una tua valutazione di questo tipo ti chiedevo allora Grazie Paola Questa è una domanda veramente profonda nel senso che è molto puntuale ma in realtà coinvolge il senso generale di questa storia la mia risposta èm che la questione è molto più ampia ma

Non dobbiamo spaventarci Perché Perché in realtà quello che noi facciamo è operare dentro a mercati in cui diciamo sul lato dell’offerta ci vengono fatte delle proposte comprate questo comprate quello e se voi Guardate alla natura adesso non farò nomi ovviamente Perché senò rischio delle querele Ma se se voi Guardate a quello che

Possiamo essere o possiamo sentirci disposti a comprare sulla base dei messaggi pubblicitari vi accorgete che potremmo comprare qualsiasi cosa semplicemente raccattando un messaggio che magari non significa un granché oppure è molto discutibile che vuol dire sostanzialmente ehm noi compriamo e e le imprese ci vendono cose ma noi decidiamo se

Comprare o no in continuazione lo facciamo inconsapevolmente siamo abituati a fare una cosa senza pensarci troppo e in realtà pensiamo ma pensiamo a preferenze che sono strutturate da decenni Tenete presente che questo problema diciamo il grande ostacolo al futuro del Mondo parte dal piano Marshall grossolanamente parlando Se voi Guardate la curva delle

Emissioni del del della quantità di di CO2 equivalente presente nell’atmosfera tra le due guerre e e guardate in parallelo anche alle curve di aumento della temperatura media e del rigonfiamento degli oceani dovuti al riscaldamento globale Ok sono fatte esattamente nello stesso modo che vuol dire sostanzialmente che gli ultimi 75 anni Sono ampiamente

Responsabili della maggior parte di quello che Stiamo affrontando e quindi sono di fatto il riflesso di un modello di comportamento sia sul lato dell’offerta che sul lato della domanda eh che si è sviluppato con la crescita successiva alla fine della seconda guerra mondiale a partire in particolare dagli anni 60 ma in realtà

Già dalla fine degli anni 40 Soprattutto negli Stati Uniti eh più lentamente in Europa perché l’Europa era completamente distrutta e c’è una bella differenza perché come dire sia dal punto del costo in vite umane Eh che del costo materiale ed economico l’Europa ha generato due conflitti che l’hanno distrutta

Completamente alla fine del 1945 eh detto questo basta che noi riflettiamo qualche secondo Io mi sono trovato in situazioni analoghe in cui alcuni dei dei presenti mi dicevano Ma io non guardo tutte le volte come faccio a guardare tutte le volte che cosa c’è scritto su quello che

Compro in realtà non lo dobbiamo fare non lo faccio neanch’io eh non è che io mi proponga come cavaliere senza macchia senza paura che cioè se se guardo a tutto in continuazione non riesco più a fare questo lavoro devo fare un’altra cosa Eh però milioni di persone anzi decine

Di milioni di persone dentro l’Unione Europea che ogni giorno buttano un occhio a uno dei prodotti che comprano vuol dire decine e milioni di controlli spontanei sul lato della domanda pensate a a che cosa succederebbe se noi dovessimo fare affidamento sistematicamente su agenzie regolatrici i nostri colleghi che invece di essere dentro un

Dipartimento di economia o nella in un dipartimento di ingegneria ambientale o altre cose del genere a fare il lavoro che facciamo noi che sono dentro alle autorità alle agenzie regolatrici dove ci sono entrambe o magari ce n’è solo una diventerebbero Matti perché è un lavoro inaffrontabile Noi in realtà abbiamo la chance

Di un messaggio perché Perché le imprese vogliono venderci ma non è detto che noi vogliamo comprare qualsiasi cosa che non vuol dire la decrescita La sparizione di Merca dobbiamo come dire stare attenti a non spingere i nostri piedi oltre le linee rosse che non sembra che non ci siano ma

Ci sono il sistema economico globale non è un oggetto simpatico ma non è neanche qualcosa che ci possiamo permettere di distruggere are nel giro di un quarto d’ora perché altrimenti una serie di cose a cui noi siamo abituati e che sono giustamente cose a cui dovrebbe essere abituata una una società civile evoluta

Scomparirebbero di colpo con dei contraccolpi sociali politici dei disordini internazionali eccetera che non sto neanche a raccontare tutte le volte che mi viene in mente l’azzeramento delle emissioni delle emissioni nette al 2050 penso che cosa succede nei paesi esportatori di petrolio tra cui i paesi arabi nel

Momento in cui si azzera il rubinetto dei soldi Tenete presente che ci sono paesi in Medio Oriente in cui un maschio medio non lavora da decenni prende un assegno semplicemente generato dall’oro nero quello quello è un pactum sheris sul piano della stabilità sociale in

Paesi che a un certo ed è uno dei motivi per cui gli arabi investono in energia verde per non trovarsi scoperti nel momento in cui i loro assegni si volatilizzano nel momento in cui noi diremo basta niente più CO2 generato da da fonti fossili Che vuol dire che noi

Globalmente dal punto di vista collettivo contiamo moltissimo ehm le nostre scelte con un grammo di ragionamento alla settimana possono condizionare il comportamento di imprese multinazionali che per il regolatore sono inafferrabili pensate al al problema di intervenire nei confronti di colossi industriali eventualmente immateriali che operano non si sa dove e completamente sul web

Che condizionano i comportamenti di milioni di consumatori ma non sono perseguibili perché non sai neanche esattamente dove sia la loro sede legale e E l’antitrust ogni tanto ci riesce ma quando ci riesce bisogna stappare una bottiglia di roba buona eventualmente bio perché che non è un un un evento

Molto frequente mentre noi milioni di noi essendo inconsapevoli nella misura in cui Siamo tutte persone in mezzo a 8 miliardi di propri simili possiamo fare un lavoro che un regolatore potrebbe trovare irrisolvibile basta che decine di milioni di noi al giorno pensino a qualcosa che c’entra con questa storia è

Un sostituto netto Questo vuol dire EMP del cittadino bene grazie mille senza perdere di vista il fatto che poi noi vogliamo comprare delle cose perché questo perché la nostra utilità deriva da quello la nostra vita ha una qualità questo è non è in discussione è in discussione il fatto che noi diventiamo

Coscienti di avere un ruolo perché siamo tanti noi inclusi quelli come noi che siamo qua a raccontarvi questa storia non è che noi siamo da un’altra parte in una d’Avorio anche noi compriamo certe cose ragionando in certi modi non siamo esenti da Questo ragionamento Grazie Luca grazie molto

Interessante abbiamo due domande però vi chiedo una risposta veramente velocissima perché dobbiamo chiudere e passare alla bioeconomia della cena sì quale strategia si potrebbe adottare per modificare o questa percezione dei prodotti di scarto ovviamente si riferiva al discorso precedente e poi Stefano preparati sui funghi che c’è la domanda sui funghi sui

Prodotti sulla percezione dei prodotti di scarto Ehm ma sicuramente Vabbè in base alla nostra esperienza e la ricerca è fondamentale e e in Diciamo che se si lavorasse ancora di più perché esistono già delle normative a livello europeo e che spingono diciamo le le aziende in una direzione più sostenibile quindi di di

Transizione e se ci fossero delle normative o se arriveranno delle normative ancora più restringenti Questo potrebbe aiutare ehm quello che abbiamo Insomma stiamo vedendo noi come azienda lavorando con questi clienti o potenziali clienti è che comunque nel mercato questa questa percezione c’è già c’è questa spinta a cambiare c’è già

Forse è più avanti della delle normative e come come percezione poi magari si è indietro a livello tecnico e però ecco la la direzione è sicuramente quello poi e a livello di percezione A me personalmente viene da dire anche di lavorare a livello culturale quindi di sensibilizzazione Come si diceva prima

Dei delle persone e forse anche dei dei dei giovani quindi nelle scuole Grazie ehm Stefano mi scrive dice che non ha accesso camera microfono Non so cosa sia successo io doverlo abilitato Comunque per abilitato abilitato abilitato due volte quindi una avrà funzionato una conclusione Grazie Stefano però non ti

Sentiamo non ti sentiamo Almeno io non ti sento Vabbè Stefano Vorrà dire che ci scriverai una bella risposta in chat cosa dici Dai che noi così ci avviamo la conclusione ehm manderemo a tutti i partecipanti una mail con i i documenti e che abbiamo ci sei Vuoi

Riprovare no E vabbè sentiamo E allora ci scriverei manderemo followup per mail a tutti i partecipanti e allora dai ci salutiamo Grazie a tutti e è stato molto interessante Stefano se vuoi scrivere chat noi continueremo a leggere anche da Oh adesso ci sei ok allora Saluta Salve buonasera velocemente posso rispondere alla

Domanda Sì certo allora Che riguardava il Packaging fatto con i funghi Allora adesso non vi so dire che che specie si tratti nello specifico perché so che ce ne sono diversi essenzialmente L’idea è quella di sfruttare il micelio dei funghi che è proprio una struttura eh ramificata mettiamola così che Eh i funghi

Eh spesso le muffe anche vanno a produrre e che può avere una struttura rigida cioè del tutto analoga a quella delle delle piante mettiamola così quindi l’idea è di in qualche modo inattivare questa questa componente e sfruttarla come biomateriale eh adesso ho visto diversi esempi io stesso

Diverse domande come per esempio ci sarà in qualche modo la necessità di fare una copertura perché sennò poi va va letteralmente a male perché comunque materiale organico di questo tipo però vedo che c’è molto interesse con tante aziende anche italiane interessate a focalizzarsi su questo aspetto per

Esempio per la produzione di mobili a bruxell proprio settimana scorsa Chang Maker by Economy Chang Maker festival c’era un’azienda che appunto stava sviluppando queste tipologie di di materiali siamo nel filone più ampio dei biomateriali nel senso di materiali di origine rinnovabile in questo caso proprio materia viva che anche dal punto

Di vista comunicativo visto che è anche un po’ il gol dell’evento è anche Mol cioè vendibile Nel senso che ha una cosa che viene proprio dalla natura Eh quindi si entra anche un po’ in questa tipologia di di retorica che comunque strizza l’occhio anche al marketing grazie grazie Stefano grazie a tutti

E Seguirà il follow-up e seguirà anche il video la registrazione di tutto il webinar

La Bioeconomia tra scienza, politica e comunicazione; il ruolo del prosumer; la biocosmesi; prodotti da scarti: filiera ittica e agroalimentare; plastica, riciclo e bioeconomia circolare. Webinar, 19 marzo 2024. Relatori: Fabrizio Cavani, Stefano Bertacchi, Luca Lambertini, Leonardo Setti, Alessio Adamiano, Tommaso Barbieri, Ruggero Rollini. Modera Laura Corazza.

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