Focus economia del 04/06/2024

Via libera del Cdm a un decreto con misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste d attesa e a un ddl con misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie. Dubbi da parte delle regioni sui fondi. Da un Cup unico regionale o infraregionale, il monitoraggio sulle liste d attesa affidato all Agenas, un ispettorato generale di controllo sull assistenza sanitaria fino all introduzione di visite ed esami il sabato e la domenica. Sono le misure principali contenute nel decreto legge anti liste di attesa, secondo una bozza di sette articoli del provvedimento. L articolo 1 della bozza del decreto legge istituisce presso Agenas una piattaforma nazionale per le liste d attesa con l obiettivo di disporre per la prima volta di un monitoraggio puntuale e reale dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie . La piattaforma dialogherà con le piattaforme regionali delle liste di attesa (interoperabilità). Inoltre se Agenas riscontra inefficienze o anomalie nell ambito del controllo delle agende di prenotazione, può procedere con audit nei confronti delle aziende sanitarie. Lo scopo è quello di superare insieme eventuali difficoltà riscontrate. «Questa norma impatta positivamente sulle Regioni perché aiuta a gestire meglio le liste d attesa». Molto critiche le Regioni. “Da quello che posso esprimere a titolo personale, come assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna si tratta di un decreto ancora privo di coperture finanziarie e molto astratto”. Così Raffaele Donini, che è anche coordinatore della Commissione Salute in sede di Conferenza delle Regioni, commenta il via libera del consiglio dei ministri a decreto legge e disegno di legge sull’abbattimento delle liste d’attesa. Ieri anche Guido Bertolaso, assessore alla Salute della Lombardia, realtà non nemica del governo, ha detto: «Non siamo di fronte a una rivoluzione rispetto ai problemi che gestiamo quotidianamente. Se queste sono le novità stiamo partorendo un topolino». Le Regioni, che lamentano di non essere state consultate per la stesura, aggiungono che buona parte delle misure le adottano già. Ne parliamo con Marzio Bartoloni, Il Sole 24 Ore.

Turismo in italia, record di presenza e arrivi nel 2023

Il turismo italiano ha raggiunto e superato i numeri pre-Covid nel 2023, con oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze. Gli stranieri tornano a essere la quota prevalente dei viaggiatori. Il recupero dei livelli pre-Covid si può dire concluso: nel 2023 il turismo italiano ha raggiunto e superato i numeri del 2019 (ultimo anno non influenzato dalla pandemia globale) in termini di arrivi e presenze. Il settore ha ripreso ormai a pieno il suo ruolo di traino per l economia italiana e i primi mesi del 2024 oltre alle previsioni estive indicano che la corsa prosegue. Gli oltre 134 milioni di arrivi (+2,3% rispetto ai valori pre-pandemici) e 451 milioni di presenze negli esercizi ricettivi (+3,3% rispetto ai valori pre-pandemici) dello scorso anno rappresentano per il momento un primato storico assoluto. Risultati possibili anche grazie al balzo impresso dall ultimo anno: rispetto al 2022 la crescita degli arrivi è stata infatti del 13,4% e quella delle presenze del 9,5%. A certificarlo sono Istat e ministero del Turismo nella prima rilevazione congiunta in cui i dati dell istituto di statistica sono stati integrati con quelli del portale Alloggiati web (i dati trasmessi dai gestori degli esercizi ricettivi). Numeri dai quali emergono altre tendenze significative come la crescita più accentuata del settore extra-alberghiero rispetto all alberghiero tradizionale e il ritorno degli stranieri come quota prevalente dei viaggiatori. Approfondiamo il tema con Antonio Barreca, direttore generale di Federturismo.

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