Italia paese fottuto o c’è ancora speranza?

Ospite Fabrizio Fabbri, Amministratore Delegato di Ansaldo

Politica industriale, energia, concorrenza, piccola industria e competitivita’

Negli ultimi dieci minuti notizie importanti sulla “Scommessa DrinDrin”

forchielliboldrin@gmail.com

36 Comments

  1. Vista la qualità e quantità di ospiti che invitate, magari scrivete nel titolo i nomi e cognomi o quantomeno rendetelo più visibile nell'immagine di copertina, poiché da telefono non si legge assolutamente la scritta in basso (in questo caso "special guest: Fabrizio fabbri").

  2. Anche a me piace tanto il “Drin Drin”. È un nome che si presta tantissimo agli slogan che potrebbero essere utilizzati in campagna elettorale (ricorda il telefono o il citofono di casa che squilla). Vedrei bene Forchielli e Boldrin che “drin drin” chiamano tutti gli italiani nelle loro case per dare un contributo alla causa!

  3. La campagna elettorale che amiamo è iniziata. Informazione approfondita con ospiti super interessanti, analisi dei problemi strutturali con piglio critico e onesto, cultura politica in senso lato con la C maiuscola. Questa è campagna elettorale, se mai ce ne fosse una. Grazie ancora ragazzi e viva il Drin drin!

  4. Prof. Io credo che la micro impresa non sia un problema, o meglio… È sicuramente un settore da riformare, ma che che forse rappresenti una grossa opportunità per il sistema Italia. Purtroppo ad oggi sono le multinazionali che propongono contratti di stage a 1200 euro mese a ragazzi e ragazze laureate. Questo è davvero osceno, porta i ragazzi a chiedersi: ma la mia laurea vale tanto?
    Grazie di tutto prof e Alberto, avanti così!

  5. Scusate però sentendo parlare Fabrizio, mi è sembrato che foste tutti sulla stessa linea riguardo i problemi dell'industria italiana, però nel momento in cui si attribuivano responsabilità, lui fosse molto freddo e timido, e ogni volta che si diceva che le colpe erano politiche, la risposta (emblematica) di Fabrizio era sempre del tipo: "eh, però sai, comunque…" e con i sindacati si lavora bene, le istituzioni aiutano, insomma alla fine sembrava sempre esserci un rapporto dello stato che ti dà la mazzata, e poi ti aiuta e quindi si va avanti.
    A me non è sembrato così convinto, e probabiomente la maggior parte delle grandi aziende italiane ragionano in questo modo.
    Che è quello che temo alla fine.

  6. Buongiorno a tutti, ma una bella puntata sul perché non ci sono più i grandi gruppi industriali citati? Quale "virus" li ha falcidiati ? Grazie ancora.

  7. Sulla politica energetica in italia c'è da fare un lavoro di informazione gigantesco, più che transizione energetica si deve fare una vera e propria transizione culturale, le rinnovabili sono idealizzate e ritenute le panacea di tutti i mali spinte ormai da anni di vuota retorica, la potenza installata non è potenza prodotta, il nucleare demonizzato da anni di disinformazione è probabilmente l'unica via efficace… Si dovrebbe piano piano comiciare a far capire l'importanza del settore energetico, che la soluzione è un mix contemplante molte tecnologie, che la fusione è sicuramente molto lontana non prima del 2070 nell'ipotesi più ottimistica e mai in quella più pessimistica…etc…