Bharat, la strategia dell’India. Delhi si vuole apripista del dopo-Occidente

Puntata dedicata al volume di Limes “Bharat, la strategia dell’India”, in edicola, libreria e sul sito per gli abbonati digitali da sabato 14 settembre 2024. Delhi si vuole apripista del dopo-Occidente. Polo asiatico, guru del mondo. I rischi del nazionalismo induista. In collegamento Lucio Caracciolo, in studio Alfonso Desiderio. Puntata registrata il 12 settembre 2024.

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#MappaMundi #geopolitica #india

21 Comments

  1. Sono contento che Limes abbia dedicato un volume a Bharat, necessario per cercare di colmare l'ignoranza sull'India. Considero che B.M. Ambedkar sia una figura fondamentale per capire Bharat e per prefigurare un futuro prospero, indipendente e unito.

  2. In realtà nonostante la crescita dell’India e dell’Asia, l’Europa rimane comunque il continente più importante del mondo. E in Europa la Germania resta il paese più importante. Poiché come ha sempre sostenuto Dario Fabbri: Solo UN'ALLEANZA FRA RUSSI e TEDESCHI, ha le capacità necessarie per portare l'Europa fuori dalla sfera d'influenza americana. Infatti qualora tale alleanza dovesse nascere, finirebbe il dominio degli americani sull'Europa. Questo gli americani lo sanno molto bene e per questo si oppongono.

  3. Dopo un paio d'anni di informazione leggermente "frenata", ma sempre di gran lunga superiore a quella dei mass media, state tornando ad essere fonte preziosa, seppur non unica, di notizie geopolitiche davvero importanti e interessanti.

  4. Oltre alle divisioni è un paese troppo religioso, spiritualista e tendente al pensiero magico per fondare un settore scientifico e tecnologico che possa minimamente concorrere con la Cina e l'occidente.

    Sta cambiando con le nuove generazioni (quelli di casta alta e ben istruiti) ma richiederà tempi lunghissimi*.

    *Fino a quando, forse, il vantaggio demografico non conta più perché arriva il dominio della robotica e intelligenza artificiale… Anzi, questi giovani andranno sfamati poi, e chissà che succede in termini di tenuta sociale

  5. Più, più che meno! Sono 1/4 in più e si và così verso i 2000 dialetti. Senza parlare della vita divisa in caste in modo rigidissimo. Alcuni uomini non sono uomini sono "creature adattate dalla selezione culturale a vivere nel pattume" traduzione.

  6. Chi nei commenti fa il tifo per le dittature (tipo quella russa) dovrebbe trasferirsi li e provare sulla propria pelle come funziona, per esempio, il sistema giudiziario, la meritocrazia e la corruzione

  7. Noi saremmo lo Stato-civiltà per definizione, se anche i cinesi che pure si sentono la cuspide del genere umano sono dovuti venire in Italia a studiare diritto romano per redigere il loro codice civile di cui non disponevano… Se anche USA, India e Cina chiamano sé stesse repubblica, "res publica".
    Noi dovremmo essere molto più Stato-civiltà rispetto a chiunque, solo che non ci crediamo.

  8. Da fedele abbonato alla rivista dico : Finalmente uno sguardo fuori dai soliti teatri. Sarebbe davvero utile ogni tot anni fare approfondimenti anche su teatri che non vengono mai toccati, come il sud est asiatico, l'oceania, l'america centrale e del sud. Grazie come sempre

  9. Suggerimento per Alfonso Desidero: ridurre drasticamente l'utilizzo dell'intercalare "no". Tra le altre cose credo abbia un effetto neurologico nell'ascoltatore di creazione di una barriera o comunque di un ostacolo all'ascolto ed in generale di svilimento del contenuto trasmesso.

  10. Complimenti in primis per tutto il vostro bellissimo lavoro.. l'accenno alla passata (e mai del tutto praticata) Asse / attrazione durante la guerra, di Roma-Delhi e dei suoi duci, insieme alla visione mussoliniana ante litteram dell'importanza dell India geopoliticamente e commercialmente, mi fa tornare una domanda sul ruolo e la lettura oggi del Fascismo (quasi culturalmente rimosso), che spesso il direttore Caracciolo ha cercato di porre all'attenzione del pubblico (come in un vostro scorso Festival dove era stato invitato Antonio Scurati) riflessione che ho sempre avuto la sensazione non sia stata mai soddisfatta a dovere, perché infine limitata tra virgolette nel sottolineare solo la follia o l ambizione dei gesti e anche della vita personale del duce italiano, oltre che ai picchi e cadute storiche più o meno condivise.. Del tutto al di là di una lettura manichea politica di destra o sinistra, di rivalutazione o condanna ulteriore, io sarei davvero curioso di sentire il direttore parlare nuovamente (o con altri ospiti) appunto del Fascismo, del quadro nazionale – geopolitico in cui si muoveva, che poi va quasi del tutto dissolto con la fine della guerra, delle continuazione storiche per esempio appunto marittime che incarnava e cercava di continuava, degli apporti di sistema all naziobe poi che con esso sono avvenuti nel bebè o nel male, anche se come sappiamo, fase storica conclusa in una cornice finale decisamente drammatica (e sull orlo dell auto distruzione)…grazie

  11. Chandra Bose ai tempi della IIGM era un importante sindacalista e si recava spesso in Afghanistan – Kabul a quel tempo era un po' la Casablanca dell' Asia centrale – per cercare appoggi e finanziamenti da parte delle potenze dell'Asse per le sue attività eversive in India contro l'occupante britannico. Tuttavia egli ebbe scarsa attenzione da parte della rappresentanza diplomatica tedesca, mentre ne ebbe molta di più dall'allora Legazione d'Italia a Kabul, a capo della quale era allora il Ministro Plenipotenziario Pietro Quaroni. Questi, oltre a foraggiare, su istruzioni da Roma, in vari modi le attività sovversive di Chandra Bose, trovò il modo di procacciargli un passaporto col quale C. B. poté recarsi in Europa e in Italia in particolare, dove fu ricevuto da Mussolini. Il passaporto in questione era quello del marconista della Legazione. Quaroni fece semplicemente sostituire la foto originale con quella di Chandra Bose e con quel passaporto egli poté viaggiare per l'Europa durante un anno. Il marconista in questione era mio padre.

  12. Una puntata assai trasparente e coerente. Divulgare geopolitica con ritocchi di parte porta sia a confusione cognitiva sia a perdita di interesse.
    Mi tengo le perplessità sui prezzi scontati del petrolio russo, per il semplice fatto che accordi di tale portata non viaggiano mai su un binario unico.

  13. C'è un detto che dice: "i problemi su scala personale, sono la miniatura dei problemi su scala globale"… Qui c'è un servizio povero… del genere…. facciamo un servizio sull'India…. tanto non c'è nulla da dire al momento