Tutti in ufficio, Amazon boccia lo Smart Working: perché?
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#amazon #smartworking #ufficio
45 Comments
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Per me la verità sta nel mezzo, in questo caso. Una modalità mista di smart working + lavoro in ufficio, con obbligo di presenza un tot di giorni al mese o alla settimana, consente di ottimizzare sia i vantaggi del lavoro da casa, sia quelli del lavoro da ufficio. A casa io lavoro “peggio” in termini di produttività quindi cerco di riservare allo smart working gli incarichi più amministrativi/burocratici/insomma, noiosi. In ufficio concentro la maggior parte del lavoro grosso e socializzo coi colleghi.
Proprio Amazon, così progressista, eliminando molti negozi fisici fa un passo indietro così ? C'è puzza di politica..si può fare squadra insieme su discord…
per quella che è la mia esperienza, una buona soluzione è alternare smart e presenza. è vero che stando sempre in smart si fa meno squadra e a lungo andare la produttività potrebbe calare, così come essere sempre in presenza può essere scomodo per i singoli individui. alternare le due modalità mi aiuta a vivere meglio il quotidiano, mantenendo alto il senso di appartenenza nell'azienda (per quelli che credono sia una parolaccia, vi garantisco che esistono aziende in cui si sta bene). poi, ripeto, è la mia esperienza. ho anche visto aziende in cui questi ragionamenti erano impossibili da fare.
Non ho mai commentato un singolo video in vita mia, ma il tema dello smart working mi tocca particolarmente.
Io lavoro nel mondo dei videogiochi, per chi non conoscesse questo campo voglio dare una rapida visione della situazione corrente: solitamente quando si finisce di lavorare ad un videogioco, la maggior parte della gente lascia l'azienda in cui ha lavorato per sportarsi su un nuovo progetto (quindi ogni circa 5/6 anni), naturalmente non e' una regola d'oro ma il grosso della gente fa cosi'; questo implica che 1) tu debba cercare un altro studio nella stessa citta', oppure 2) ti apri all'idea di trasferirti in altre citta' o parti del mondo per seguire le offerte che ti arrivano.
Capite quanto sia importante quindi la possibilita' del lavorare da casa in questo ambito… Non ho nemmeno menzionato il fatto che negli ultimi anni quest'industria e' completamente stata allo sbaraglio, con solo quest'anno un numero di licenziamenti pari a 13k persone. Ora immaginate cambiare completamente la vostra vita per un lavoro, magari dover chiedere una VISA o trasferire la vostra intera famiglia altrove, per poi ritrovarsi in mezzo ad una strada 6 mesi dopo (sfortunatamente conosco fin troppe storie del genere).
Io mi sono trasferita 3 anni fa dall'Italia alla Polonia per seguire il mio lavoro, ma dovro' vivere con la consapevolezza perenne che ci sono due scelte davanti a me: o dovro' sacrificare la mia stabilita' continuando a muovermi in giro per lavoro, o dovro' sacrificare la mia aspirazione di far parte di certi progetti perche' magari l'azienda vuole solo lavoratori in sede.
Io dico questo da persona che vede i benefit del lavorare in sede, soprattutto a livello di rapporti umani; pero' non si puo' pensare di attuare una politica del genere quando poi non ci sono regole atte a tutelare i lavoratori, che vengono trattati semplicemente come carne da macello.
premetto che sto parlando di posti di lavoro a tutti gli effetti "remotizzabili" almeno parzialmente, non ha alcun senso andare 5 su 5 in ufficio, il miglior compromesso a parer mio può essere un 3+2 o un 2+3 come divisione tra ufficio e remote, in base alle esigenze dell'azienda. Meno di 2 gg a settimana di remote Working nel 2025 sarà letteralmente un incentivo a licenziarsi. Ovviamente nulla toglie, a chi vuole, di andare anche 5 su 5 in ufficio per motivi si spazio, caos a casa ecc.
vorrei vedere se verrà implementato il senso di appartenenza o la carogna verso quel maledetto capannone
io, se mi chiedono di tornare in ufficio, do dimissioni il giorno stesso
Qualcuno mi spiega perché ormai la maggioranza di aziende a Milano non fanno smartworking?! Sopratutto in ambito informatico.. Assurdo.
Da persona che lavora 2 giorni a settimana in smart working, posso sicuramente dire che generalmente in ufficio si è più operativi, a casa ci sono molte distrazioni extra, ma se l'azienda decidesse di far tornare tutti in presenza lo vedrei come un affronto, come se mi diminuissero lo stipendio.
La soluzione migliore per me sarebbe di fare settimane alternate di smart working e di presenza obbligatoria, di modo tale che ci siano le settimane in cui effettivamente si è tutti vicini, collaborazione, confronti etc, altre settimane tutti a casa a svolgere in autonomia e calma il proprio lavoro. Anche perché, parliamoci chiaro, se vedo tutti i giorni le stesse persone non è "stimolante", non ho grandi novità da dare e consigli da chiedere, se magari le stesse persone le rivedo dopo una o due settimane qualcosa da chiedere ce l'avrei anche.
Fare l’anti Italia.
Wow, condivido l’idea della FOMO, è molto vera quando si lavora da pochi anni/si cambia lavoro. Nella mia esperienza, ho imparato tantissimo sulle relazioni interpersonali/approccio al carico di lavoro oltre che nozioni vere e proprie soltanto condividendo lo stesso ufficio con altre persone!
Io lavoro "da remoto" cioe' da casa ormai dal 2019, prima dello scoppio del COVID. Gli svantaggi che ho notato sono questi: 1) isolamento personale dai colleghi (che si' ho spesso in call, ma prima praticamente vivevamo insieme) 2) mancanza di confine precisto tra "riposo" e "lavoro" 3) ansia "da prestazione" dove non sai bene se sei considerato un peso o un asset. Come produttivita' penso che la mia sia maggiore di quando lavoravo in ufficio. In generale ora sono piu' ansioso, anche perche' sono l'unico a lavorare in famiglia, e questo non aiuta la qualita' della vita. Insomma se potessi tornare in ufficio probabilmente lo farei.
Riguardo al remoto: finalmente, così smetto di esser gelosa di chi ama lavorare in ufficio😂 così andate anche a voi a soffrire come noi infermieri tiè
E poi c'è intesa san paolo che toglie sempre più filiali fisiche xD per dire. Comunque come tutte le cose ci sono pro e contro a seconda del caso. Io ne ho sentite di persone che durante il covid erano felici dello smart working così si alzavano 2 min prima dell'inizio del turno, che si prendevano varie pause distraendosi con il gatto, con il postino, col dare da bere alle piante, ecc e comunque producendo il necessario. Ci sono tanti aspetti da considerare e dipende anche dalle persone
Vuoi il senso di appartenenza?
Incremento dei salari proporzionale agli utili dell'azienda 💕
Questo trimestre abbiamo avuto un incremento di utili del 1.3%? Benissimo! Salari aumentati dell'1.3%
Fanno bene a protestare e licenziarsi… Queste generazioni non le fregano più, l' "appartenenza all'azienda" !? Scherziamo!? 😂 Ci abbiamo messo un po' ad imparare ma chi non è proprio con l'acqua alla gola fa bene a farsi valere
Io appena assunto da amazon:
Per alcune aziende che non prevedono un NECESSARIO "scambio umano" tra i dipendenti (come aziende informatiche, tupo Amazon), lavorare in sede è inutile se non deleterio, visto che o si lavora in un cubicolo alienante in un ambiente rumoroso o in un open office rumoroso, con decine di colleghi che magari (molto probabilmente) sono su altri progetti e fanno ovviamente rumore. Senza considerare tempo e stress per gli spostamenti, spesa per mangiare. Per non parlare di aziende che oggettivamente non hanno lo spazio fisico per far stare tutti i dipendenti in sede.
Il tutto in un contesto di "cultura aziendale" dove l'azienda cerca di passare come grande famiglia ma alla fine il dipendente è un numero. Se a fine anno c'è un incremento di fatturato una pacca sulla spalla, un panettone e ciao. Se va medio o male a pagare in primis sono i dipendenti, con benefit revocati o licenziamenti (mai che a pagare sia la dirigenza).
Poi ci si chiede perché la gente preferisca lavorare da casa (il tutto a fronte di risultati e produttività invariate se non migliori).
Trovo il full remote effettivamente un po' eccessivo (poi dipende da caso a caso) ma riportare la settimana totalmente in presenza è una ricerca alla soluzione facile per un problema difficile… A mio avviso la soluzione ibrida è decisamente un buon compromesso tra tutte la parti in causa e bilancia vantaggi e svantaggi di entrambe le modalità: ok il fatturato ma un'altra priorità deve essere il preservare la salute mentale del dipendente e la sua vita personale privata. La migliore soluzione ritengo debba essere di stampo culturale: c'è bisogno di un'educazione allo smartworking in modo che il dipendente possa sentirsi più libero, in un sistema che garantisca al datore di lavoro che il dipendente non stia cazzeggiando… Naturalmente studiare una soluzione di questo tipo richiede tempo e risorse ma bisogna muoversi in questa direzione. Quasi mai esistono soluzioni istantanee. Tra l'altro, sul lungo andare, mi aspetto che un'azienda (specialmente se media-piccola) che applica un sano ambiente di lavoro ibrido-remote, riesca a crescere decisamente di più di una che costringe gli impiegati a tornare in ufficio (soprattutto con così poco preavviso, come nel caso di Amazon). Spero di vedere qualche protesta o sciopero in merito…
Non ho capito la ragione per la quale Amazon deciderebbe di riciamare in ufficio le persone. Forse non ho ascoltato bene il video.
Comunque secondo me dire che il lavoro in azienda è migliore perché da una sensazione di direzione globale è una affermazione che sarà valida per forse il 5% delle aziende.
Personalmente la comunicazione da quando lavoro da casa è molto migliore: più matura, efficace e direzionata alla operatività.
Ogniuno ha la propria esperienza, poi. Io comunque lavoro con persone sparse in giro per l'Italia, quindi….
non è vero quello che dici sul lavoro in presenza e lavoro da casa, questo magari era così anni e anni fa…qwuando le tecnologie e gli strumenti non erano avanti come oggi.
per il resto la produttività in smartworking è sempre maggiore di quella in presenza.
Perché non sia mai che non passiamo 2 ore nel traffico/treno.
Da programmatore, lavorare in ufficio è semplicemente un incubo personalmente rispetto a casa. La mia produzione diminuisce drasticamente. Probabilmente è anche dovuto al fatto che quella volta alla settimana che andiamo in azienda tendiamo a parlare più che lavorare ma in ogni caso remoto per sempre per quanto mi riguarda.
rimuovere lo smart working non è un problema, basta pagare il tempo di viaggio come lavoro. se attacchi alle 9 puoi attaccare alle 9 da casa, o partire da casa alle 9 per andare a lavoro
Secondo me l'ibrido è funzhonale, metà da remoto e metà con il team/onsite: è letteralmente il compromesso di cui si parla
Esperienza personale (sviluppo software):
Lavoro in smartworking da 1 anno e mezzo. Alcune considerazioni:
* vado in ufficio 1/2 volte al mese (azienda a 170 km da casa mia)
* ho sempre piacere di andare in ufficio perche' l'azienda ed i colleghi sono eccellenti e in ufficio c'e' un bellissimo clima (ed un bellissimo ufficio tra l'altro)
* finalmente, dopo anni che desideravo farlo, sono riuscito a dedicarmi al triathlon proprio perche' ho investito il tempo derivato dall'efficenza dello smart working (no spostamenti ecc) per allenarmi
* lavoro per passione e in casa sono riuscito a costruirmi la postazione lavorativa "dei miei sogni" (monitor, tastiera ecc…)
Capisco siamo di fronte ad una generazione extra soft quando il 90% dei commenti sono 30 piagnucoloni che si lamentano di stare in ufficio comodi a lavorare al computer. Ci credo che con questa mentalità iniziano a mancare tutti i lavoratori “manuali”, vi lamentate di stare tutto il giorno comodi con l’aria condizionata… vorrei ben vedervi a lavorare sotto il sole tutto il giorno. Come fate a non vedere quanto realmente siete già privilegiati?
Lo smart working deve essere fortemente limitato perché penalizza il lavoratore mettendolo nelle condizioni di non avere +1 separazione tra vita privata e lavoro in più riduce fortemente la produttività a favore di una iper produzione di riunioni inutili
Il problema di Amazon è il classico esempio del CEO che non ha idea di cosa facciano i dipendenti, ne se la cosa sia fattibile prima di parlare. A quanto pare, Amazon attualmente non ha spazi per tutti i dipendenti, con un grosso problema di mancanza di spazi che “qualcun altro” dovra’ risolvere
Come in tutte le cose ci sono i pro e i contro sia nel lavorare a casa sia nel andare in ufficio, per quanto mi riguarda c’è una soluzione molto semplice ed efficace, si chiama ibrido.
Grazie shy per essere l’unico italiano che conosce la parola TELELAVORO. Per favore non chiamatelo smart working. In UK lo chiamiamo Working from Home (WFH abbreviato), perché non c’e’ bisogno di inventare nomignoli per una cosa tanto semplice
Come
Ho installato trade republic e non ho capito dove si metteva il codice amico a me non lo ha chiesto
Mi dispiace Shy ma in questo caso sei tu che la pensi diversamente dalla maggioranza. E lo so perché ho un amico imprenditore, con una piccola azienda e dice le stesse cose tue. Ma lavorare da dipendente te la fa vedere sotto tutto un altro punto di vista. In primis il fatto che oggi il 90% dei dipendenti non sono davvero legati alla missione aziendale e robe di questo tipo, ma, e lo dico io in primis, lavorano in azienda x solo per avere i soldi ogni mese e condurre la vita che più possa soddisfarli. Vita che spesso è totalmente slegata dal lavoro.
Nel mio team siamo tutti poco vogliosi di lavorare. Fino ad ora ho conosciuto centinaia di persone e a nessuno piace effettivamente lavorare. Ce lo facciamo piacere, ma è rarissimo avere un lavoro e innamorarsene
Consiglio: apro il video perché Amazon ha veramente buone ragioni per costringere la gente ad andare in ufficio o evito di farlo per non farmi salire la bile? Da insegnante elementare che svolge, giustamente, il 95% del proprio orario fisso in presenza (sono grata per quelle poche ore rimaste on line ma si potrebbe fare ancora meglio) non ne posso più di sentire assurdità a riguardo. Non si diventa uniti e coesi con i propri colleghi perché si passa insieme anche quel tempo lavorativo che si potrebbe svolgere da remoto. Non siamo in Corea del sud, per fortuna. Si diventa uniti e si fa squadra se le regole te lo permettono, se i dirigenti non fomentano liti e rivalità inutili, se chi umilia gratuitamenti gli altri viene punito. E mi fermo qui ma potrei continuare
Se fosse possibile vorrei il full remote, almeno per me così potrei stare maggiormente con mio marito che attualmente vive e lavora in Grecia. Io purtroppo lì non riesco a trovare lavori in linea con la mia professionalità ed il livello salariale italiano…
Prima del covid ho lavorato per due anni da clienti dove ci mettevo 2h solo per arrivare da loro (+ altre due ore a tornare), e non essendo auto-munito uso i mezzi pubblici (un pullman più due metro più altri pezzi a piedi).
All'epoca avevo 21/22 anni, ma dopo quasi due anni avevo iniziato ad accusare dei colpi alla salute causa stress.
Poi è arrivata la pandemia, e nel durante ho potuto lavorare per un nuovo team completamente da remoto, ed è stato meraviglioso. Il nostro lavoro non è minimamente cambiato, ma anzi: col fatto che ognuno di noi aveva meno distrazioni in generale e riusciva a gestire meglio il proprio tempo, non solo la produttività del team è migliorata, ma anche noi eravamo più contenti in generale.
Non è vero che non si crea affiatamento e/o non ci si sente parte di un team: è proprio una menzogna da parte di chi non è in grado di valutare il lavoro svolto senza dover necessariamente annusare le persone. Si possono tranquillamente costruire e vivere rapporti online e da remoto lavorando agli stessi progetti.
Da parte delle aziende ci vogliono due cose: fiducia nei propri lavoratori e la capacità di saper valutare il lavoro svolto. L'azienda che ha bisogno di annusare i propri dipendenti è un'azienda che non ha fiducia nel lavoro dei propri dipendenti e/o non sa valutare la qualità del loro lavoro.
Il lavoro a distanza è un vantaggio sotto tanti punti di vista tra cui quello economico.
Fare dei giorni a casa vale dei soldi, farli tutti vale tanto di più. Se i governi rendono obbligatorio ove possibile il lavoro flessibile devono aumentare il salario di chi flessibile non può essere.
Da quando in questura sono in smartworking servono 6 mesi per avere un passaporto. Contano anche i diritti dei cittadjni e non solo quelli dei lavoratori
Se il viaggio da casa al posto di lavoro fosse un costo delle aziende, tutte ammetterebbero forme di telelavoro. Invece il costo è nei lavoratori e in termini di co2, ambientale.
nel caso di amazon, milioni di lavoratori che si sposteranno con mezzi privati sarà una catastrofe ecologica in termini di spesa e consumi.
Questo "ritorno in ufficio" non è altro che una cultura dei padroni e delle grandi aziende. Poteva essere una rivoluzione ecologica e sociale. Se il telelavoro fosse stato adottato in larga scala, avrebbe potuto far crollare il mercato immobiliare degli edifici commerciali, disabitandoli e costringendo il mercato a convertirli in abitazioni private, abbassandone i prezzi e facendo fronte all'emergenza abitativa. Invece l'interesse privato di pochi affaristi prevale su quello comune. e si parla ancora di cultura aziendale, di controllo, e di puttanate da cultura aziendalista che somigliano sempre di più a un culto, una setta. Boicotta amazon.
Secondo me lo smart working é un fenomeno in continua crescita anche nel suo essere meno isolante e penso che sia persino più adatto a certe persone, oserei dire che è persino abilitante in alcuni casi, e che più si fa e più si integra tecnologia nella società meno sarà isolante.
Fa molto ridere che i pioneri dell'e-commerce e che ultimamente investono su Cloud e digitale ora richiedano "il contatto umano". Allora ricominciamo tutti a comprare solo dai negozi fisici🙂 Dove lavoro io (non penso di poter dire dove) abbiamo totale libertà al momento, e spero continui sempre così. Ognuno decide quanto e quando andare in ufficio. Risultato? Penso che l'azienda non abbia mai vissuto una crescita come quella degli ultimi 3 anni in tutta la sua storia. Non dico sia merito dello smart, ma sicuramente questo dimostra che non é un impedimento. Si lavora più che bene.
Non so Shy, sinceramente non eleggiamo la/il presidente dell'UE, non eleggiamo la commissione e pure i partiti che possiamo votare sono solamente i nostri locali (e non sempre a livello nazionale stanno tutti i gruppi, per l'Italia non esiste nessuno in GUE). Quindi esattamente per quale ragione ci dovremo ricordare di questi tizi su cui abbiamo avuto quasi zero controllo decisionale?
Nella mia azienda lo smart working è assolutamente un tabù. il direttore generale "vecchio" (vecchio per modo di dire, semplicemente ha ceduto il ruolo a settembre al nuovo appuntato dalla filiale madre) era a prescindere contrario, nonostante ognu altra filiale nel mondo lo facesse. I risultati si sono ben visti, il morale nell'HQ sta sotto la suola delle scarpe perché tutti sono obbligati a farsi anche un'ora di viaggio ogni giorno per fare una cosa che potrebbe essere benissimo fatta da casa. Tantissimi dipendenti sono scappati (anche io se trovo un'offerta equivalente che mi concede lo smart volo fuori), tant'è che nel giro di 3 mesi il reparto del marketing si è letteralmente dimezzato. Ora è subentrato un nuovo GD. Vediamo come va, e se riusciamo ad ottenere una soluzione quantomeno ibrida al 50%, cosa che ai più starebbe già bene. Questa presa di posizione assurda per il tipo di lavoro che facciamo ci ha fatto perdere del personale molto capace.
Io da sviluppatore ho provato per la stessa azienda sia ad andare 4 giorni su 5 in ufficio sia un regime in cui tutti vanno in ufficio solo quando si vuole. Da quando siamo passati a quest'ultima formula ho notato un netto calo dell'interesse nel mio team nel prodotto che stiamo realizzando e una sempre maggiore tendenza a fare il "compitino" per portarsi a casa la giornata. Oltre che a una generale disorganizzazione sul da farsi.
Capisco anche il punto di vista dei pendolari (essendo lo stato per molti anni) però sarei curioso di vedere come cambierebbe l'opinione se l'Italia avesse un sistema di trasporto pubblico che funziona.
Ovviamente questa è solo la mia esperienza, però riesco a capire perché alcune aziende spingano sul reintrodurre i giorni in ufficio nonostante non ce ne sia strettamente bisogno.