Oswald Spengler (3a parte): Anni della decisione

La terza parte dedicata al pensiero di Oswald Spengler: un’analisi della sua ultima importante opera politica, «Anni della decisione» (1933), uscita in occasione della conquista del potere da parte di Hitler, e oggetto di un vivo dibattito sulla stampa tedesca, che vide forti critiche lanciate dagli intellettuali organici al regime all’indirizzo di Spengler e delle sue posizioni.

Secondo l’autore del «Tramonto dell’Occidente», infatti, ogni ottimismo era fuori luogo in un contesto in cui la scena mondiale era caratterizzata dalla decadenza delle potenze occidentali e dall’ascesa di nuove potenze emergenti al di fuori dei confini dell’Occidente. Questa convergenza tra il movimento operaio internazionale (“Rivoluzione mondiale bianca“) e i movimenti anticolonialisti nei Paesi non occidentali (“Rivoluzione mondiale di colore”) imponeva dunque decisioni politiche di grande portata, di fronte alle quali, la Germania si trovava in una posizione privilegiata per rispondere a queste sfide.

1 Comment

  1. Se nel "Tramonto" il tema razziale non svolge ruoli particolari, nei testi successivi diventa sempre più importante. Soprattutto nell'ultimo capitolo di "Anni della decisione", dove il nostro filosofo vede perfettamente come il prossimo futuro sia scandito da guerre razziali.
    Vi è una considerazione di Spengler che mi ha sempre colpito fin dagli anni sessanta (lessi il libro nella vecchia edizione "Il Borghese"), ed è questa (vado a memoria) "L'economia è un prodotto del pensiero umano, e finirà nel momento in cui sarà stata pensata fino in fondo, poi comincerà l'ultima lotta, quella tra razionalismo e sangue". Nulla è più attuale. Oggi che la razza ha sostituito la classe ed è diventata il tema dominante, siamo già all'interno di questo scontro. Da lui lucidamente previsto circa un secolo fa