La Cina dal continente al mare – Simone Dossi

Bene allora Benvenuti oggi secondo appuntamento di connessioni 2024 dopo la lezione della volta scorsa che era una lezione che abbiamo voluto ampia su diciamo i cambiamenti delle delle geografie internazionali a cura del professor gavinelli oggi iniziamo diciamo la parte regionale del nostro percorso quindi iniziamo ad approfondire alcuni quadranti con l’ospite di oggi

Che dopo vado a presentarmi il professor Simone Dossi in particolare ci occuperemo di Cina l’incontro si lega idealmente visto che molti di voi hanno partecipato anche all’edizione dell’anno passato l’anno passato Abbiamo avuto ospite Gabriele battaglia che è anche un conoscente del del professor Dossi e ci aveva fatto un un discorso

Eh molto ampio su le origini del potere potere cinese e sulla concezione del potere cinese oggi nel mondo No partendo da quel concetto di Tania ehm aveva sottolineato in modo molto particolareggiato come la Cina avesse sempre avuto come attenzione soprattutto in tema di sicurezza la messa in il consolidamento dei suoi confini

Continentali storicamente ma anche recentemente se pensiamo alle politiche fatte per esempio nelle regioni del Tibet e loian oggi con il professor Dossi cerchiamo di vedere invece la proiezione Marittima della Cina lo spazio del Mar del Mar Cinese Orientale meridionale è uno spazio molto interessante molto interessante noi ne sentiamo parlare

Ogni tanto quando viene citata la questione di Taiwan in particolare ma oggi vedremo che le implicazioni sono molteplici sul professor Dossi cosa possiamo dire è uno dei maggiori esperti a livello nazionale del appunto delle politiche di difesa cinesi e in particolare della proiezione Marittima della Cina a livello internazionale è direttore di

Orizzonte Cina che è una rivista scientifica e insegna in questo momento relazioni internazionali alla università Statale di Milano prego grazie grazie dell’invito della presentazione che Spero non abbia creato aspettative eccessive e mi fa molto piacere a maggiore al bogion sapendo che l’anno scorso c’era stato Gabriele a parlare del

Tema appunto della Cina la visione dell’ordine internazionale tnca e questo riferimento agli aspetti continentali che oggi cercheremo un po’ di ribaltare o meglio cercheremo di vedere come ci sia stata un’evoluzione da un punto di vista storico e questo abbia delle implicazioni piuttosto significative per il ruolo della Cina oggi e per la

Politica internazionale le rel con gli Stati Uniti in particolare Io ho pensato di partire da alcune immagini A proposito di Cina e mare Cioè cosa intendiamo Oggi quando parliamo di una proiezione Marittima della Cina prima immagine che può venire in mente questo è uno dei maggiori porti cinesi

Il porto di nimbo vicino a Shanghai da cui partono molte delle merci che arrivano anche sui mercati occidentali sul mercato europeo enorme porto movimentazione di container eh buona parte del commercio estero della Cina che noi sappiamo essere la fabbrica del mondo Come si dice è Commercio che viene condotto via mare

Per ragioni sostanzialmente di convenienza economica il commercio via Mare il trasporto via mare ha dei tempi che sono superiori per esempio al trasporto aereo ovviamente ma è economicamente più conveniente ovviamente a seconda del tipo di prodotto che viene importato o esportato però per prodotti che non deperiscono rapidamente il commercio viamare è

Ancorché richieda tempi più lunghi ancora la soluzione economicamente più vantaggiosa quindi buona parte del commercio estero della Cina viaggia via mare quindi esportazioni attraverso container su navi di grandissime dimensioni le porta container che seguono alcune vie di comunicazione Marittima ben definite che sono quelle appunto che consentono Di minimizzare i

Tempi e quindi anche i costi di trasporto e questo ha delle implicazioni strategiche come vedremo perché la sicurezza di quelle vie di comunicazione lungo i mari che sono non soltanto i mari regionali Ma gli oceani globali Acquisiscono una rilevanza anche di sicurezza nazionale per la Cina una seconda immagine non so quanto

Si veda la carta che c’è sullo sfondo però questa è una rappresentazione che era stata diffusa da sinqua l’agenzia di stampa Nuova Cina l’agenzia ufficiale cinese del progetto della belten Road initiative non so se abbiate avuto modo di parlarne lo scorso anno se vi sia capitato di di leggerne il progetto

Delle cosiddette nuove vie della seta probabilmente la scorsa settimana Dino gavinelli ne avrà parlato quindi un enorme progetto che tra i vari aspetti prevede anche una componente infrastrutturale di potenziamento delle Infrastrutture della cosiddetta connettività che ha una sua componente terrestre che attraversa l’eurasia dalla sua estremità orientale a quella occidentale quindi dalla dalla

Cina all’Europa ma anche una sua componente Marittima la cosiddetta via della seta Marittima ma del xxo secolo che dalle coste appunto della Cina attraverso il Mar Cinese meridionale la regione degli stretti l’oceano indiano risale poi fino al mar Mediterraneo ehm belten Rad initiative come sapete è stato oggetto anche di dibattito in

Italia quando l’Italia nel 2019 ha aderito al progetto con il memorandum d’Intesa e quando poi lo scorso anno ha deciso di denunciare quindi diciamo di non ehm far sì che il memorandum alla scadenza quest’anno 2024 si rinnovasse automaticamente quindi di fatto di uscire da questo progetto ehm proiezione quindi attraverso la

Componente Marittima della Belt Road initiative nel Mediterraneo e sappiamo che negli ultimi anni anche indipendentemente dalla belten Road initiative imprese cinesi imprese cinesi di Stato hanno investito consistenti capitali in alcune infrastrutture portuali europee Questa è una carta in realtà di qualche anno fa quindi non è del tutto aggiornata però segnala alcune alcuni

Porti nel Mediterraneo con investimenti cinesi tipicamente di imprese di Stato cinesi le grosse imprese di Stato cinesi la più rilevante di queste è sicuramente il Pireo porto del Pireo in Grecia su cui vi è stato un consistente investimento di fatto il controllo della società che gestisce il Pireo è stato

Acquisito da una società cinese perché questo porto è stato individuato come centrale nella proiezione commerciale della Cina quindi nell’arrivo di merci importate della Cina verso il continente europeo quindi un punto di riferimento per le esportazioni verso il continente europeo verso la penisola balcanica ma non soltanto Quindi da lì poi in tutta

Europa però investimenti anche in altre infrastrutture portuali per esempio in Italia Vado Ligure quindi insomma una presenza che negli ultimi 10 anni si è fatta evidente Questa è la dimensione commerciale poi c’è ovviamente anche tutta una dimensione in parte diversa però che inizia a essere abbastanza visibile anche di carattere militare

Questa è un’immagine della prima porta aerei della Marina Militare cinese La porta aerei leonin che è appunto stata che diciamo è stata consegnata alla marina militare cinese nel 2012 è raggiunto la capacità operativa iniziale Cioè è diventata funzionante diciamo da un punto di vista della sua operatività militare nel 2018

Fino ad allora la Cina non aveva una porta aerei gli osservatori analisti cinesi dicevano l’unica potenza con seggio permanente il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite senza una porta aerei nel 2018 finalmente la Cina ha una porta aerei con una che che ha diciamo capacità operativa ehm almeno ufficiale si tratta in realtà

Di una porta aeri che non era stata costruita in Cina lo scafo era stato acquisito in modo un po’ rocambolesco dall’ucraina si tratta di una di uno di una nave di fabbricazione ancora Sovietica che negli anni 90 era stata acquisita in modo appunto un po’ rocambolesco dall’ucraina poi era stata

Riadattata completata appunto in Cina e da allora poi tut attraverso tutta una serie di lavori e poi test infine ha raggiunto la capacità operativa iniziale Nel frattempo la Cina però ne ha costrui altri due di porta aerei la seconda la shandu che di fatto è basata su questa

Prima è una copia un secondo modello parzialmente adattato ma costruito in Cina quindi da una nave costruita altrove e acquisita a una invece costruita in Cina consegnata alla marina nel 2019 e poi la terza la fuen che è stata varata nel 2022 che invece interamente progettata in

Cina non ci sono ancora molti dettagli è stata varata ma non è ancora diciamo non è ancora operativa non ci sono moltissimi dettagli però insomma dettagli disponibili pare che sia completamente diversa rispetto alle precedenti e quindi indicativa anche dell’acquisizione di capacità da parte cinese in una diciamo settore quello

Della cantieristica navale per navi appunto complesse come portaerei che è sicuramente un settore molto molto sofisticato Ecco e poi un’ultima immagine Questa è la cerimonia di inaugurazione della prima base militare cinese all’estero la Cina per decenni non ha avuto basi militari all’estero la prima base militare all’estero viene

Inaugurata nel 2017 e viene inaugurata a Gibuti non casualmente Gibuti è un piccolo paese in cui vari altre potenze hanno delle basi militari gli Stati Uniti la Francia l’Italia persino una piccola una piccola base militare ed è collocato in una posizione come vedete nella carta particolarmente significativo perché appunto collocato

All’imbocco di quel di Fatto Canale che poi arriva a nord fino al Canale di Suez e collega di fatto l’oceano indiano il mar Mediterraneo quindi una via di comunicazione una di quelle vie di comunicazione su cui convergono i commerci marittimi cui facevo riferimento prima perché la Cina decide

Di inaugurare per la prima volta una base all’estero di farlo proprio qui è legato appunto a quelle dipendenze di cui parlerò dopo ma che ho accennato anche prima dalle vie di comunicazione Marittima il fatto che la Cina è Fabbrica del mondo esporta le esportazioni ma anche le import per

Esempio le importazione di idrocarburi sono fondamentali per la sua economia quindi la sicurezza di quelle vie di comunicazione diventa un interesse Nazionale Allora quello che vediamo È Quindi negli ultimi 15 anni più o meno ma già degli anni 80 come Vedremo si iniziava a vedere qualche segnale una proiezione

Crescente della Cina sui mari che sono i mari regionali Mar Cinese meridionale orientale Ma non solo quindi anche erraneo proiezione commerciale Gibuti un’installazione militare addirittura questo però contrasta col tradizionale orientamento della politica estera cinese che era marcatamente continentale quello a cui si faceva riferimento prima di cui ha parlato lo scorso anno

Immagino Gabriele battaglia cioè tradizionalmente la Cina almeno dalla fine del Seicento ha una politica estera marcatamente continentale alla fine del seic a metà del seic conquista il potere in C una nuova dinastia la dinastia cin la dinastia mancese una dinastia fondata da una popolazione della Manciuria non cinese

Nel senso etn culturale del termine che conquista il potere sovvertendo la precedente dinastia che invece era cinese la dinastia Ming ehm a metà del seic gli ultimi sostenitori della dinastia precedente della dinastia Ming si ritirano a Taiwan per una quarantina di anni c’è una situazione per certi versi simile a

Quella attuale in cui ci sono due diversi governi due diverse autorità sulla Cina continentale e a Taiwan alla fine del 6ic la dinastia cin riesce a acquisire anche il controllo di Taiwan da quel momento dalla fine del seic si verifica di fatto una chiusura rispetto ai Mari l’attenzione è principalmente

Concentrata Sul continente sulle Marche continentali cui si faceva riferimento prima verso l’Asia centrale quello che diventerà sinjang verso Il Tibet le relazioni complesse storicamente con Il Tibet ma non verso i mari Questo non cambia in realtà neanche a metà dell’Ottocento quando la Cina della dinastia cing si trova a fare i conti

Con la penetrazione crescente delle potenze occidentali le guerre dell’oppio a metà dell’800 la sconfitta con gli inglesi con i francesi nemmeno in quel contesto si viene a creare un consenso forte all della corte mancese per investimenti in una modernizzazione navale che arriverà soltanto alla fine dell’800 in seguito alla sconfitta con

Il Giappone nella guerra con il Giappone sarà una modernizzazione molto tardiva E sostanzialmente non sufficiente a consentire diciamo la sopravvivenza della dinastia cin anche a fronte delle profonde trasformazioni all’interno del paese questa questo prevalente orientamento continentale in realtà continua anche nel corso del 900 perché anche quando viene infine diciamo

Ricomposta dopo una lunga fase di frammentazione politica L’unità nazionale nel 49 in seguito alla Vittoria dei comunisti alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese per i primi decenni di vita fino agli anni 70 tutta la politica estera della Repubblica Popolare Cinese si concentra Guarda principalmente al continente in particolare nella fase di maggiori

Tensioni con l’Unione Sovietica quindi nel corso degli anni 60 e 70 l’Unione Sovietica che era stata inizialmente un alleato diventa il principale nemico e la minaccia è una minaccia che viene dal continente ci sono degli scontri al confine nel 69 anche piuttosto significativi tra Cina e Unione Sovietica quindi la politica di difesa

Della Cina è tutta quanta proiettata verso il continente non verso i mari è negli anni 80 che gradualmente poi in maniera più visibile negli anni 90 e diciamo nel nuovo millennio la Cina inizia invece a guardare sempre più ai Mari Allora quello che vorrei fare oggi è in

Primo luogo ragionare un po’ sui vettori cioè perché la Cina da questa tradizionale impostazione continentale abbia iniziato a guardare i mari Quindi quali sono i vettori e ne individueremo tre che hanno appunto portato a questa proiezione Marittima E in secondo luogo ragionare sulle implicazioni per la politica internazionale cioè questa

Proiezione crescente della Cina sui mari che appunto in una prospettiva un po’ più lungo periodo possiamo far risalire fino dagli anni 80 quali implicazioni ha per le relazioni con gli Stati Uniti e per le trasformazioni del sistema internazionale a cui assistiamo in questa fase che si suole definire come

Fase di declino delle gemonia americana anche su questo poi si potrebbe discutere Allora innanzitutto i vettori il cambiamento questo riorientamento della Cina dal continente alle ai Mari che vedremo è un riorientamento anzitutto verso i mari regionali e solo successivamente al di là della regione è il frutto dell’interazione tra interessi

Regionali che la Cina sviluppa e che sono sempre più legati ai Mari come Vedremo e invece delle dipendenze globali che si sviluppano più lentamente ma che diventano particolarmente importanti soprattutto a partire dal 2000 negli ultimi 20 anni e questo determina un po’ il doppio Orizzonte della proiezione Marittima

Anzitutto un orizzonte regionale e però in una seconda fase anche un orizzonte che va al di là della Regione globale allora un primo interesse regionale che porta la Cina a guardare sempre più a Mari è legato a una serie di controversie in Asia orientale nel Mar Cinese Orientale n Mar Cinese

Meridionale attorno ad alcune isole ma non soltanto isole spazi marittimi più In generale con altri stati della Regione qui sono sostanzialmente due gli arcipelaghi contesi tra la Cina e altri paesi dell’Asia orientale sono l’arcipelago delle isole ehm paracel nella parte settentrionale del marcinese meridionale le vedete qua non

So se si veda il puntatore Sì qua le isole paracel Sono contese tra la Cina e il Vietnam e Taiwan le rivendicazioni marittime di Taiwan sono sostanzialmente le stesse della Cina e questo perché storicamente come Vedremo Poi dopo ehm il governo di Taiwan e il governo il

Governo di Taipei e il governo di Pechino si presentavano entrambi come unico legittimo governo dell’intera Cina e di conseguenza dal punto di vista delle rivendicazioni territoriali le rivendicazioni territoriali erano sostanzialmente le stesse ehm un secondo arcipelago conteso Invece questo più in basso che è segnato su questa carta che della

Enciclopedia Britannica e che tra l’altro contiene un ruso è segnato col nome cinese che è nansha sono comunque quelle che sono note come isole spratly qui la controversa è più complessa perché riguarda di nuovo Cina barra Taiwan Vietnam che rivendicano in tutto questo arcipelago le Filippine che come

Vedete sono veramente molto vicine ma anche il Bruni e la malaisia quindi una controversia più complessa che riguarda un numero più significativo di stati che rivendicano in parte o in tutto queste isole Ehm cosa riguardano queste controverse riguardano la sovranità sulle isole in realtà non sono quello che noi

Intenderemo isole si tratta In molti casi di conformazioni che quando c’è Alta marea non emergono neanche dall’acqua quindi emergono solamente in condizioni di bassa Maria soltanto alcune di queste hanno dimensioni tali da poter consentire insediamenti umani allo stato naturale Poi ci sono stati lavori di espansione artificiale Diciamo che anche dal punto

Di vista del diritto internazionale queste conformazioni non si qualificano nemmeno come isole ok Quindi perché l’importanza Perché queste rivendicazioni da parte degli Stati costieri perché quello che importa sono gli spazi a torno a queste isole Allora la rivendicazione di sovranità su queste supposte isole consente anche di rivendicare diritti sugli spazi

Circostanti in particolare diritti all’esclusivo sfruttamento delle risorse contenute negli spazi marittimi circostanti che sono sia le risorse contenute nelle acque risorse ittiche per esempio che sono importanti per le economie locali sia le risorse nel sottosuolo e quindi idrocarburi tipicamente quindi la controversa riguarda le isole isole definite come

Tali dagli Stati costieri anche se non necessariamente sarebbero definibili come tali la sovranità sulle Isole quindi ma soprattutto i diritti allo sfruttamento delle risorse nelle acque circostanti Qual è la posizione cinese su questo la posizione cinese è una rivendicazione di diritti all’interno di uno spazio Marittimo molto ampio ricompreso all’interno di

Quella che viene definita la linea tratti la linea nove tratti che vedete Forse questa è una carta cinese è una scansione quindi non è il massimo sono questi nove tratti che racchiudono vedete qui praticamente la totalità del Mar Cinese meridionale arrivando anche Proprio in prossimità delle Coste delle Filippine in

Particolare Queste sono le isole paracel sisha in cinese Queste sono le isole spratley in nansa la Cina appunto Rivendica diritti sul praticamente l’intero marcinese meridionali non qualifica In realtà questi diritti Cioè non specifica ufficialmente che cosa esattamente rivendichi se sovranità piena diritti allo sfruttamento esclusivo secondo quello che nel diritto internazionale

Definito zona economica esclusiva c’è una zona che si estende per 200 Miglia dalla linea di costa entro cui lo stato costiero ha l’esclusivo diritto allo sfruttamento delle risorse naturali la Cina non chiarisce questo Rivendica dei diritti storici quelli che genericamente defin come diritti storici facendo riferimento al fatto che in epoca

Storica secondo le autorità cinesi i pescatori cinesi avrebbero svolto attività di pesca in questo ampio spazio Marittimo quello che è interessante notare è che questa linea a nove tratti si basa in realtà su di una mappa che di tratti originariamente ne prevedeva 11 che è stata elaborata nel 47 del governo

Nazionalista quindi le rivendicazioni della Repubblica Popolare C Cese del governo del Partito Comunista di Pechino di oggi si basano sulle rivendicazioni che erano quelle del governo nazionalista prima del 49 Quindi prima del trasferimento a Taipei quindi per questo dicevo prima c’è una sostanziale sovrapposizione tra le rivendicazioni di Cina e Taiwan perché all’origine

Entrambi i governi vechino E Taipei presentavano se stessi come gli unici legittimi rappresentanti del governo della Cina unica Ok i tratti 11 poi negli anni 50 a seguito di un accordo bilaterale tra Pechino e Vietnam del Nord relativo alla demarcazione delle rispettive aree marittime nel golfo del tonchino due

Tratti vengono cancellati però diciamo la base è ancora quella carta del 47 del governo nazionalista Allora le controverse vengono genericamente definite come controverse storiche storiche Nel senso che il fondamento come spesso per le controversie territoriali deriva dal fatto che non vi erano dei Confini delle demarcazioni definite in epoca precoloniale cioè prima della

Colonizzazione dell’Asia orientale in particolare La colonizzazione dell’indocina non vi era una demarcazione tra gli Stati premoderna delle sfere diciamo di di di autorità in mare Vi erano delle demarcazioni su terra ma non in mare e quindi in questo senso il fondamento delle controversie è storico quindi eredità della tradizionale

Assenza di demarcazioni però non è del tutto corretto dire che si tratta di controversie storiche se per storiche si intende controversie che ci sono sempre state che sono sempre esistite dalla decolonizzazione in poi perché non è così sono controversie che risalgono in realtà agli anni 70 è solo alla fine

Degli anni 70 che si pone la questione di demarcare delle sfere di autorità nel marcinese meridionale e nel marcinese orientale parallelamente lì la controversia è col Giappone perché negli anni 70 perché è negli anni 70 che le rilevazioni individuano il potenziale in termini di idrocarburi dei fondali di questi Mari Quindi è solo

Quando emerge la rilevanza come dire economica di queste acque che allora gli stati costieri cosa iniziano a fare iniziano a fare esplorazioni iniziano a rivendicare diritti su questi spazi e a occupare alcune di queste isole quindi è tra gli anni 70 e gli anni 80 che la

Questione si pone ed è in questo periodo che anche la Cina partecipa una corsa all’occupazione di isole che in realtà non era partita dalla Cina Anzi la Cina ha la percezione di essere un po’ in ritardo in queste In questo sono altri Stati per esempio le Filippine che si

Muovono abbastanza presto e quindi si viene a creare questa questa specie di catena di appunto esplorazioni rivendicazioni occupazioni che crea tensioni che poi si sedimentano e periodicamente si attraversano alcune fasi in cui si acuiscono nel corso dei decenni allora questo è un primo vettore quindi Questo è un primo motivo diciamo

L’attivi politicamente di queste controversie a seguito della rilevazione di idrocarburi sui fondali tra la fine degli anni 70 e inizio degli anni 80 è il primo vettore per cui la Cina inizia a guardare i mari Tra l’altro la Cina quando si attivano politicamente queste controverse Quando inizia questa

Competizione tra stati costieri per il controllo di spazi nei quali si ritiene vi siano importanti risorse la Cina si trovava in una fase abbastanza partic dal punto di vista politico ed economico gli anni 80 non so diciamo chi abbia familiarità con la storia cinese però gli anni 80 sono gli anni delle riforme

Gli anni in cui cambia il modello economico si passa dall’economia pianificata della Cina di Mao alle riforme di Denia opin lo sviluppo economico diventa una priorità e c’è bisogno di risorse per sostenere questo sviluppo economico quindi in quel contesto politico interno in cui lo sviluppo economico diventa prioritario

Rispetto alla politica dalla politica al comando allo sviluppo economico come priorità nel contesto internazionale in cui altri paesi per le stesse ragioni iniziano a occupare isole e a rivendicare diritti su questi spazi Allora ecco che anche la Cina inizia a guardare ai Mari nonostante fino a poco prima la concentrazione fosse tutta sui

Confini continentali con l’Unione Sovietica in particolare con la Mongolia con l’Unione Sovietica poi c’è una seconda questione che negli anni 90 invece induce La Cina a guardare sempre più ai Mari e di nuovo a questi Mari alla diciamo alla alla Regione tra il Mar Cinese Orientale e il Mar Cinese

Meridionale ed è la questione di Taiwan questione di Taiwan che è eredità della storia cinese del x e XO secolo no quindi sappiamo Taiwan appunto dicevo prima Taiwan ultimo baluardo della dinastia Ming Nella seconda metà del Seicento quando la dinastia cing la dinastia mancese prende il controllo della Cina

Poi la dinastia cin riesce ad acquisire il controllo anche su Taiwan alla fine del 600 da quel momento Taiwan fa parte dell’Impero cinese quindi è sotto il governo di Pechino questo fino alla sconfitta della Cina nella guerra contro il Giappone a fine 800 quando Taiwan diventa una

Colonia del Giappone e tale rimane fino alla sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale Quindi tutta la prima metà del 900 Taiwan di fatto è sotto il controllo del Giappone separata dalla Cina continentale Nel 45 sconfitto il Giappone Taiwan torna sotto il governo cinese il governo che è il governo

Nazionalista in coalizione con i comunisti però comincia la guerra civile nel 46 che si conclude nel 49 con la sconfitta dei nazionalisti e la ritirata Taiwan e a quel punto di nuovo dopo pochi anni in cui Taiwan era stata sotto la stessa autorità della Cina continentale continente e isola si

Ritrovano sotto due autorità politiche differenti da una parte la Repubblica Popolare Cinese Pechino il governo del Partito Comunista dall’altra parte la la Repubblica di Cina cioè il governo nazionalista che si era spostato a Taiwan sotto il appunto la guida del partito nazionalista il gingan e da lì

La situazione si congela e in una certa misura persiste ancora oggi quello che caratterizza la lunga fase della guerra fredda è però un aspetto comune tra le due sponde dello stretto Come si suol dire tra Pechino e Taipei cioè non riconoscendosi l’uno con l’altro i due governi ciascuno dei due governi

Riteneva si presentava anche internazionalmente come l’unico legittimo governo di tutta la Cina unica la One China la Cina unica quindi non come governi di due stati due territori differenti ma come ciascuno l’unico legittimo governo di quell’unico paese che è la Cina e quindi Taiwan parte di questa unica Cina con poi ovviamente

Contrapposte rivendicazioni Su quale fosse il governo legittimo di questa unica Cina se il governo della Repubblica di Cina o quello della Repubblica Popolare Cinese Però l’idea che Taiwan è parte della Cina allora in questo contesto la politica di Pechino nei confronti dell’isola è cambiata nel corso del tempo anche in conseguenza

Dell’evoluzione delle relazioni con gli Stati Uniti che come sapete diciamo la Cina dopo la Repubblica Popolare cinese dal 49 dopo il 49 è alleata con l’Unione Sovietica nel 50 combatte contro gli Stati Uniti in Corea nella guerra di Corea Ma poi nel momento in cui l’Unione Sovietica diventa la principale minaccia

Tra la fine degli anni 50 e poi nel corso degli anni 60 c’è questo appunto appunto cambiamento nel che che si verifica nel corso degli anni 70 per cui la Cina si avvicina agli Stati Uniti durante presidenze Nixon in funzione antisovietica e quindi c’è questo ribaltamento delle alleanze gli Stati

Uniti che erano alleati di Taiwan lasciano cioè della Repubblica di Cina lasciano Taiwan e riconoscono la Repubblica Popolare Cinese Allora nella prima fase la politica di Pechino era quella denominata ufficialmente liberare Taiwan liberare Taiwan nel senso liberare dai nazionalisti voleva dire sostanzialmente riconquista armata cioè L’obiettivo era la riconquista armata

Dell’isola di Taiwan come completamento della riunificazione Nazionale l’ultimo tassello cante alla riunificazione Nazionale dopo il secolo di frammentazione iniziato con le guerre dell’oppio quelle che viene descritto nella retorica ufficiale del Partito Comunista cinese secolo di umiliazione Nazionale nel 49 ricomposizione dell’Unità della Cina continentale manca un tassello che è Taiwan Allora liberare

Taiwan L’obiettivo è riconquistare Taiwan e completare la riunificazione Nazionale questa intenzione Non si realizzerà mai proprio perché Taiwan aveva il sostegno degli Stati Uniti e quindi dopo la guerra di Corea con l’alleanza formale Eh una riunificazione armata di Taiwan avrebbe voluto dire una nuova guerra contro gli Stati Uniti e

Questo non era fattibile quindi situazione congelata Quando si verifica quel ribaltamento delle alleanze che dicevo prima primo gennaio del 79 si stabiliscono le relazioni diplomatiche tra Cina Repubblica Popolare Cinese e Stati Uniti gli Stati Uniti contestualmente interrompono le relazioni diplomatiche con la Repubblica di Cina con Taiwan in virtù del

Principio della Cina unica No perché la Cina è unica non si può avere relazioni con entrambe quindi nel momento in cui si riconosce Pechino si rompono le relazioni con Taipei allora cambia anche la politica di Pechino nei confronti di Taiwan L’obiettivo è sempre la riunificazione perché è sempre quel tassello mancante all ricomposizione

Dell’Unità Nazionale ma una riunificazione per via negoziale quindi non più una riunificazione con il ricorso alla forza ma la cosiddetta riunificazione pacifica e la formula che viene coniata negli anni 80 è questa riunificazione pacifica un paese due sistemi Cosa vuol dire riunificazione pacifica un paese due sistemi vuol dire

Che l’obiettivo finale è la riunificazione E su questo non c’è dubbio Questo non è negoziabile C l’obiettivo finale resta quello la riunificazione però la riunificazione da raggiungere per via negoziale con l’obiettivo di creare una sit finale in cui c’è un unico paese la Cina un unico stato La Repubblica

Popolare Cinese ma all’interno del quale convivono due sistemi politici ed economici differenti quindi l’idea di un margine di autonomia soprattutto dal punto di vista economico Siamo in un contesto quello degli anni 80 in cui l’economia cinese sta introducendo riforme Ma è ancora un’economia pianificata sostanzialmente a Taiwan si sostiene che potrebbe continuare a

Esistere il sistema Capital istico che era tipico appunto del dell’isola quindi riunificazione pacifica un paese due sistemi perché dicevo che negli anni 90 la questione di Taiwan che è abbastanza consolidata abbastanza chiara abbastanza cristallizzata inizia a rappresentare un ulteriore vettore per il quale la Cina Guarda ai Mari perché tra la fine degli

Anni 80 allinizio degli anni 90 si verificano alcune trasformazioni a Taiwan che mettono un po’ in tensione quell’equilibrio che si era raggiunto nei decenni precedenti L’equilibrio è quello che dicevo prima Cioè due governi che non si riconoscono ma ciascuno dei quali ritiene che Taiwan faccia parte della Cina perché ciascuno dei due

Governi presenta se stesso come l’unico legittimo governo di tutta la Cina compresa Taiwan quindi il governo di Taipei presentava se stesso anche in sede internazionale come l’unico legittimo governo di tutta la Cina non soltanto di Taiwan e quindi presentava Taiwan come parte di questa unica Cina

Le cose cambiano però tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 nel contesto del processo di democratizzazione a Taiwan Taiwan nei decenni precedenti era stata sotto il governo autoritario del partito nazionalista quindi quella classe dirigente che era arrivata dal continente nel 49 nel 49 Dobbiamo immaginare un’intera classe dirigente di

Un paese delle dimensioni della Cina civili militari le forze armate che si trasferisce su questa piccola isola e da quel momento in poi governa questa piccola isola senza grande coinvolgimento della popolazione locale quindi sostanzialmente un governo proveniente da fuori un intero apparato di Stato di forze armate che governa su di una popolazione

Locale senza grande partecipazione da parte di quest’ultima Alla fine degli anni 80 inizia un processo di democratizzazione sull’isola e questo processo di democratizzazione richiede in qualche modo un’inclusione anche della popolazione locale che per decenni era stata esclus usa dal potere politico Allora è in questo contesto che si

Verifica quello che viene definito nella Sociologia politica un processo di Nation building cioè di costruzione di un’identità Nazionale che è in parte nuova che è molto centrata sulle nuove istituzioni democratiche dell’isola oggi nella definizione dell’identità nazionale a Taiwan la democrazia è un elemento centrale e che però nel fare

Questo crea delle spinte per la ridefinizione di Taiwan come qualcosa che non è Cina cioè Taiwan non è semplicemente un’isola che fa parte della Cina Taiwan è qualcosa di parzialmente diverso Taiwan è per esempio democrazia In opposizione al regime comunista della Cina continentale Taiwan è anche il recupero di alcune

Identità locali che il governo dell’elite del partito nazionalista aveva in qualche modo fuscato per decenni è il recupero del ruolo delle minoranze etniche presenti storicamente nell’isola quindi un identità che differenzia Taiwan dal continente e anche politicamente apre lo spaz spzio a rivendicazioni indipendentiste sia nelle forze di opposizione in particolare il Partito

Democratico progressista che è la principale forza di opposizione che nasce Allora dalla contestazione al partito nazionalista e che è l’attuale partito di governo a Taiwan che ha proprio nel suo DNA questa rivendicazione di alterità di Taiwan rispetto alla Cina continentale Ma persino all’interno dello stesso wend dello stesso partito nazionalista si

Fanno strada figure rappresentative della popolazione locale taiwanese che articolano un discorso diverso rispetto a quello dei decenni precedenti in cui Taiwan viene presentato come qualcosa di effettivamente diverso dalla Cina Allora per la prima volta si viene a creare una situazione in cui le due sponde dello stretto paiono non concordare più sul

Fatto che Taiwan sia necessariamente parte della Cina continentale e questo viene visto con grande preoccupazione a Pechino perché per Pechino come dicevo prima L’obiettivo è sempre quello della runif iazione Nazionale può cambiare il modo in cui Questo obiettivo viene raggiunto non più mediante ricorso alla forza liberare Taiwan ma per via

Negoziale riunificazione pacifica ma l’obiettivo è quello E non è negoziabile perché ne v d la legittimità stessa del Partito Comunista cinese un partito che non diversamente da altri partiti comunisti in Asia pensiamo a quello del Vietnam si legittima dinanzi alla propria opinione pubblica in primo luogo attraverso credenziali nazionali cioè i

Comunisti questo diciamo per noi europei Può risultare partic mente strano ma i comunisti in Asia e non solo in Asia sono nazionalisti cioè i comunisti legittimano il proprio potere politico in virtù della Indipendenza che hanno portato nei paesi in cui governano questa è la narrazione no quindi non solo una rivendicazione di legittimità

Basata sulla promessa di una trasformazione socioeconomica ma anche una rivendicazione di legittimità basata sull’aver riportato l’indipendenza nel caso della Cina dopo il secolo che viene rappresentato come umiliazione nazionale per mano delle potenze straniere dalla metà dell’800 la Cina dice Mao dichiara Mao nel dichiarare nel proclamare la Repubblica Popolare Cinese nel settembre

A fine settembre del 49 la Cina si rialza in piedi sotto la guida del Partito Comunista quindi una credenziale di legittimità nazionalista E allora Taiwan è Il tassello che manca se Taiwan per quanto indefinitamente nel futuro non ritorna alla madre Patria questo è sempre la narrazione ufficiale Allora vuol dire che

Quella riunificazione Nazionale quel rialzarsi in piedi non è completato è un vulnus alla rivendicazione di legittimità del partito dinanzi alla stessa opinione pubblica cinese Quindi da un lato l’articolazione per la prima volta di una identità taiwanese che non è necessariamente cinese in parte può essere anche cinese ma quantomeno cinese

In modo diverso e non necessariamente cinese frutto di questo processo di democratizzazione frutto della processo di Nation building che è necessario perché la democratizzazione sia possibile perché bisogna includere le popolazioni locali le Elite locali Dall’altro la sensibilità da parte di Pechino a questa questione della riunificazione per cui per quanto la

Riunificazione sia qualcosa di posticipato in un futuro indefinito non può però essere negata perché dire no Taiwan è qualcosa di diverso Taiwan non sarà mai Cina significa mettere in discussione il ruolo del partito e la sua fonte di legittimità come forza politica che riunifica la Cina dopo il

Secolo di umiliazione Nazionale quindi è negli anni 90 che Pechino articola sempre più un discorso in cui evidenzia come la riunificazione Nazionale la riunificazione di Taiwan al continente sia un interesse essenziale che non può essere messo in discussione non è negoziabile può essere posticipato nel futuro Raggiunto per via negoziale ma

Non può essere negato in partenza Allora quello che si rende necessario dal punto di vista di Pechino è segnalare con molta chiarezza tanto ai taiwanesi quanto agli americani che negli anni 90 vengono percepiti come un po’ come dire volatili da questo punto di vista che l’obiettivo finale della riunificazione Nazionale non è in

Discussione e che quindi questa riunificazione la si vuole ottenere per via pacifica Cioè per via negoziale Ma se la via negoziale dovesse essere chiusa perché da parte di Taiwan vi è una vera e propria dichiarazione di indipendenza allora Pechino è disponibile a ricorrere alla forza e quindi questa è quella che viene

Definita una strategia di deterrenza cioè il ricorso alla minaccia La minaccia del ricorso alla forza al fine di prevenire un determinato comportamento da parte dell’interlocutore che in questo caso è la dichiarazione di indipendenza formale Quindi quello che la Cina fa nel corso degli anni 90 molto chiaramente per

Esempio nella crisi dello stretto che si verifica n 95-96 è attraverso esercitazioni militari attraverso dichiarazioni attraverso documenti attraverso Leggi la cosiddetta legge antise Secessione che stabilisce molto chiaramente che in caso di Secessione formale da parte di Taiwan ci sarà un ricorso alla forza quindi attraverso tutta una serie di comportamenti e atti

Minacciare e rendere credibile all minaccia il ricorso alla forza qualora vi sia la negazione formale di questa stato finale della riunificazione Nazionale Ok ovviamente perché una minaccia di questo tipo sia credibile bisogna poi avere anche le capacità al caso in caso di necessità di ricorrere alla forza e trattandosi di

Un’isola questo evidentemente pone dei nuovi requisiti anche dal punto di vista delle capacità militari e contribuisce a riorientare verso il mare Ok gli stessi spazi marittimi verso cui le controversie marittime controversie territoriali già dagli anni 80 avevano attratto l’attenzione di Pechino ok Quindi questi sviluppi a Taiwan questa

Diciamo crisi nell’equilibrio che si era raggiunto nei decenni precedenti porta negli anni 90 a guardare con attenzione con preoccupazione crescente agli spazi marittimi di nuovo gli spazi marittimi regionali c’è però anche un terzo vettore che porta la Cina a guardare verso i mari e questo è un vettore che

Porta la Cina a guardare oltre i mari regionali è un vettore un po’ successivo O meglio le cui origini sono anche quelle negli anni 80 però si manifestano poi successivamente negli anni 2000 Ed è appunto la trasformazione economica Quindi negli anni 80 la Cina modifica profondamente la propria economia il

Proprio sistema economico con quelle che vengono chiamate riforme e apertura una delle politiche che vengono attuate sotto la direzione di danop ping a partire dalla fine degli anni 70 ma poi sostanzialmente negli anni 80 dove riforma e apertura in italiano si traduce di solito come riforme e

Apertura ma io sono più convinto della traduzione riforma al singolare e apertura riforma e apertura sono due termini che sono collegati l’uno con l’altro la riforma appunto al singolare è la riforma così come concepita negli Stati socialisti cioè il concetto di riforma è esattamente come viene utilizzato l’Unione Sovietica per

Esempio riforma vuol dire riforma della struttura economica ok Quindi non riforma politica riforma del sistema economico della struttura economica vuol dire apertura a margini di iniziativa privata senza intaccare la natura del sistema come sistema socialista quindi non una transizione al capitalismo e qui poi eventualmente possiamo tornarci dopo

Se la Cina sia socialista o capitalista dal punto di vista cinese è socialista perché quello che conta è la politica nel momento in cui c’è il il governo del partito quello il socialismo poi gli strumenti di cui il partito può Servirsi sono molteplici dal punto di vista

Economico ma il sistema dal loro punto di vista resta socialista quindi riforma della struttura economica apertura a margine iniziativa privata e questo collegato intrinsecamente all’apertura Apertura verso l’esterno apertura al commercio con l’estero apertura a investimenti dall’estero non può esserci riforma se non c’è apertura in quel contesto

Storico perché la Cina non dispone delle risorse economiche per esempio di capitale necessari all’avvio di un’economia privata sono necessari investimenti dall’esterno investimenti che arrivano negli anni 80 per esempio dalle comunità di cinesi d’Oltremare del Sudest asiatico da Taiwan ehm viceversa l’apertura presuppone la riforma non è possibile aprire al

Commercio con l’estero non è possibile aprire investimenti se non si riforma l’economia pianificata quindi sono due termini molto strettamente collegati R rma strutturale e apertura il risultato di questo processo di riforme che vengono introdotte molto rapidamente nel corso degli anni 80 e producono quelle trasformazioni rapidissime della società

Cinese che portano poi alla crisi di tian Man dell’89 è sostanzialmente la trasformazione della Cina nella fabbrica del mondo quindi l’integrazione della Cina nell’economia internazionale come luogo di produzione di beni inizialmente a basso basso valore in virtù del limitato costo della manodopera che vengono poi esportati l’integrazione della Cina nella rete degli scambi

Internazionali scambi che come dicevo prima vengono Condotti via Mari Quindi quello che la Cina esporta verso i mercati occidentali verso l’Europa occidentale viaggia via Mare quello che la Cina a un certo punto inizia a importare sul finiera degli anni 90 idrocarburi dal Medio Oriente viaggia principalmente via marare Poi nel corso

Degli anni vengono fatti consistenti investimenti per costruire oleodotti e gasdotti però inizialmente viaggia via mare quindi la Cina Dipende sempre più per la propria economia dalle vie di comunicazione Marittima le vie di comunicazioni che collegano le rotte che collegano l’Asia orientale la Cina ma anche il Giappone la penisola coreana al

Medio Oriente e all’Europa in ultima istanza ehm è una dipendenza economica ma nel contesto della Cina degli anni 90 degli anni 2000 in cui la legittimità del partito si fonda sempre meno sulla promessa di una radicale trasformazione socioeconomica e sempre più sulla promessa di benessere dopo l’89 dopo

Tien Man la come dire lo scambio che viene proposto dal Partito all’elite È voi non vi occupate di politica noi però vi consentiamo di diventare ricchi No la prosperità vi promettiamo la prosperità Questo è lo scambio che viene promesso la generazione di Tien Men e che in parte funziona Allora lo sviluppo

Economico è essenziale per la Tenuta del regime politico quindi dipendenza economica da queste vie di comunicazione ha una valenza anche politica molto forte quindi la sicurezza di queste vie di comunicazione diventa un interesse Nazionale Questo è un indice che misura tra il 92 e 2010 l’ho calcolato poi non

Ho più aggiornato la dipendenza economica della Cina dalle se lanes of Communication quindi dalle vie di comunicazione Marittima sono le rotte appunto utilizzate per i Commercio internazionali in sostanza si tratta del peso delle azioni e esportazioni condotte via mare sul PIL cinese rispetto al PIL cinese vedete che c’è

Una crescita cioè il peso del Commercio viamare sul PIL cinese cresce e per le ragioni che dicevo prima questo ha una sua rilevanza economica quindi questo Proietta l’attenzione della Cina verso i mari ma non più tanto verso i mari dell’Asia orientale anche quelli perché queste vie di comunicazione Marittima pass passano

Attraverso il marcinese meridionale passano attraverso gli spazi marittimi contesi che abbiamo visto prima e quindi a maggior ragione evidenziano l’importanza di questi spazi che sono rilevanti per la Cina e per gli altri stati Non solo per le risorse che contengono ma anche per le vie di comunicazione che li

Attraversano ma anche al di là di questi l’oceano indiano per la prima volta un’attenzione crescente da parte della Cina per l’Oceano indiano Il che comporta ovviamente tutta una serie di problemi e di di di aspetti nuovi per esempio nelle relazioni con l’India e poi appunto Canal di Suez Mediterraneo

Ok quindi la stabilità di queste regioni la possibilità di commerciare in modo sicuro perché se non è sicuro aumentano i costi come sappiamo per tutte le vicende recenti relative aiuti e via dicendo diventa un interesse nazionale per esempio la Cina dal 2009 partecipa alle operazioni di contrasto della

Pirateria al largo della Somalia si può in quella regione che è cruciale per i commerci internazionali un problema di pirateria la comunità internazionale si organizza per garantire attraverso apposite missioni navali la sicurezza di quelle vie di comunicazione di quella regione e la Cina partecipa per la prima volta partecipa con operazioni navali nel

Golfo di Aden quindi molto lontano dalla periferia tradizionale della Cina quindi la Cina matura un interesse sicurezza Marittima globale terzo vettore che però Proietta ben oltre la regione dell’Asia orientale Allora adesso ragioniamo un attimo sulle implicazioni di tutto questo e poi concludo Allora le implicazioni quindi seconda

Parte Cina che si proietta sempre più verso i mari in una prospettiva diciamo di lungo periodo diciamo dagli anni 80 ma questo diventa evidente soprattutto per i mari globali negli ultimi 152 anni il sistema internazionale è un sistema che dopo la fine della guerra fredda definiamo unipolare in cui c’è

Una potenza egemone negli Stati Uniti e questa potenza egemone è una potenza è un egemone quello che si definisce un egemone Marittimo cioè una potenza che fonda storicamente la propria egemonia sul controllo degli spazi marittimi dei commerci internazionali Allora quali sono le implicazioni dell’ascesa di una potenza delle dimensioni della Cina TR

Mente continentale che però inizia a guardare sempre più ai Mari si proietta sempre più verso i mari dal punto di vista commerciale anche dal punto di vista militare abbiamo visto prima le porte aerei pur con capacità ancora limitate comparativamente limitate Quali sono le implicazioni dell’ascesa di una potenza

Di questo tipo considerato che la potenza gemon è precisamente una potenza Marittima storicamente Allora le implicazioni sono in realtà diverse entro i due diversi orizzonti spaziali come menzionato cioè l’orizzonte globale o quello regionale Paradossalmente le implicazioni sono più destabilizzanti nell’orizzonte regionale che in quello globale Perché Perché a livello globale

La proiezione cinese una proiezione nuova la Cina dispone di capacità molto limitate di certo non paragonabili a quelle della dell’ gemone a quelle americane quindi non vi è la possibilità di una sfida diretta al di fuori della Regione dell’Asia orientale non c’è la possibilità di una sfida globale sui

Mari da parte della Cina e gli Stati Uniti perché le capacità Allo stato attuale e del prevedibile futuro non lo consentono viceversa proprio il fatto che la Cina abbia sviluppato un interesse alla sicurezza Marittima globale può porre le basi per alcune forme di Cooperazione perché su questo

Stati Uniti e Cina hanno un interesse comune e la partecipazione cinese l’operazione di contrasto della pirateria al largo Il Golfo di Aden è una una dimostrazione quindi la Cina che si fa carico di una responsabilità si direbbe nel discorso americano di una responsabilità internazionale nel garantire un bene pubblico globale come

La sicurezza delle vie di comunicazione e partecipa con proprie forze alle operazioni volte ad assicurare questo bene pubblico globale quindi crescente interesse della Cina per gli spazi marittimi globali in assenza di capacità che siano effettivamente tali da mettere a rischio il predominio americano sui mari crea in

Realtà le le le potenzialità per una Cooperazione perché c’è un interesse della Cina a fare qualcosa per assicurare quei beni pubblici come la sicurezza delle vie di comunicazione che sono ciò che tipicamente un emole Marittimo assicura c’è da chiedersi se nella fase di tensioni sempre più forti attuale

Questo sia ancora vero e la vicenda a cui accennavo prima dei Uti forse pone qualche domanda da questo punto di vista nel senso che sappiamo che diciamo in questo momento questa vicenda rappresenta oggettivamente una sfida abbastanza significativa la sicurezza di vie di comunicazione con tutta una serie di conseguenze che sappiamo su commerci

Internazionali la Cina su questo ha tenuto una posizione molto defilata erenza di quanto è avvenuto sulla pirateria perché ovviamente perché questo è parte di una vicenda molto più ampia che è il conflitto in Medio Oriente all’interno della quale la Cina sta giocando una partita di un certo

Tipo e quindi anche la vicenda diciamo della sicurezza Marittima della regione viene valutata da parte cinese all’interno di un quadro più ampio però diciamo in linea di massima la prezione della Cina su scala globale sui mari a livello globale non pone direttamente una sfida per gli Stati Uniti viceversa può creare occasioni di

Cooperazione dove invece la situazione un pochettino più preoccupante è paradossalmente a livello regionale in Asia orientale nei mari dell’Asia orientale perché qui sì la Cina ha sviluppato delle capacità crescenti capacità come vedremo di che si chiamano di interdizione e qui potenzialmente Cina e Stati Uniti hanno interessi confliggenti

E quindi quello che pare delinearsi rischio di quello che si chiama un gioco a Somma Zero cioè una dinamica in cui è impossibile trovare un terreno comune perché gli interessi sono oggettivamente confliggenti In effetti i mari regionali proprio i mari regionali cioè proprio marcinese orientale e meridionale appaiono oggi

Come il vero e proprio la vera e propria linea di faglia tra l’ gemone e la potenza in ascesa ehm per effetto di dinamiche strutturali cioè legate alla l’evoluzione della struttura del sistema internazionale cioè proprio L’ascesa di una nuova potenza e le tensioni con l’ gemone in carica tendono a scaricarsi nelle

Regioni marittime dell’Asia orientale E questo perché queste regioni marittime marcinese orientale e meridionale hanno una rilevanza strategica per entrambi gli attori per ragioni diverse per la Cina questa regione è una regione che ha rilevanza strategica per tutto quello che abbiamo detto quindi le controversie marittime la questione di Taiwan

In questa regione nel marcinese orientale e meridionale si gioca una partita attorno a rilevanti interessi cinesi e la periferia della Cina ci sono gli interessi legati alle risorse e alle vie che attraversano questi spazi c’è la questione di Taiwan che è centrale per ragioni politiche anche interne di legittimità del Partito Comunista cinese

Allora per difendere questi interessi rilevanti nel caso di Taiwan stiamo parlando di un interesse che è definito come essenziale la Cina ha nel corso dei decenni dagli anni 80 almeno sviluppato capacità militari capacità che vengono definite di interdizione cioè capacità finalizzate a tenere fuori da questi spazi eventuali attori terzi quelle che

Negli Stati Uniti nel linguaggio dottrinale americano si chiamano antiac accessary denial cioè capacità finalizzate a prevenire un soggetto terzo gli Stati Uniti dall’accedere a questi spazi o qualora riesca ad accedere impedirgli di garantirsi il controllo di questi spazi quindi scenario di una crisi attorno a Taiwan Pechino che ricorre la forza per

Riunificare l’Isola al continente per farlo bisogna tenere gli Stati Uniti fuori e quindi servono capacità tali da impedire alle forze americane di accedere ai Mari dell’as orientale o qualora riescano ad accedere impedire loro di acquisire il pieno controllo degli spazi marittimi in Cina queste vengono chiamate più semplicemente capacità anti

Invasione quindi volte a prevenire l’accesso alla periferia della Cina da parte di un soggetto terzo Il punto è che però queste regioni queste stesse regioni questi stessi Mari regioni marittime hanno rilevanza strategica crescente anche per gli Stati Uniti gli Stati Uniti hanno interesse a preservare quello che nei documenti dottrinali americani viene chiamato

L’operation Access l’accesso operativo all’asia orientale cioè precisamente la capacità di proiettare potenza militare di accedere a questi Mari l’egemonia degli Stati Uniti è un’egemonia Marittima in origine è un’egemonia che si basa sulla capacità di proiettare attraverso i mari di potenza in tutti i diversi contesti regionali di cui si

Compone il Globo quello E questo a sua volta si basa su quello che uno studioso americano Barry posen ha definito Command of the commons il controllo degli spazi comuni il controllo dei mari attraverso il controllo dei mari Gli Stati Uniti come ogni egemonia Marittima nella storia sono in grado di proiettare

I potere militare in diversi contesti regionali lo sviluppo di capacità di interdizione da parte cinese rischia di rendere più difficile per gli Stati Uniti fare questo in Asia orientale non magari impedirlo Ma aumentarne significativamente i costi creare quella che è definito una zona contesa una zona in cui gli Stati Uniti

Non sono in grado liberamente di proiettare potenza militare ma incorrono in costi significativi che potrebbero indurre i decisori americani ad astenersi dal farlo ma questo avrebbe delle conseguenze sulla credibilità dell’impegno americano credibilità dell’impegno nei confronti degli alleati nella regione se alleati degli Stati Uniti nella regione il Giappone le Filippine dovessero dubitare della

Volontà degli Stati Uniti di venire in loro soccorso in caso di necessità Quali conseguenze ne trarrebbero se la modernizzazione militare della Cina lo sviluppo delle capacità di interdizione cinese dovesse arrivare al punto tale da elevare i costi della proiezione americana della Regione cosicché gli alleati americani nella regione dubitano

Del fatto che gli Stati Uniti in caso di conflitto con la Cina venga effettivamente il loro sostegno Questo potrebbe avere un effetto di riallineamento sull’intero sull’intero sistema delle alleanze nella regione quindi il rischio è che il potenziamento delle capacità di interdizione cinese aumentando i coste della proiezione americana crei un

Insieme di incertezze rispetto al reale impegno americano reale disponibilità degli Stati Uniti di farsi carico dei costi pensate per esempio uno scenario di amministrazioni più isolazionista amministrazione Trump Cioè veramente gli Stati Uniti sarebbero disponibili a rischiare una guerra con la Cina per difendere le Filippine su una controversia su di un’isola nel Mar

Cinese meridionale Questa è la domanda e a fronte di questa domanda dei decisori nelle Filippine o in un altro paese dell’Asia orientale in Giappone considererebbero l’alleanza con gli Stati Uniti ancora funzionale oppure riconsiderare bero gli orientamenti della propria politica estera questo rischia di avere di mandare in tensione l’intero sistema

Delle architetture American l’ architetture delle alleanze americane nella regione e avere dei contraccolpi sulla credibilità degli Stati Uniti come potenza gemon anche al di là della Regione Quindi per evitare tutto questo quello che gli Stati Uniti hanno cercato di fare fin dall’amministrazione Obama è rassicurare i propri alleati nella

Regione sul fatto che gli Stati Uniti ci sono quindi rassicura sull’impegno americano da qui il crescente attivismo che gli Stati Uniti hanno avuto negli ultimi 10-1 anni nell’asia orientale Marittima quello che nell’amministrazione americ Obama viene definito pivot to Asia quindi il nelle intenzioni un riequilibrio della politica americana

Dal Medio Oriente in cui secondo Obama l’amministrazione Bush avrebbe investito troppo mediooriente allargato Quindi anche che l’Afghanistan ci finiva dentro insomma la la critica all’amministrazione Bush per aver investito troppo su regioni che per il futuro dell’egemonia americane erano di fatto non più decisive trascurando invece la regione realmente decisiva

Cioè l’Asia orientale la regione nella quale si verificava L’ascesa dello sfidante della Cina Allora riequilibrare la politica americana dal Medio Oriente all’asia pivot to Asia che vuol dire investimento dal punto di vista commerciale quindi c’era questo progetto della trans Pacific partnership un accordo ehm appunto di liberalizzazione degli scambi con i principali alleati

Americani nella regione del Pacifico sulle due sponde del Pacifico in Asia Australia e America Latina ma anche rafforzamento della presenza militare con il rilancio delle alleanze con i tradizionali alleati il Giappone le Filippine l’Australia ma anche l’esplorazione di Cooperazione con nuovi amici nella regione Vietnam quindi un avvicinamento Interessante no

Tradizionalmente Insomma Vietnam gli Stati Uniti hanno combattuto in Vietnam però un riavvicinamento al Vietnam comunista in funzione di fatto anticinese Ehm poi con l’amministrazione Trump alcune di queste iniziative si perdono in particolare la transpacific partnership questo nuovo accordo di liberalizzazione degli scambi da cui Trump l’amministrazione Trump esce

Subito però questa idea che bisogna riaffermare l’impegno americano verso la regione rimane c’è molta continuità in questo tra Obama e Trump e quindi il nuovo concetto di indo-pacific l’idea che questa regione decisiva per il futuro dell’egemonia americana in realtà parte di una più ampia regione Marittima che ricomprende anche tutto l’oceano

Indiano e all’interno della quale alcuni attori interlocutori fondamentali sono per esempio l’India quindi una più ampia un allargamento diciamo della del te atro fino a includere l’intero Oceano Indiano e anche anche l’India su questo c’è continuità dall’amministrazione Trump l’amministrazione biden quindi diciamo su questa esigenza di rafforzare la presenza americana nella regione perché

È in questa regione che si gioca il futuro dell’egemonia americana in conseguenza della Sca della Cina c’è molta continuità tra le ultime tre amministrazioni Obama Trump e biden e in tutto questo sono centrali gli spazi marittimi è proprio verso degli spazi marittimi che questo crescente attivismo americano si concentra con un intervento crescente

Degli Stati Uniti nella questione del marcinese meridionale quindi la questione del marcinese meridionale che fino a questo momento è una questione essenzialmente regionale cioè coinvolge la Cina e altri stati della Regione acquisisce una rilevanza internazionale che in precedenza non aveva nel 2010 il segretario di stato della loro amministrazione Obama Hillary

Clinton dichiara che gli Stati Uniti hanno niente meno che un interesse nazionale alla libertà di navigazione del marcinese meridionale non un interesse a che le controversie marittime siano risolte in un modo o nell’altro gli Stati Uniti non sostengono le rivendicazioni dei propri alleati per esempio delle Filippine contro quelli cinesi Sostengono di non

Entrare nel merito della controversia Tuttavia affermano un proprio interesse Nazionale alla libertà di navigazione nella regione e iniziative cinesi che vengono presentate come potenzialmente problematiche da questo punto di vista sono potenzialmente problematiche per un interesse nazionale americano È qui che si intensificano quelle che vengono definite le Freedom of Navigation

Operations operazioni condotte dalla Marina Militare Americana nel Mar Cinese meridionale e finalizzate a contestare le rivendicazioni marittime ritenute eccessive da parte cinese ricordate prima la carta con la linea nove tratti quindi questo enorme spazio Marittimo rivendicato dalla Cina ma non si capisce bene che cosa la Cina Rivendica esattamente se mare territoriale

Sovranità zona economica esclusiva non viene chiarito da parte cinese allora rispetto ad alcune delle isole rivendicate da parte cinese e gli spazi marittimi circostanti in cui la Cina Rivendica diritti gli Stati Uniti deliberatamente organizzano operazioni navali di navigazione dentro spazi che sono rivendicati da parte cinese per negare queste rivendicazioni quindi operazioni contro

Rivendicazioni che vengono ritenute eccessive l’invito agli alleati degli Stati Uniti anzitutto gli alleati regionali il Giappone in primis a compiere operazioni di questo tipo per contestare le rivendicazioni cinesi e questo ha una duplice funzione da un lato Esercitare pressione sulla Cina Ma dall’altro lato rassicurare gli alleati rassicurare gli alleati degli Stati

Uniti per esempio le Filippine coinvolti in controversie con la Cina che l’impegno americano c’è che gli Stati Uniti non si sottrarranno in caso di necessità ora concludo questo pone una serie di dilemmi Allora i mari dell’Asia orientale sono a questo punto diventati sostanzialmente la linea di faglia nella competizione crescente tra

Cina e Stati Uniti e questo per le ragioni che dicevo prima cioè perché è in questi Mari che si gioca parte rilevante di questa competizione è in questi Mari che Cina e Stati Uniti hanno interesse oggettivamente confliggenti Da un lato la Cina ha l’interesse a escludere da questi spazi soggetti terzi

Gli Stati Uniti la Cina ha in questi spazi degli interessi rilevanti le controverse territoriali prima ancora la questione di Taiwan l’interesse cinese è escludere gli Stati Uniti da questi spazi qualora ciò dovesse essere necessario a difendere gli interessi nazion in gioco Quindi in caso di un conflitto attorno a

Taiwan far sì che gli Stati Uniti intervengano il più tardi possibile perché è ovvio che con un intervento americano la prospettiva già di per sé molto complessa dal punto di vista operativo di una riunificazione forzata all’Isola al continente rischia di diventare del tutto impraticabile quindi l’interesse

Cinese è tenere gli Stati Uniti fuori e soggetti terzi più in Generali fuori da una periferia in cui sono in gioco rilevanti interessi cinesi interessi essenziali cruciali per la sopravvivenza del regime politico dall’altro lato per gli Stati Uniti è però sempre più importante rassicurare gli alleati dimostrare agli alleati che gli Stati

Uniti sono in grado nonostante i costi crescenti e sono intenzionati a operare nella regione a loro sostegno in caso di necessità perché se gli Stati Uniti non riescono a convincere di questo gli alleati se la credibilità dell’impegno americano agli occhi degli alleati viene meno Allora è l’intera Architettura del

Sistema delle alleanze nella regione a entrare in tensione perché alleati che non possono fare affidamento sul credibile impegno americano perché dovrebbero continuare a essere alleati degli Stati Uniti volenti o nolenti dovrebbero trovare un’alternativa quindi gli Stati Uniti hanno l’esigenza di preservare il proprio accesso operativo alla regione e di rassicurare su questo gli

Alleati Quindi i mari dell’asa orientale si trovano ora a diventare essere non più una controversia regionale Come erano alcuni decenni fa attorno al controllo di isole che non sono isole per lo sfruttamento di risorse economiche ma sono in realtà la linea di faglia in una competizione molto più

Ampia la competizione appunto tra le gemo e la potenza in ascesa e questo pone nuovi dilemmi nuovi dilemmi anzitutto per gli stati della Regione cioè gli stati della Regione per esempio le Filippine si trova in una situazione che è oggettivamente molto scomoda perché da un lato hanno degli interessi anche loro nelle

Acque regionali da difendere dall’altro lato questi interessi rischiano di diventare parte di una dinamica molto più ampia in cui loro rischiano di perdere quella che si definisce agency cioè la loro soggettività rischiano di finire per essere pedine di un gioco molto più ampio e quindi come dire condurre una politica estera con questi

Condizionamenti esterni diventa molto difficile e quindi abbiamo per esempio la scelta della precedente amministrazione delle Filippine duterte di cercare di allentare le tensioni con la Cina e al tempo stesso sganciarsi parzialmente degli Stati Uniti ferma restando però l’alleanza Ma anche proprio dal punto di vista della retorica una retorica molto aspra

Nei confronti degli Stati Uniti e invece un tentativo diciamo di allentamento delle tensioni con la Cina E invece la nuova amministrazione delle Filippine che sceglie una strada molto diversa rafforzamento delle relazioni con gli Stati Uniti e tensioni anche abbastanza crescenti con la Cina negli ultimi mesi però questa diciamo Questa oscillazione

È proprio frutto di quel dilemma che dicevo prima Cioè la difficoltà di difendere interessi nazionali per stati piccoli che si trovano a diventare pedine di una partita molto più ampia e questo però pone qualche dilemma anche per noi che siamo molto lontani ma non Forse così lontani nel

Modo in cui vengono costruiti certi discorsi e certe retoriche perché sin dall’amministrazione Trump ma in maniera molto chiara con l’amministrazione biden sono state manifestate chiare aspettative da parte americana di un impegno crescente europeo sul cosiddetto indopacifico Cioè qui esattamente in queste regioni di cui abbiamo parlato gli Stati Uniti dall’amministrazione Obama sono convinti

Che è lì che si gioca il futuro dell’egemonia americana il Medio Oriente l’Europa sono da questo punto di di vista teatri del tutto secondari e quindi si richiede agli alleati un impegno dove si gioca la vera partita nell’indicare dal Medio Oriente persino dall’Europa è stata sistematicamente contraddetta dagli eventi quindi la

Guerra in Ucraina quindi gli Stati Uniti che si sono dovuto diciamo occuparsi della questione la situazione in medior da cui periodicamente gli Stati Uniti cercano di sganciarsi Ma poi di fatto finiscono sempre Per esserne risucchiati Quindi se vogliamo un po’ velleitaria questo questo tentativo di pivot to Asia no

Periodicamente ci si prova ma poi di fatto persino la prima amministrazione Bush tutta la Scusate l’amministrazione bush bush Junior ma diciamo la prima delle due prima dell’11 settembre tutta la campagna elettorale era stata incentrata sulla Cina sulla minaccia cinese per gli Stati Uniti e poi dopo l’ settembre però l’agenda di politica

Estera è stata tutta quanta dirottata verso il Medio Oriente l’Afghanistan è un Medio Oriente allargato nella Concezione della appunto della della politica Ester americana però diciamo sia nell’amministrazione Trump che nell’amministrazione biden c’è stato molto chiaro il messaggio agli alleati europei che Ok noi siamo presenti in Europa Non Vi abbandoniamo in Europa

Però voi dovete fare qualcosa di più nell’indicare e in questo contesto che anche in Europa si è sviluppata negli ultimi anni una riflessione sull’indo Pacifico diversi paesi europei si sono dotati di una strategia per l’indo Pacifico le istituzioni europee hanno abbozzato come capita talvolta una specie di cosa sull’indo Pacifico

Persino il Parlamento italiano commissione estera della camera ha un gruppo di lavoro che sta lavorando sull’indo Pacifico e questo anche perché i paesi europei ciascuno a modo proprio percepiscono in modo molto chiaro quello che nella teoria delle relazioni internazionali si chiama il dilemma delle alleanze cioè quando sei in

Un’alleanza Hai un doppio rischio dal quale devi cercare di di diciamo di affrancarsi sull’indo Pacifico e i paesi europei continuano a respingere queste richieste Il rischio è che a un certo punto gli Stati Uniti ritengano l’Europa più gli alleati europei più un peso che una risorsa e che quindi li abbandonino

Abbandonandoli anche diciamo a gestire da soli tutta una serie di situazioni molto complesse in Europa dall’altro però c’è anche il rischio dell’ inrap cioè il rischio che se tu ti fai trascinare dal tuo alleato in una serie di partite che interessano al tuo alleato ma in realtà a te non interessa

Finisce per essere intrappolato in qualcosa che per l’appunto non ti interessa quindi questo diciamo doppio rischio rischio dell’abbandono rischio D intrappolamento è tipico di tutte le alleanze richiede sempre un bilanciamento molto attento crea dei dilemmi molto significativi Allora la conclusione che in realtà non è una conclusione è che in questo contesto Io

Credo sarebbe molto importante avere un dibattito pubblico all’altezza quindi un dibattito pubblico italiano ma europeo più in generale che sia all’altezza Nel senso che sia adeguatamente consapevole dei rischi che menzionava prima abbandono intrappolamento e che però affronti una serie di nodi che in questa riflessione un po’ raffazzonata francamente

Sull’indo Pacifico che si vede venire avanti sia nelle istituzioni europee in alcuni governi ehm in alcuni dibattiti parlamentari in Italia particolare in sede parlamentare ci si interroga in maniera un pochettino più approfondita ma anche aperta Cioè senza aver paura di dare delle risposte su alcune questioni Anzitutto la questione di fondo Cioè se

Vi siano degli interessi strategici in Asia orientale perché ovviamente il La retorica dominante è che vi siano che la partita dell’indo Pacifico sia una partita decisiva anche per l’Europa però questo io credo debba essere oggetto di discussione può essere può non essere può essere per certe cose sì per altre

No la questione delle relazioni con la Cina cioè Quale è il posto che in Europa assegniamo alle relazioni con la Cina Qual è il posto che le relazioni con gli Stati Uniti in prospettiva hanno si è molto discusso di autonomia strategica dell’Unione Europea se nè discusso molto spesso in termini velleitari perché poi

Alla fine quando vi sono esigenze specialmente di di sicurezza Come si è visto nella guerra in Ucraina poi alla fine l’autonomia strategica è molto limitata il coordinamento con gli Stati Uniti è necessariamente molto forte ma se l’obiettivo deve essere quello dell’Autonomia strategica allora come dobbiamo pensare al rapporto con gli

Stati Uniti anche dal punto di vista delle politiche di difesa e al rapporto con la Cina cioè se si ragiona in termini di autonomia strategica possiamo pensare che una potenza in ascesa come la Cina non costituisca Un interlocutore del quale in qualche modo bisogna tener conto e del quale bisogna tener conto Forse

Con un ragionamento strategico che è intrinsecamente distinto rispetto a quello degli Stati Uniti cioè tenerne conto nella prospettiva di un attore europeo che abbia una sua fisionomia strategica Insomma il posto dell’Europa nel mondo niente meno che una riflessione su quale sia il posto che l’Europa vuole avere all’interno di un

Mondo che è un mondo in trasformazione e in cui la trasformazione principale è complessivamente al al di là di oscillazioni di breve termine ma diciamo la traiettoria del lungo periodo è complessivamente il declino dell’Occidente nel suo complesso cioè Siamo in un contesto internazionale che è il più plurale dal punto di vista

Della diversa natura e collocazione dei soggetti esistenti il più plurale degli ultimi 250 anni in cui il declino dell’Occidente è una un elemento il declino della centralità dell Occidente non il declino diciamo dell’Occidente in qualità in quanto tale ma della sua centralità nel sistema internazionale per effetto dell’ascesa di soggetti non

Occidentali la Cina l’India peso crescente dei paesi dell’America Latina in particolare il Brasile cioè Siamo in un contesto in cui la centralità dell’Occidente è in declino Allora come l’Europa vuole stare all’interno di un mondo di questo tipo che è un mondo molto diverso rispetto a quello cui siamo da generazioni molto

Risalendo nel tempo abituati forse paradossalmente più problematico per unioni europei che per per gli americani per gli Stati Uniti perché insomma L’impressione è che ci avviamo in una direzione in cui Insomma un mondo in cui L’Europa è una regione come tante altre Cioè non è più il

Centro del mondo da tanto ma è destinata a esserlo sempre meno Allora come europei come stiamo all’interno di un mondo di questo tipo e quindi come ci relazioniamo con gli Stati Uniti con potenze nasc che possono essere la Cina può essere l’India nel caso dell’India per esempio se è molto dibattuto sulla Stampa

Italiana Europea rispetto alla guerra in Ucraina su come la posizione della dell’India non fosse quella che forse alcuni si aspettavano India democrazia uguale sostegno netto all’ucraina invece una posizione molto più sfumata Allora anche rispetto a questo come ci collochiamo quindi insomma l’esigenza Io credo di un dibattito Come si suol dire

Grand strategico cioè di grande strategia un dibattito sulla strategia di lungo termine e sul nostro ruolo del mondo appunto a lungo termine Forse velleitaria questa questa aspettativa ma credo che insomma non possiamo chiedere di meno di questo grazie grazie intervento direi di massima chiarezza di massima sintesi quante cose siamo riusciti a

Dire in in nel tempo di un’ora insomma eh come sempre apriamo alla possibilità di fare domande io ne avrei già un sei o sette però lascio la parola prima a voi mi tocca rompere il ghiaccio ehm rispetto a quest’ultima slide mi veniva in mente proprio a inizio dicembre abbiamo letto con una certa

Approssimazione sui giornali italiani il ritiro dell’Italia dalla via della seta chiederei se ci puoi spiegare un pochino meglio Cosa si intende con questo ritiro che dalla via della seta e come la leggi insomma per tua opinione personale rispetto a quest’ultima diapositiva Ok grazie Sì allora l’Italia aveva con

Il governo Conte aderito al progetto della Belt Road initiative attraverso la firma di un memorandum d’Intesa firmato nel marzo del 2019 in occasione di una visita del presidente cinese in Italia il presidente sijin PIN visita in Italia a firma di questo memorandum il memorandum è un documento politico

Diciamo non vincolante dal punto di vista giuridico Che prevedeva rafforzamento delle relazioni di Cooperazione economica principalmente nel quadro di questo progetto delle nuove vie della seta prevedeva una durata di 5 anni quindi fino a marzo 2024 con rinnovo automatico Salvo diversa comunicazione con 3 mesi di preavviso sulla scadenza

Quindi entro dicembre del 2023 bisognava decidere se lasciarlo rinnovare automaticamente o invece interrompere diciamo questa partecipazione formale al progetto c’è stato nei mesi scorsi molto dibattito sul fatto sui benefici che questa partecipazione ha portato oppure no diciamo dove l’interpretazione prevalente era che non vi fossero benefici superiori rispetto a quelli

Ottenuti da stati come Francia e Germania che non avevano firmato alcun memorandum Eppure erano riusciti nella diciamo negoziato con la controparte cinese a ottenere significative concessioni ovviamente dal 2019 quando è stato firmato a Oggi c’è stata in mezzo la pandemia il peggioramento della situazione internazionale dal punto di

Vista delle tensioni con gli Stati Uniti Quindi è un po’ difficile difficile proiettare i benefici attesi nel 2019 sulla situazione odierna la decisione che è stata infine presa è stata quella di appunto comunicare la controparte la cessazione del memorandum che quindi non è stato rinnovato non tanto con uno spirito di

Rottura nelle relazioni con la Cina Ma viceversa con l’intento di puntare su altri canali nella relazione bilaterale in particolare sul partenariato strategico risalente a 2004 come pilastro della relazione bilaterale non vi sono state al momento reazioni particolarmente dure da parte cinese diciamo si temeva che potessero esserci delle rappresa che però allo stato

Finora Insomma non si sono verificate Ecco io credo che nel complesso però tutta questa vicenda sia stata una un po’ un’occasione persa nel senso che il memorandum è stato inizialmente firmato Probabilmente con leggerezza cioè con leggerezza rispetto all’evoluzione del contesto internazionale quando il memorandum viene firmato nel 2019 le relazioni tra

Cina e Stati Uniti erano già in forte deterioramento era amministrazione Trump Poi è arrivato il covid via via dicendo però già Allora le relazioni erano in forte deterioramento già Allora l’Unione Europea le istituzioni europee avevano modificato l’approccio nei confronti della Cina definendo la Cina come Rivale sistemico quindi già lì anche l’orientamento

Europeo stava in parte cambiando forse non vi è stata un’adeguata lettura di questo contesto internazionale nel fare questa scommessa E quindi questo è stato un po’ un limite D’altro canto però il modo in cui se n’è usciti presenta a sua volta dei limiti Io credo perché stante la natura politica non vincolante

Del del memorandum in sé tenerlo in vita Senza darvi attuazione non avrebbe avuto alcuna conseguenza viceversa l’usc sirne è un atto politico che nel contesto attuale in cui la Cina non ha interesse a crisi politica con paesi europei ma anzi sta cercando un pochettino di come dire attenuare le divergenze Ok però

Comunque è un atto politico che come tale viene visto da parte cinese quindi il risultato questo è io avevo scritto un piccolo commento per una per una cosa australiana mi avevano chiesto su questo aspetto quando l’Italia stava per uscire io l’ho definito Policy failure con caratteristiche italiane cioè fallimento politico con caratteristiche italiane

Nel suo complesso perché il risultato netto è che diciamo il risultato netto di questa operazione di questi 5 anni è che le nostre relazioni con la Cina sono peggio di prima Cioè noi abbiamo sostenuto il costo politico di firmare un memorandum con un paese con il quale

Stati Uniti e Unione Europea stava St iniziando ad avere delle tensioni Quindi abbiamo sostenuto dei costi politici nel firmarlo non abbiamo minimamente investito perché dopo averlo firmato sentite come dire le reazioni da parte americana da parte Europea abbiamo un po’ come dire dopo aver tirato il sasso abbiamo tirato indietro la mano quindi

Non abbiamo in realtà mai investito su questa cosa su cui per avere frutti sarebbe stato necessario investirci politicamente e poi dopo 5 anni ne siamo usciti quindi m abbiamo sosten sostenendo i costi dell’ uscirne lato cinese Quindi abbiamo pagato tutti i costi che potevamo pagare e non abbiamo

Portato a casa molto questa è un po’ l’impressione quindi mi sembra che sia veramente indicativo di come certe scelte di politica estera italiana vengono fatte quella di entrare ma anche quella di uscire cioè avendo veramente un respiro molto corto poca visione in un contesto ovviamente di fermentazione politica molto forte di instabilità

Governativa per cui Cioè da quando è stato firmato il memorandum a quando se è uscito sono cambiati Insomma fatev il conto dei governi no Quindi avevamo il conte un E poi è uscito il governo meloni e per l’altro in un contesto in cui il dibattito pubblico su queste cose

È non esistente oppure non è dibattito cioè le posizioni assunte da da alcuni media in particolare poco prima dell’uscita Insomma degli ultimi mesi in cui si trattava di decidere cosa fare non erano dibattito vero e proprio era propaganda politica per cui questo è veramente Cioè questo è un problema se

Si fa se bisogna fare politica estera su scelte magari più importanti di questa ma in queste condizioni rispetto alla domanda che ponevo alla fine non non sono molto ottimista Ecco è stato molto diplomatico domanda prego al microfono perché si srazione no no V prima lei Ma vada prima lei penso

CR Allora leggo ogni tanto sui giornali ho fatto una ricerchina proprio adesso sol 4 ore 28 gennaio e penso che l’ha letta anche lei un generale degli Stati Uniti che per l’ennesima volta dice a ai suoi uomini Preparatevi perché 2025 probabilmente ci sarà la guerra e che

Diciamo non è una cosa proprio e volevo capire se lei la legge come eh in generale nel Pacifico e volevo capire se lei la legge come dichiarazione diciamo agli alleati sempre come diceva Insomma come e ci siamo oppure se lei legge una vera reale e le chiederei anche che probabilità ci

Sono Insomma secondo lei di di una guerra Ecco nei prossimi anni anzi cioè tra du anni Ecco perché no lo leggo ogni totte cioè è una notizia che viene rilanciata appunto aggiungo la mia domanda Allora ho trovato molto interessante tutto quanto ha detto E l’unico punto sul quale si è

Raggrumato interrogativo e diciamo un punto secondario però quello le darà modo di probabilmente dare una risposta ampia e cioè sono rimasto sorpreso dal fatto che Gibuti ospita basi militari di mondi diversi non ho mai visto non ho mai sentito che in un paese ci sono basi militari o della NATO o dell’ex blocco

Sovietico di tutte e due insieme contemporaneamente no Quindi questo Probabilmente sta dimostrare che c’è qualche cosa di molto nuovo e poi può dire probabilmente qualcosa sia della Cina della sua capacità di insediarsi lì ma anche di questa strana neutralità di Gi che immagino che non abbia una grande consistenza semplicemente è un campo

Aperto per tutti però non subisce evidentemente il dictat degli americani e della NATO Boh Grazie Sì parto da questa seconda su Gibuti Allora qui Bisognerebbe chiedere ai miei colleghi africanis esperti di di Gibuti Perché diciamo contesto politico locale non non lo conosco effettivamente è curioso e sicuramente la posizione strategica consente loro di

Capitalizzare su questo perché effettivamente è una posizione tale da come dire da da risultare molto interessante per attori diversi riguardo Diciamo all’incompatibilità tra basi americane europee e la base cinese in realtà nel momento in cui è stato effettuata Insomma è stata presa questa decisione è stata stabilita la base era

Un momento 2017 ancora parzialmente differente rispetto a quello attuale se dovessi pensare alla fase attuale non lo so perché non conosco il contesto locale di Gibuti quindi non so come poi il contesto internazionale interagisca con la dinamica politica locale Però quella era una fase ancora leggermente differente in cui le tensioni non erano

Così acute e quella base è stata giustificata da parte cinese come a sostegno delle operazioni di contrasto della pirateria nel Golfo di Aden Dopodiché gli studi che sono stati condotti da parte di osservatori rilevano come il tipo di struttura di infrastruttura che è stata realizzata appare un po’ sovradimensionata rispetto

Al mero supporto alle operazioni di contrasto della peteria e quindi L’impressione è che quella base abbia più che altro la funzione di perno per tutte le varie diciamo operazioni che la Cina già adesso di diverso tipo ha nel continente africano per esempio operazioni di peacekeeping che conduce

In vari paesi e quindi un punto di riferimento nella regione per esempio quando nel 2011 inizia la guerra civile in Libia i cinesi si trovano dall’oggi al domani a dover evacuare 36.000 connazionali che erano presenti in Libia per lavoravano su grossi progetti infrastrutturali senza minimamente avere le risorse per farlo per fare questa

Enorme evacuazione ehm si appoggiano all’epoca soprattutto a paesi europei Grecia Italia che diciamo mettono sostengono le operazioni di evacuazione però matura la consapevolezza che questa così consistente presenza lontano dalla Cina in contesti anche politicamente Instabili richiede un’infrastruttura di supporto Allora probabilmente Gibuti presentata come funzionale D

Operazioni nel Golfo di Aden è in realtà un punto di di diciamo di appoggio per la protezione di interessi cinesi nel continente africano più più in generale quindi un po’ questo il contesto in cui nasce questa operazione è un po’ diverso rispetto alla fase di tensioni molto forti attuale E appunto è un

Interrogativo interessante quello del se diciamo adesso la cosa andrebbe nella stessa direzione oppure no Se Insomma possibile immaginare delle resistenze maggiori Ecco e sulla Sì però anche senza tensione In At non mi viene in mente se non i due polii Artico antartico dove non ci sono basi militari

La presenza di mondi diciamo civili e militari così diversi Ecco è una cosa strana questa cosa gli americani hanno accettato ad esempio che Gibuti ospitasse permettesse permettessero appunto al governo di Gibuti dire Ok va bene se entra anche una base militare cinese sì ripeto Le relazioni con la

Cina negli ultimi anni che sono diventati così così Tese eh non è che in passato cioè però scusi perché sono cioè nel contesto della guerra non si è mai dato che doi ci sono gli americani ci sono quelli che non sono gli alleati degli americani Beh per esempio durante la guerra cioè in

Afghanistan c’è stato un Insomma coordinamento abbastanza significativo con i cinesi nel senso che con i cinesi con i russi per cui è nella fase attuale che si stanno un po’ irrigidendo questi schieramenti ma fino a qualche anno fa era tutto un po potino più più fluido

Eh quindi non e poi bisogna vedere il contesto locale che non conosco di Gibuti interno a Gibuti Cioè quanto loro siano esposti e quanto siano come dire sensibili a pressioni dirette da parte degli Stati Uniti o quanto invece la loro posizione strategica sia una risorsa che consente loro comunque anche nelle relazioni con

Gli Stati Uniti di mantenere un margine di di autonomia Però questo veramente legato al contesto locale che non conosco sulla questione della della appunto rischi di guerra che vengono paventati Allora bisogna un po’ vedere perché allora alcune dichiarazioni che vengono fatte tipicamente in audizioni al congresso da parte

Di altri ufficiali della Difesa delle Forze Armate americane sono anche legate al processo del budget militar quindi spesso sono anche funzionali a ottenere un adeguato finanziamento Forze Armate alla Marina piuttosto che insomma ecco quindi c’è anche questa dinamica però è ind dubbio che da diversi anni a questa parte voci autorevoli nell’establishment militare

Americano individuano delle scadenze ravvicinate per preparativi una guerra tipicamente una guerra rispetto a Taiwan Ovviamente in questi casi c’è sempre il rischio della profezia che si autoavvera Fermo restando che diciamo non è il compito dello scienziato sociale diciamo non è nelle nelle facoltà purtroppo dello scienziato sociale fare previsioni qui diciamo

Però ovviamente questo tipo di dichiarazioni dall’una dall’altra parte rischiano sempre di innescare una spirale per cui la classica profezia che si autoavvera sulla questione di Taiwan in particolare sulla questione di Taiwan il rischio che la profezia sia autoavvera è molto elevato Perché come dicevo prima la politica della Cina è la politica che

Vede come obiettivo finale unificazione e quello non è negoziabile cioè non si può non è immaginabile che la Cina Nelle condizioni attuali rinunci all’obiettivo finale della riunificazione la politica ufficiale che non è cambiata dagli anni 90 è che quell’obiettivo deve essere Raggiunto per via negoziale quindi non

C’è una preferenza per il ricorso alla forza al contrario la preferenza per la via negoziale Perché viene la consapevolezza dei costi che il ricorso alla forza comporterebbe anche in termini di legittimità Interna perché proprio perché Taiwan è stata sempre presentata come parte della Cina sarebbe vissuta come una guerra civile come una

Guerra tra fratelli Eh quindi fratelli è il termine che si utilizza per riferirsi a Taiwan nel discorso ufficiale quindi avrebbe dei costi elevatissimi la via preferibile è quella negoziale Tuttavia stante che l’obiettivo finale è la riunificazione Nazionale se quell’obiettivo dovesse essere percepito a Pechino come un obiettivo non più realizzabile e che più

Passa il tempo più diventa irrealizzabile allora Questo potrebbe alterare il calcolo strategico Cioè se a Pechino dovessero convincersi che in prospettiva non sarà possibile arrivare alla riunificazione perché la strada che Taiwan sta prendendo la posizione che gli Stati Uniti stanno tenendo la collaborazione crescente anche sul piano militare tra

Stati Uniti e Taiwan che pure non hanno relazioni diplomatiche è tale da rendere quell’obiettivo a lungo termine irrealizzabile Allora decisori politici cinesi potrebbero pensare che forse conviene ricorrere alla forza finché siamo in grado di farlo piuttosto che insistere su una via negoziale che alla fine non si potrà realizzare Quindi se

Subentra la convenzione che la via negoziale è chiusa perché l’obiettivo finale della riunificazione si sta allontanando Allora questo il calcolo strategico potrebbe cambiarlo e la politica potrebbe effettivamente cambiare Quindi allo stato attuale il ricorso Alla forza a Pechino non è un’opzione non è non è l’opzione Preferita ma se dovessero convincersi

Che determinate scelte che si stanno facendo a Taiwan negli Stati Uniti in Europa impediscono strutturalmente la riunificazione Allora potrebbe esserci la tentazione di ricorrere alla forza questo diciamo pone un po’ un paradosso per cui cioè bisogna stare attenti a che al fatto che le iniziative che noi assumiamo a difesa di di Taiwan

Rafforzare la cooperazione con Taiwan gli Stati Uniti Stanno lavorando molto sul rafforzamento della Cooperazione militare con Taiwan non finiscano per sortire l’effetto contrario che anziché rafforzare la sicurezza di Taiwan cambiano il calcolo strategico a Pechino convincono Pechino che la riunificazione Prim negoziale non è più possibile perché questi stanno arrivando a

Un’alleanza de facto con gli Stati Uniti questo il retropensiero E allora conviene ricorrere alla forza è molto scivoloso del resto studi che sono stati fatti sul comportamento cinese nelle controverse territoriali evidenziano che proprio questo è il la condizione in cui Pechino Ricorre la forza per esempio nella

Ehm nel nel ricorso alla forza del Pechino da parte cinese nelle controverse n Mar Cinese meridionale è tipicamente Quando c’è la percezione che non vi è più tempo quando c’è la percezione che per via negoziale non sarà più possibile ottenere il risultato perché stanno cambiando le condizioni quando c’è una percezione di debolezza

Di peggioramento della propria posizione Quindi bisogna evitare che insomma anche comunicando opportunamente che si crei questa percezione perché altrimenti veramente quello che è un lavoro fatto per rafforzare la sicurezza di Taiwan finisce per avere l’effetto opposto Questo è il rischio Secondo me rimanendo su Taiwan una cosa che mi

Chiedevo ti faccio questa domanda anche perché so che sei un frequentatore della Repubblica Popolare quanto scalda l’argomento Taiwan poi l’opinione pubblica cinese Cioè è una cosa sentita che rende anche dal punto di vista quindi del consenso interno cioè una lo spendersi sulla questione Taiwan Sì io direi di sì direi di sì nel

Senso che appunto tutti i temi che toccano corde nazionaliste scaldano abbastanza poi c’è da chiedersi quanto i decisori cinesi siano abbiano l’esigenza di scaldare l’opinione pubblica No ovviamente in un contesto autoritario e non Democratico c’è da chiedersi se effettivamente l’opinione pubblica costituisca un fattore oppure no ehm allora sicuramente questo è un

Aspetto che Tra gli studiosi è ben noto in particolare tra la fine de Gli anni 90 e gli anni 2000 questo fattore dell’opinione pubblica un certo peso lo giocava Eh non Ovviamente come in un contesto Democratico dove ci sono elezioni quindi poi bisogna misurarsi col consenso ma comunque ehm gli umori orientamenti dell’opinione

Pubblica un po’ vincolava i decisori questo è stato evidente per esempio diciamo la grossa crisi che c’è stata nel 99 in seguito al bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado ci furono delle grossissime manifestazioni non del tutto orchestrate dai governanti Cioè in parte assecondate ma perché c’era in realtà un fermento nazionalistico molto forte nell’opinione

Pubblica rispetto che finisce per vincolare un po’ le scelte perché rispetto a questo fermento nazionalistico nel momento in cui una delle credenziali di legittimità del partito è proprio quella di aver riunificato dopo il secolo di unificazione Nazionale non ci si può poi mostrare deboli proprio su quel versante

No cioè se una delle credenziale di legittimità il nazionalismo Allora sia particolarmente vulnerabili rispetto a opinione un’opinione pubblica nazionalistica non ci si può mostrare deboli rispetto a richieste di intransigenza in quel caso nei confronti degli Stati Uniti quindi diciamo in quegli anni primi anni 2000 sicuramente quello che è stato chiamato nuovo

Nazionalismo nazionalismo dal basso ha in parte costituito un vincolo Per i decisori c’è da chiedersi se sia così anche nella fase attuale in cui sotto Si jinping sicuramente c’è stato un rafforzamento molto evidente del diciamo del ruolo del partito del del leader che quindi forse ha un po’ più di autonomia

Rispetto all’opinione pubblica rispetto a quello che aveva hentao prima S Janine e poi fu Gent Tao quindi forse questo discorso che valeva nei primi anni 2000 vale un po’ meno oggi però sicuramente la questione di Taiwan è una questione sulla quale Essendo la legittimità del partito fondata su credenziali nazionalistiche qualunque leader cinese

Ha difficoltà a mostrare debolezza questo direi di sì no no Porto di Trieste Allora porto Trieste in sintesi allora c’erano state delle manifestazioni di interesse che riguardavano non il porto ma infrastruttura legata al porto con un investimento diciamo una disponibilità sempre nel contesto del memorandum Se n’era parlato poi la cosa

Non si è materializzata e la società che gestisce il porto di Trieste è stata acquisita da una società tedesca fine quindi diciamo l’investimento non è stato cinese ma è stato tedesco poi in quella società tedesca c’è stato un consistente investimento in una società cinese quindi non lo so forse quando si

Ragiona anche come sistema paese come si suol dire sulle opportunità Bisognerebbe forse tener conto del fatto che investimenti servono bisogna ovviamente fare tutte le valutazioni del caso ma poi altri le valutazioni del caso le fanno quindi insomma ecco sempre tener conto del contesto più generale pr ma stavo ripensando all’ultima slide

Alla domanda che ci poneva sul ruolo dell’Europa e mi aspetterei viste le imminenti elezioni europee che questi argomenti venissero in qualche modo trattati Però forse così non sarà e quindi mi chiedevo se lei ci può consigliare dove Boh continuare a informarci su queste cose perché io onestamente cioè per esempio

Le isole lì tutte le controversie nel mar meridionale orientale non le avevo mai sentite e quindi è molto interessante però poi non se ne legge da nessuna parte Ok grazie è una bella domanda perché purtroppo diciamo lo stato un po’ del dibattito pubblico italiano in generale sulla politica internazionale non solo sulla

Cina è molto carente e purtroppo propo l’impressione che sia peggiorato ulteriormente nel corso degli anni è come se le difficoltà economiche ma prima anche della pandemia poi con la pandemia avessero portato a una chiusura sempre più più forte per cui è veramente difficile trovare Ci sono alcuni Vabbè ci sono ovviamente

Riviste scientifiche menzionava prima Orizzonte Cina che sono diciamo una rivista Open Access accessibile come Stampa non è facilissimo sicuramente internazionale costituisce un un buon un buon canale e anche la stampa estera non necessariamente è garanzia però di adeguata Credo che il problema sia abbastanza generalizzato nel caso italiano più evidente però non è

Soltanto un problema italiano e poi adesso vedo che funzionano molto alcuni podcast insma Queste sono le nuovi nuovi canali che si utilizzano e lì Effettivamente si può trovare qualcosa di di interessante come se stesse andando in generale non solo verso una frammentazione un po’ del dei dei mezzi di comunicazione dello spazio

Informativo No per cui ognuno ha il suo interesse su una cosa specifica e poi si riescono a trovare delle cose di nicchia anche fatte bene anche interessanti ma manca un po’ un canale Come erano una volta i grandi giornali forse no in grado di fornire informazione di qualità

E approfondimento su cose diverse in modo che poi quando uno legge sia interessato a quello ma incidentalmente viene esposto anche ad altro invece così finiamo tutti per ipers specializzarci e concentrarci su alcune nostre un po’ idiosincrasie forse e perdere la capacità di mettere in relazione Qui sta

A noi poi riuscire a mettere in relazione queste cose e non è facile m posso fare un’ultima domanda o mi mandate al diavolo ehm Una domanda un po’ complessa relativa al all’attuale diciamo conflitto che ci sta tenendo con l’attenzione puntata sul Medio Oriente Eh la Cina se non mi sbaglio a marzo

2023 era stata un po’ la regista di quell’operazione di avvicinamento tra Arabia Saudita e Iran che è una cosa che come dire qua Forse è passata anche un po’ sotto traccia però è un movimento molto interessante soprattutto poi se Alla luce di questo riacutizzarsi del conflitto israelo-palestinese molti tra le motivazioni fondative

Mettono quei famosi accordi di Abramo che invece erano di matrice statunitense volevo semplicemente per quanto si può in pochi minuti Quali sono gli interessi oggi della Cina in quell’area perché poi in questi conflitti la Cina si muove per essere una potenza aspirante globale con il passo sempre molto felpato no Quindi

È sempre poco chiaro Come si muova tra queste tra questi scenari sì poco chiaro devo dire anche allo studioso io mi occupo specificamente di questa cosa me mi capita ovviamente di leggere su questo è poco chiaro in realtà quanto da parte cinese stessa ci sia la disponibilità

Poi di fatto a investire su questo Cioè un conto è mantenere una presenza ma un conto è in realtà investire politicamente Quindi anche con il rischio poi di di diciamo di esatto di diciamo di non uscirne bene se le cose non dovessero andare Come come si propone su una questione ovviamente così complessa

Ehm io credo che la Cina in questo momento stia tenendo una posizione che è funzionale a obiettivi di politica estera più Generali sul conflitto in corso sopportando anche alcuni costi legati in particolare al deterioramento delle relazioni con Israele Nel senso che la Cina nei decenni scorsi ha coltivato le relazioni con Israele era

Proprio uno degli interlocutori cui la Cina puntava per varie ragioni sia politiche ma soprattutto economiche tecnologiche quindi nella Cooperazione in ambito tecnologico c’erano degli investimenti rilevanti in gioco uno dei porti menzionati prima quello di Haifa quindi insomma la Cina ha coltivato le relazioni con Israele anche dal punto di

Vista accademico ha investito molto in questo e ovviamente il risultato degli ultimi mesi è che gli investimento degli ultimi anni è stato completamente azzerato Dalla posizione che la Cina ha tenuto che è una posizione invece di forte sostegno nei confronti dei palestinesi Quindi questa scelta è una

Scelta che ha avuto un costo diciamo sulla politica nella regione Ma che secondo me è funzionale un obiettivo più ampio della politica estera cinese che è quello di una diciamo interlocuzione sempre più strutturata con i paesi del cosiddetto Sud globale cioè il tentativo di accreditarsi di presentarsi come interlocutore forse addirittura un po’

Come riferimento per i paesi critici per i paesi non occidentali e critici rispetto a alcune scelte dell’Occidente e in particolare degli Stati Uniti Ecco questo l’abbiamo visto già sulla guerra in Ucraina cioè il posizionamento della Cina è stato questo non tanto Un posizionamento di sostegno alla Russia ma un posizionamento diciamo

Di contrasto con l’Europa e gli stati diciamo l’Europa occidentale e gli Stati Uniti l’Unione europea e gli Stati Uniti e il posizionamento è lo stesso anche in questo caso se dobbiamo vedere al dibattito come emerge per esempio nell’assemblea generale delle Nazioni Unite in cui si riflettono le diverse posizioni credo

Che ci sia ampio margine per per la Cina per un tipo Camo per un lavoro di questo tipo Perché in effetti sia sulla guerra in Ucraina Questa è una cosa che faccio fare sempre ai miei studenti alla prima lezione fare diciamo li dividuo in gruppi e faccio analizzare i documenti

Delle sessioni speciali dell’assemblea generale delle Nazioni Unite sulla guerra in Ucraina per far vedere come in realtà il dibattito in quella sede Era molto articolato con posizioni come quella dell’India che menzionava prima che magari diciamo non ci aspetteremmo a maggior ragione ovviamente su una questione di così lunga data e così

Diciamo sensibile per tanti come quella del conflitto israelo-palestinese quindi veramente Credo che la Cina con questa posizione riesca a intercettare molto consenso a livello internazionale Anche se questo ha il costo del rapporto con Israele bene se non ci sono ulteriori domande il tempo a nostra disposizione è concluso ringrazio il professor Dosse

Che è stato veramente prezioso chiaro ed esaustivo per il tempo che gli abbiamo concesso Vi ricordo che la prossima tappa appunto riguarda esattamente questo tema questa domanda voleva essere anche un po’ una domanda ponte per introdurre poi il prossimo intervento che sarà a cura di Cristian Elia che è

Un giornalista che si occupa da Insomma da tanti anni anche del tema appunto del conflitto israelo palestinese che da poco è stato anche sul campo torna da pochi giorni da Tel Aviv quindi quindi ci porterà appunto un quadro abbastanza aggiornato della situazione come sempre Vi ricordo che il corso è aperto a tutti

È gratuito e però ecco L’invito è sempre quello se volete a iscrivervi allig Se volete già fuori trovate il banchetto potete lasciare i vostri dati e di iscrivervi all’associazione che appunto vive di questo e permette di fare incontri di questo tipo anche sulla base del tesseramento della partecipazione

Alla vita sociale ringrazio anche la casa dei popoli il festival delle geografie che anche oggi ha curato per noi la registrazione che appunto gli amici a casa vedranno nei prossimi giorni e il cespi che è uno un altro dei degli enti che organizza il corso insieme a noi Grazie a tutti

Dalla fine del Novecento, la Cina – potenza tradizionalmente continentale – ha manifestato un nuovo interesse per i mari. Se in una prima fase la proiezione marittima del paese ha riguardato soprattutto gli spazi marittimi regionali (Mar cinese orientale e meridionale), oggi pare spingersi ormai ben oltre, sino a interessare lo stesso Mar mediterraneo, come evidenziato dai consistenti investimenti in infrastrutture portuali della regione. La lezione individua alcuni vettori della crescente proiezione marittima cinese e la colloca sullo sfondo delle trasformazioni che interessano il sistema internazionale nella fase declinante dell’unipolarismo.

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